Capitolo 21 - Il cielo

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Marco, dopo un tempo da lui non percepito ma che gli avevano detto di essere di circa un mese e mezzo, è stato spostato di stanza.
Tolto dalla grande stanza dalle luci blu, senza alcuno spiraglio di luce naturale, e portato in una stanza luminosa, con due letti, una poltrona, una grande televisione alla parete.
Questo spostamento può certamente solo significare l'inizio della ripresa.
Tra poco sarebbe tornato a casa e avrebbe ripreso la sua vita di tutti i giorni.
Forse ce l'avrebbe fatta davvero a fare ripartire tutto per tempo.
Il nuovo disco e le date del tour.
Spostare tutto era stato forse un po' troppo affrettato. Marta era stata esagerata. Ma si è sempre in tempo a fare riprendere tutto prima del previsto. L'avrebbe stressata come solo lui sa fare quando vuole qualcosa e Marta non è d'accordo: e si sa, vince sempre lui.
In realtà Marco non si sente ne' tanto in forze ne' troppo bene; la sua testa è ancora molto confusa, nei ricordi, nei pensieri.
Ma è sicuro, a questo punto, che ce la farà a riprendersi velocemente.
Il sole, il cielo e la luce che vede per la prima volta dopo tanto tempo, lo rendono quasi euforico e ottimista sul futuro.
Se solo avesse il suo telefono farebbe subito delle foto dello squarcio di cielo che si intravede dalla finestra e le condividerebbe postandole sul suo profilo: le cose belle, sia dell'uomo che della natura, vanno vissute completamente e senza riserve, con gli occhi, il fiato e il respiro. Ti fanno stare bene e soprattutto vanno condivisi con chi si ama. Se lo si condivide, dice sempre Marco, tutto è ancora più bello.
E la gente ricambia questo amore, questa dedizione, questo pensiero sempre rivolto agli altri in maniera sincera, spontanea, senza secondi fini, soprattutto commerciali o discografici.
Lo faceva davvero per condividere e divulgare la sua felicità di particolari momenti, per rendere anche un po' felici gli altri: e ci riesce Marco a rendere felici gli altri, ha il dono innato di fare felici.
E l'amore che così fortemente dona agli altri, gli torna indietro in mille modi, duplicato, triplicato, centuplicato, in maniera così potente da travolgerlo ogni volta. Ed emozionarlo.
Lui non sa trattenere e non trattiene le emozioni, il riso, il pianto, la gioia, la tristezza e quante volte piange e ride ovunque, nello stesso prepotente modo, sia di fronte a se stesso nella solitudine di una stanza, sia di fronte a migliaia di persone in uno stadio illuminato da altrettante luci tenute da mani tremanti e emozionate.
Come si fa a non voler bene a tanto amore?
E lui è consapevole di dovere tutto alla gente che gli vuole bene e alla quale concede ogni volta tutto se stesso. È solito dire: "canto a ogni concerto come fosse l'ultimo, ci metto tutto me stesso come se non ci fosse un'altra occasione."
E poi il rapporto fisico con la gente, di ogni età, di ogni pensiero, che lo aspetta, lo saluta, lo abbraccia, che vuole una foto, una dedica, un disegno da lui, che così bene sa anche disegnare e dipingere.
Alla fine di interminabili incontri, per non deludere nessuno chiede: "ho accontentato tutti? siete tutti contenti?" E solo dopo si allontana, lasciando una scia di emozioni che ciascuno di loro ricorderà per sempre, insieme al suo sorriso.

