Capitolo 18 - Un mese dopo

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I medici hanno convocato i genitori di Marco, e Nadia ha deciso che anche questa volta sarebbe stato opportuno tenere Marta fuori dall'incontro, perché non venisse a sapere in maniera fredda e asettica delle condizioni reali di Marco.
Marta aveva intuito che le condizioni di Marco non miglioravano in maniera evidente, nonostante il passare del tempo.  Ma mai aveva chiesto ai genitori di Marco che cosa si fossero detti nel primo incontro con i medici il giorno stesso dell'incidente.
Ne' Nadia, volutamente, aveva mai affrontato questo discorso, certa che quei progressi che Marta aveva fatto e che tanto avevano aiutato anche Marco, sarebbero stati annullati in un secondo se avesse saputo tutto. E di conseguenza anche Marco ne avrebbe avuto un danno nella sua lentissima ripresa.
Ne aveva parlato con Claudia e di comune accordo avevano deciso di tenere queste informazioni per loro, anche per capire se vi sarebbero state delle novità positive nel frattempo.
Marta aveva notato che talvolta alla sua presenza, fra i genitori di Marco e Claudia calava il silenzio improvviso e imbarazzato, ma poteva  anche trattarsi di questioni di famiglia che dovevano rimanere riservate: in fondo per quanto vicina, Marta non era propriamente un membro della famiglia. Poi in ogni caso, non le pareva corretto chiedere apertamente quanto in maniera evidente non le voleva essere detto.
Aveva notato che Marco migliorava un po' nell'umore, chiedeva di poter fare piccole cose: oltre a ascoltare la musica, chiedeva che gli venissero letti dei libri da lui scelti, faceva telefonate con i ragazzi della band che facevano a gara a rispondere, a scherzare con lui e a fargli sentire i pezzi vecchi e nuovi che continuavano a provare come se nessun cambio di programma ci fosse stato.
Migliorava ma non così tanto come avrebbe potuto e dovuto dopo quel tempo, tenendo presente che aveva un fisico giovane e forte.
Soprattutto nessuno accennava al fatto di cosa provocasse quei dolori forti di cui Marco si lamentava di continuo e del perché il fine primo dei medici era di tenerlo il più possibile tranquillo e fermo.
Continuava a indossare il collare ma era stato detto che serviva fino a quando non si fosse del tutto risolta la conseguenza del trauma cranico subito nella caduta.
Ma a Marta in realtà Marco sembrava riprendersi molto, troppo, lentamente, soprattutto nel fisico.
Nel silenzio di tutti, lei sapeva perfettamente che c'era altro; non tanto dal comportamento tenuto nei suoi confronti da Nadia e Claudia, ma soprattutto da quello che sentiva in cuor suo e che vedeva tutti i giorni.
Osservava ogni minimo movimento di qualsiasi parte del corpo di Marco per cercare di capire; le mani che Marco non tiene mai ferme quando parla e quando canta; gli occhi dai quali coglieva e prevedeva qualsiasi minimo progresso del pensiero e della testa di Marco; la voce che ancora era molto lontana dall'essere in grado di fare quelle meravigliose evoluzioni e prodezze che lasciavano senza fiato.
Ma non lo vedeva praticamente muoversi: come poteva da oltre un mese, lui che non stava fermo neanche mentre dormiva, rimanere così immobile senza dire nulla e senza lamentarsi?
Sarà certamente il male alla schiena di cui si lamenta, sarà la conseguenza in generale della caduta: piuttosto che sentire male è ovvio che preferisca stare fermo. Pensava Marta.
Marta non sapeva, ma Nadia allo stesso tempo non aveva ancora avuto forza di dirle tutto. Pensava di continuo: meglio l'impatto violento e senza scampo, freddo e immediato dei medici? una doccia fredda dalla quale o ci riprende o si soccombe? O meglio una voce materna che le svela la verità nella maniera più dolce e rassicurante possibile in una simile situazione? Da quando Marta le aveva fatto quella confessione su Marco, la considerava un bene prezioso, che in fondo stava soffrendo già troppo e che andava preservato il più possibile. Le avrebbe parlato lei, al momento giusto.
Anche di questo si sarebbe fatta carico Nadia per amore di suo figlio.
E così sarebbe stato.

E così sarebbe stato

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