capitolo 2

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Navy blue

Arrivate nei sotterranei, la statua di Edgar Allan Poe regna sovrana in fondo al secondo corridoio di destra. Ho letto anche di lui, l'alunno più famoso della Nevermore, una vera leggenda.
Mi domando come mai una festa di mercoledì sera, domani c'è scuola ed è un comunissimo giorno di ottobre.

Ed ecco che arriva anche Ajax, con quel suo sorrisetto sghembo, vestito con una camicia azzurrina e pantaloni a cavallo basso.
«ciao ragazze. Daph, a te l'onore»
lui fa un gesto teatrale indicando la statua.
Da parte di entrambi percepisco onde positive, ma non sono le classiche che sento quando due adolescenti che si piacciono stanno assieme, no, lo riconoscerei. Questa sensazione è assolutamente nuova e pura.
Sto pensando di lasciarli da soli, non dovrei neanche essere qui, voglio dire, è il mio primo giorno e tanto tutti mi evitano, tanto vale andarsene.
Daphne schiocca le dita due volte e la figura improvvisamente indietreggia, rivelando una scalinata, riesco a sentire una musica assordante già da qui.
Scendendo i gradini si rivela una specie di biblioteca, adibita adeguatamente a festa.
Cavolo, è veramente rumoroso qui.
Troppi adolescenti sudati che spingono e ballano canzoni da festa con dei testi sconci che non ho mai sentito prima. Mi sento fuori luogo, più del solito.
«vodka lemon?»
uno sconosciuto arriva di colpo di fronte a me, ma non sembra avere cattive intenzioni. Ha gli occhiali, è castano e non molto alto, non ha la faccia da ragazzo popolare, ecco.
«tu sei la nuova? Uh...Hela Warren?»
«già»
«benvenuta alla Nevermore!» alza il suo bicchiere in segno di brindisi.
Intanto ho già perso sia Daphne sia Ajax, i miei unici due punti di riferimento. Questo posto non è molto grande, si è riempito in fretta.
«io sono Rowan»
mi tende la mano proprio quando io faccio il primo sorso del mio drink. Non ho mai bevuto prima, devo ammettere che è molto buono.
Ricambio la stretta e poi mi chiede quale corso ho domani.
«non ricordo, forse botanica» sono costretta anche io ad alzare la voce, non si capisce veramente niente...più passa tempo, più mi domando perché io abbia accompagnato Daphne quando potevo tranquillamente starmene a casa.
«senti, io qui non ci voglio stare. Che ne dici di andarcene?»
Mi fa questa proposta dal nulla, come se mi avesse letto nel pensiero...
«e dove?»
«al Quadrato. Vieni» mi prende la mano, e assieme a lui sparisco tra la folla.

Hela - 11:13 p.m.
"Daphne sono Hela, sto andando al Quadrato con un certo Rowan, non mi va più di stare qui„

All'alba delle undici e un quarto, finalmente lascio il posto. Scrivo un messaggio a Daphne, giusto per avvisarla che sto andando via.
Questo Rowan mi guida fino al giardino, si sta rivelando uno di poche parole, tant'è che ce ne stiamo seduti su un muretto sotto al portico in silenzio per quello che sembra quasi un quarto d'ora.
Piove a dirotto, ma poco m'importa, anzi è meglio, il mio umore sale nettamente. Fa freddo, sì, ma questo è solo un effetto collaterale.
«fa freddo qui»
si sistema gli occhiali e si sfrega le braccia coperte dalla felpa con le mani.
«scusa, ma tu che cosa sei?»
è la seconda volta che dice la stessa cosa che penso io. Non può essere solo una coincidenza.
«telecinetico»
«e...leggi anche la mente?»
«proprio così. Tu?»
ah, ah! Beccato, signor Rowan.
«uguale»
faccio spallucce torturandomi le mani, presa da un'onda di imbarazzo.
«abbiamo molte cose in comune a quanto pare»
«già...»
Il quadrato è completamente vuoto, se non fosse per noi due.
Riesco a sentire la sua energia aumentare, come se fosse elettrizzato, ma non capisco per cosa. Forse piacerà anche a lui la pioggia.
Aspetta.
Mi ha parlato, portata qui di sera, interessato a me...oh no.
«senti, Hela, mi stavo chiedendo se-»
a quel punto, il mio cellulare inizia a suonare: è un messaggio in arrivo da Daphne.

Daphne - 11:52 p.m.
"Hela ma dove sei? Vieni in camera, ti devo Parlareee„

«scusa, Rowan, la mia compagna di stanza deve dirmi una cosa urgente»
«oh, sì certo. Non c'è problema, vai pure, io rimango qui un altro po'»
mi sorride, tirando fuori un inalatore, facendomi capire che è asmatico.
«ci vediamo in giro, allora» dico, salutandolo con la mano
«ciao!»

