Capitolo 8 - Gli occhi di Marco

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"Pronto, zia. Come state?"
"Ciao Claudia, benissimo! Siamo felicissimi qui. Era ora facessimo un giro così. Voi che fate? Stamattina Marco mi diceva che dovevate lavorare tanto. Siete ancora in studio?"
"Si vero, siamo stati molto presi oggi"
"Ho provato poco fa a chiamare Marco. Come al solito non ha risposto. È li vicino a te? Digli di chiamare appena può. Dobbiamo raccontargli un sacco di cose"
"Certo, lo farò"
Claudia non si accorge che dopo questa frase ha interrotto la conversazione per qualche secondo.
"Pronto Claudia, ci sei ancora?"
"Si, si, zia scusami. Zio sta bene? È lì con te?"
Claudia voleva assicurarsi che Nadia non fosse sola.
"Si... è qui"
È stata Nadia questa volta a tergiversare.
La chiamata di Claudia a quell'ora e in quel modo e le sue domande di circostanza iniziano a apparirle un po' inconsuete.
A parte qualche chiamata di Marco mentre è in viaggio, queste sì lunghe e piene di tante cose che aprono il cuore di una mamma, dai ragazzi o non arrivano notizie e deve sempre essere lei a chiamare con il risultato negativo di prima, o arrivano comunicazioni, anche tramite messaggi, telegrafiche e scarne, proprio solo per consentire di sapere dove sono e cosa fanno.
Ma sono giovani e tanto impegnati: pretendere comunicazioni regolari era, è vero, un desiderio di Nadia, ma subito accantonato per fare posto all'accontentarsi di una qualsiasi forma di comunicazione e a qualsiasi ora.
A lei importava solo che stessero bene e fossero felici ed entusiasti del loro lavoro e delle cose che facevano, e anche lei e Maurizio lo sarebbero stati.
Non erano necessarie tante parole.
In fondo quello che Marco ha nel cuore, Nadia lo sa benissimo: non c'è bisogno di dirselo sempre, e comunque può essere detto anche in tanti altri modi che Marco e sua mamma conoscono bene e che li fa sentire parte di una unica magica unione.
Quando Marco durante i concerti, nel buio di un palazzetto, la cerca e riesce - non si sa come e annullando in un secondo qualsiasi distanza fra lei e il palco - a guardarla negli occhi con quei suoi occhi pieni di soddisfazione, gioia e lacrime, la ripaga di tutte le attese, di tutti i tentativi andati a vuoto di chiamarlo e di ogni inspiegabile silenzio, breve o lungo, che un figlio, come Marco, molte volte riserva.
All'improvviso gli occhi di Marco, gli stessi di qualche ora prima, le si affacciano di nuovo in mente.
Dapprima gli occhi di un Marco bambino, scuri intensi, circondati da ciglia nere, lunghe e folte, dipinte da una mano sapiente e misteriosa, che non ti permettono più di staccare lo sguardo e ti lasciano immobile e muto a tentare di cogliere l'universo meraviglioso e nascosto di un piccolo timido e ritroso.
E poi subito dopo gli occhi dell'uomo, meravigliosi, intensi e maturi, che iniziano a avere contezza del tempo, delle cose, del mondo e che una volta incrociati non ti abbandonano più.
Ma il pensiero degli occhi di Marco lascia il posto a un tonfo al cuore, improvviso, quasi doloroso; un brusco risveglio da un sogno.
"Claudia sei sicura che da voi vada tutto bene? Andresti per favore a cercare Marco? Voglio parlargli. Ho bisogno di sentirlo"
"Zia, in questo momento Marco non può venire"
"Non importa quello che sta facendo, ho bisogno di parlargli. Vai e diglielo"
Il tono di Nadia inizia a essere deciso e poco conciliante. La chiamata deve terminare con Marco all'altro capo del telefono. Senza nessuna diversa possibilità.
"Marco in questo momento non può venire"
Claudia non si accorge di aver ripetuto la stessa frase, in maniera fredda e senza emozioni, nel tentativo di prendere tempo e di capire cosa poter dire subito dopo.
"CLAUDIA, sono stata chiara? Devo ritornare a Milano subito per riuscire a parlare con mio figlio?"
Claudia di fronte ai toni della zia, come quando era bambina, non riesce più a reggere ma tenta ancora, in un estremo tentativo, di simulare tranquillità.
"No zia, solo che c'è stato un piccolo incidente. Andando in studio Marco è scivolato dalla moto. Nulla di grave, ma abbiamo preferito portarlo al Pronto Soccorso per accertamenti dopo quello che è successo questa estate"
Claudia ripete in maniera fredda e veloce una lezione preparata per tempo e imparata a memoria.
Non c'è bisogno di altro per fare capire a Nadia che le cose non stanno affatto così.
"Tu dove sei? Sei da sola?"
"Sono qui in Ospedale. C'è Marta con me"
"Passami Marta"
Claudia sa benissimo che Marta, in questo momento, non è in grado di reggere una conversazione con nessuno, meno di tutti con la mamma di Marco.
Tergiversa di nuovo qualche frazione di secondo e tanto basta a Nadia.
"Claudia non mi piace questa telefonata. Per favore cerca di essere chiara e di dirmi le cose"
"Zia, dovete tornare subito a Milano. I medici mi hanno chiesto di dirvi di venire subito qui"
"Claudia, di cosa parli? I medici non possono parlare con Marco? Perché non possono parlare direttamente con lui? Claudia, Marco come sta?"
Claudia non regge più alla tensione e scoppia a piangere.
"Zia, Marco non sta bene. Non è cosciente. Lo hanno portato in ambulanza qui, ma per ora non ci dicono nulla. Dovete venire subito. Zia scusami, non ce la faccio più. Non riesco più a parlare"
"Claudia ma come è successo? Cosa è successo? Non puoi pensare che non debba sapere"
"Era in moto"
"Lo so, mi ha chiamata mentre era per strada"
"Eravamo quasi arrivati, un macchina non lo ha visto, e...."
Nadia sente tremare le gambe, deve sedersi. Impallidisce. A quel punto Maurizio, che finora aveva fatto gestire la cosa a sua moglie, come sempre quando riguardava Marco, prende uno degli auricolari, e cerca di sentire anche lui.
"Claudia, dimmi solo se è ancora vivo. Questo me lo devi dire subito. Non mi puoi fare questo Claudia. Non a me. Sono la sua mamma. Claudia, è vivo vero?"
"Si zia. Marco è vivo, certo che è vivo, zia! Cosa dici?"
"Parlo a Maurizio e ci mettiamo in viaggio.
Claudia, ti supplico dammi notizie appena le hai. Marta come sta?"
"Non bene, zia. Eravamo lì quando è successo. Marta non riesce a riprendersi ma è qui con me. Zia, andate piano, mi raccomando. Vi chiamo fra poco".
Nadia interrompe la chiamata, tremante. Scoppia a piangere e per un momento non sa come e cosa fare. Maurizio, che pure non ha sentito tutto ma ha capito, la abbraccia.
Devono partire subito. Preparare tutto... ma cosa importa di preparare. Partire, devono partire subito.
Chiude gli occhi e vede gli occhi di Marco che sorridenti e profondi dal palco le dicono "ti voglio bene mamma, sono il tuo Guerriero"
Si, solo ora ha la certezza che Marco sia ancora qui. Se lo dice lui, è così.
Ma ha bisogno di lei, come mai finora.

Ma ha bisogno di lei, come mai finora

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