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Mentre era ancora con la sguardo sul cielo blu, sente e vede entrare in stanza entrambi i genitori.
Per la prima volta dall'incidente, Marco rivede suo padre. Maurizio si avvicina al letto, lo guarda sorridendo e lo abbraccia commosso "Eccolo qui il mio ragazzone"
Dietro a loro spunta Marta.
"Ciao Picchio"
"Marta, oggi la barba no, per cortesia: ho ospiti" e si mette a ridere.
"Come ti senti oggi?" chiede Nadia
"Benissimo, avete visto che sole e che cielo si vedono da qui?"
"Si Marco, davvero bello. Ti farà bene rivedere e rifare un po' di cose della tua vita: i ragazzi chiedono di venirti a trovare. Appena possibile si organizzeranno"
"Dovremo avvisare tutto l'ospedale perché immagino già tutto il casino che faranno, anche solo arrivando in massa" sorride al pensiero. "Marta, so che tu hai il mio cellulare e il mio pc, me li porti appena puoi?"
" Li ho qui con me. Ho il tuo zaino con tutto quello che hai sempre dentro" dice Marta, tirando fuori da dietro la schiena, dove lo nascondeva per fare una sorpresa, lo zaino di Marco. Un piccolo tesoro tenuto con cura per tutto questo tempo e che era arrivato il momento di restituire.
"Come sapevi che proprio oggi te lo avrei chiesto?"
"So sempre tutto, P." guarda Marco con sguardo complice, ma nel momento in cui lui solleva lo sguardo, per ringraziarla, Marta cerca di nascondere i suoi occhi, che stanno di nuovo per esplodere in pianto, al pensiero che quella apparente serenità potrebbe tra poco essere sconvolta.
Da più di un mese nessuno di loro aveva più visto Marco così, quasi felice delle novità di quel giorno: ma tutti nel profondo del cuore sanno che si tratta di una serenità di breve durata e che l'impatto con la realtà potrebbe essere devastante, non solo per Marco,  ma anche per tutti loro, che, nonostante i buoni propositi, potrebbero crollare di fronte alle reazioni di Marco alla verità.
"Vorrei fare un post dicendo che sto meglio e che presto mi rivedranno. Marta mi aiuti?"
"Certo P. quando vuoi, sono qui" Marta continua a sfuggire con lo sguardo.
Nadia capisce che non si può andare oltre. Più aspetta e più Marco potrebbe illudersi che davvero tutto stia andando per il meglio e sarebbe peggio per lui e per tutti.
Maurizio che conosce bene sua moglie, capisce quello che ha intenzione di fare e si sente morire dentro: dopo tanto tempo ha rivisto suo figlio e ora rischia di perderlo di nuovo, chissà per quanto, forse per sempre. Se solo potesse lui sostituirsi a Marco, lui che la sua vita l'ha già fatta e che già in età matura ha avuto questo figlio come una benedizione del cielo. Dalla vita ha avuto tutto: Nadia, la migliore delle mogli e delle madri; Marco, uno splendido bambino, ora divenuto un magnifico uomo, in tutti i sensi; una vita di lavoro e di sacrifici, ma anche delle più grandi soddisfazioni che un padre potrebbe avere da un figlio; l'indicibile felicità di vedere il suo ragazzo fare quello che desiderava nella vita e farlo con un successo non immaginabile solo qualche anno fa. Lui che riteneva di aver avuto tutto, ora avrebbe potuto sopportare qualsiasi cosa, qualsiasi dolore, qualsiasi malattia: perché non a lui? Perchè stroncare la vita di un ragazzo che stava avendo tutto il meglio dalla vita, che era in cima, che stava iniziando a godere dei sacrifici fatti? Se chiudendo gli occhi avesse potuto farlo, avrebbe dato la vita, avrebbe sostituito Marco con se stesso e tutto sarebbe stato a posto, nella giusta direzione e nell'ordine delle cose. Avrebbe voluto ancora un po' di tempo con il suo Marco: ancora qualche minuto per vederlo ridere, per riabbracciarlo, per chiedergli come sta, per fumare una sigaretta, per fare un giro a cavallo, per parlare da uomo a uomo. Lui che ora avrebbe avuto bisogno di appoggiarsi a lui, di confidargli i pensieri e le paure di un'età che impietosamente avanza. Che ne sarebbe stato del loro rapporto? Che ne sarebbe stato di lui, forse orfano di un figlio, desiderato all'inverosimile e amato come più non si sarebbe potuto.
Vede Nadia avvicinarsi a Marco e capisce che inesorabilmente di tempo proprio non ne ha più.
"Marco, Marta e io dobbiamo parlarti"
Marco si gira, la guarda e annuisce "Certo, mamma. Dimmi. Marta poi postiamo la foto del cielo, ok?"

 Marta poi postiamo la foto del cielo, ok?"

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