Dio, dovrebbero inventare una mappa di orientamento per questo posto, e non posso chiedere aiuto a nessuno perché è mezzanotte e non dovrei essere sveglia!
Camminando veloce, mi scontro con una persona accidentalmente, pochi istanti dopo sento un grosso boato, segno che gli è caduto qualcosa. Perfetto, adesso qualcuno se ne accorgerà ed io finirò nei guai.
E invece no, perché lo sconosciuto, che presumo essere un ragazzo, lascia a terra quello che noto essere un block notes e mi trascina all'interno di uno degli archi a tutto sesto dell'atrio, tenendomi una mano sulla bocca e lasciando aderire la mia schiena al suo petto.
Io, vedendo gli oggetti a terra, lì porto da me grazie alla telecinesi: una nube blu avvolge le mie mani, e qualche secondo dopo l'oggetto è a me.

«chiunque sia, farà meglio ad andare a dormire!» la voce della preside rimbomba nel piazzale coperto, mentre io cerco in tutti i modi una via di fuga dalle grinfie di questo gigante sconosciuto.
Dopo pochi secondi, fortunatamente, vengo lasciata andare. Mi giro verso la persona, che si rivela essere un ragazzo alto, altissimo, con i capelli legati e vestit0 da festa.
Gli restituisco i suoi effetti, e poi con passo veloce torno alla mia ricerca della mia stanza.
«prego, comunque!» fa qualche passo per avvicinarsi, ma io lo ignoro alla grande.
«già, grazie. Devo andare»
Non mi interessa molto di quel ragazzo, a dire il vero, la mia priorità adesso è ricordarmi da che parte dovevo andare per raggiungere il dormitorio.
Scala a destra e poi la porta a destra, Lyudmila Hall.
Sarà giusto?
Al diavolo, o la va o la spacca.
Ed è andata: sono nel corridoio del mio dormitorio, ora devo solo raggiungere la stanza in fondo, la mia.
Sfilo la chiave dalla borsa e apro cautamente.
«Hela!»
cogliendomi di sorpresa, la mia compagna di stanza mi prende per le mani, mi trascina sul suo letto e mi passa un dischetto impregnato di struccante.
«che è successo?»
tolgo le scarpe e inizio a struccarmi, guardando la ragazza di fronte a me cercando di calmarsi. Pare che abbia visto Eminem, o nel suo caso Taylor Swift, nel vialetto di casa, da quanto è euforica.
«abbiamo ballato tutta la sera! Ci saremmo anche baciati se solo mia sorella non mi avesse chiesto la vodka!» vedo la sua felicità mutarsi in rabbia, non appena strappa un braccio ad un peluche che ha sul letto.
«hai una sorella?»
«gemella eterozigote, Enid. Non si accorge mai di niente, è sempre tra le nuvole»
il suo tono è lamentoso, mentre cerca di rimettere nell'orsacchiotto la pezza persa.
«non pensare a tua sorella. -prendo il pupazzo e lo appoggio a terra- Cosa vi siete detti?»
«mi ha invitata ad uscire»
mi sorride con aria sognante, per la millesima volta oggi.
«Oh, wow! Quando?»
ancora non ho capito perché sia così ossessionata da Ajax.
«venerdì»
«dopodomani» sbadiglio, senza neanche accorgermene. È quasi l'una e domani le lezioni iniziano alle nove...forse dovrei andare a dormire
«già. Tu invece hai conosciuto Rowan, come ti è sembrato?»
«silenzioso. Ho incontrato anche un altro ragazzo, ci sono andata contro mentre stavo venendo qui, non l'ho visto» ammetto che detta così è molto confusionaria, ma è così! Non ho capito neanche io cosa è successo veramente.
«Non ci credo ragazza, davvero? Tu sei una forza, due in un colpo solo!»
mi fa segno di battere il cinque, e lo faccio
«in realtà uno era noioso e l'altro un coglione, quindi nulla di che»
«ah...gli uomini. Domani ne parleremo meglio» mi fa l'occhiolino «ora sto crollando»
spegne la luce dell'abat-jour, mi da le spalle e inizia a cambiarsi i vestiti.
Ugh, sono troppo stanca anche io per alzarmi e andare nel bagno, quindi sfrutto la penombra per mettermi il pigiama; lascio i vestiti da festa a terra, ci penserò domani mattina.
Che strana serata...

Lasciate una stellina per il continuo!! <33

𝙏𝙝𝙚 𝙗𝙡𝙪𝙚 𝙩𝙝𝙧𝙚𝙖𝙙 𝙤𝙛 𝙁𝙖𝙩𝙚 || 𝙓𝙖𝙫𝙞𝙚𝙧 𝙏𝙝𝙤𝙧𝙥𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora