Eren

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Le valutazioni al campo ripresero, i ritmi si fecero più intensi  e la competizione rendeva il tutto stressante. Non mi capacitavo di dover reggere per altre tre settimane  quelle condizioni, ma d'altronde sapevo da principio a cosa sarei dovuto andare incontro. Malcom sembrava agitato a sua volta e rimproverava con più frequenza le reclute. Si era inoltre pensato di tenere momentaneamente lontano Glauco da me perchè ritenuti entrambi "soggetti inappropriati alla cooperazione" e pertanto divenne rara la vista di quel bestione di Delmonte. Quando mercoledì venne fu però un giorno ansioso e dovermi allenare con Nolan fu decisamente difficile da metabolizzare. La mattina ci saremmo incontrati nella palestrina del campo, quando non vi era altri che il personale al lavoro. Per mia sfortuna incontrai Carla, la  quale non mi risparmiò dalle sue lamentele:

-Smith, come pulisci te, nemmeno un ragazzino delle elementari è in grado di uguagliarti! Vergogna!- dovevo sbrigarmi ad andarmene, non potevo sopportarla ulteriormente. Quando giunsi al punto di incontro vidi già Nolan in veste sportiva e non posso negare che fu una visione sublime: era così atletico ma al contempo maturo, le forme sviluppate e  la sua  confidenza erano tutti elementi che concorrevano a rendermi incantato. Non mi capacitavo a come fossi finito ad allenarmi con un alfa ma d'altronde non avevo che ricvuto sorprese da quando avevo iniziato le selezioni. 

-Eren, allora, sei pronto?- Nolan mi squadrò ed io mi avvicinai cercando di mantenere una attitudine disinvolta.

-Si insomma. A meno che tu non voglia umiliarmi pesantemente

rise al mio sarcasmo ma infine disse:

-Non preoccuparti, ci andrò piano.- ho capito, gli piaceva prendermi in giro. La cosa sorprendente è che gli riusciva facilmente e sembrava che nemmeno si sforzasse. 

-Alla prova con Glauco ho notato che sei un tipo metodico, che usa molto gli schemi di lotta- cominciò a fare stretching sulle braccia: 

-Per far fronte a certi soggetti, non puoi aspettarti nulla- si posizionò poco distante da me: 

-allora prova a colpirmi- 

-come?- non sapevo se scherzasse o fosse serio

-andiamo, hai paura di farmi male? - rise al suo scherzo ed io ero sempre più confuso

-coraggio, colpiscimi.- ripetè Nolan, stavolta più convinto. Dovevo colpirlo? Mi misi in posizione e una volta accertatomi che non stesse scherzando, gli diedi un colpo di mano sul petto, che però lui intercettò con nonchalance e usò per prendermi e buttarmi a terra, come se Nolan l'avesse già programmato. Un gemito di dolore mi scappò e fui lento a rialzarmi per l'inaspettata reazione di Nolan. 

-Prevedibile e troppo lento-  si offrì per aiutarmi a rialzarmi ma mi arrangiai da solo, infastidito per essere stato miseramente battuto. 

-è questione di posa e scioltezza. Devi essere flessibile e meno meccanico. Avanti riprova.- Avevo come la percezione che mi trovasse divertente, come un gioco da testare ma ciò non di meno mi riposizionai per riattaccarlo. Cercai di colpirlo lateralmente sebbene mi parò agilmente il colpo per poi sferzarmi un attacco di avambraccio che intercettai, per poi allontanarmi dalla sua presa e studiarlo per pochi istanti. Cercavo un punto, uno spiraglio scoperto dove potessi offendere ma la sua agilità mi rendeva impreparato a qualunque strategia, allorché provai con altri colpi che sapevo aver funzionato con Glauco ma che prevedibilmente furono inefficaci con Nolan. 

Nolan difendeva bene, ma sapevo che lo stessi mettendo in difficoltà, o almeno così mi sembrò, ed effettivamente compresi fosse solo una mia illusione perchè infine riuscì a ributtarmi a terra.

-Ancora prevedibile e troppo tecnico. Nei combattimenti reali non c'è spazio per la correttezza, vince chi è più sleale, e lo sai bene.-  riofferse  la sua mano e stavolta l'accettai, aiutandomi a rialzarmi, indolenzito su un lato. Non ribattei ma metabolizzai le sue parole severe per quanto autentiche. 

-Me la cavo meglio con la strategia- dissi con una punta di ironia, al che Nolan ribatté:
-la strategia è fondamentale ma se vieni ucciso è del tutto inutile. La prima strategia è quella da combattimento, il resto è secondario.- 

-lo so, lo so- dissi infastidito per quanto avesse ragione.- cavolo, ci sei andato giù pesante - il dolore alla schiena acuiva con ogni mio spostamento

-E non è ancora finita. Forza riprendiamo- 

volevo apprendere e dimostrare a Nolan le mie qualità, renderlo conscio di quanto valessi ma era difficile tenere testa a un alfa: noi reclute non eravamo preparate per questo, e l'avversario più pericoloso a cui ci saremmo potuti scontrare si sarebbe limitato a un lupo solitario. Un alfa aveva potenzialità superiori e una resistenza inimmaginabili per  qualsiasi lupo comune ma Nolan possedeva anche una tecnica fine del combattimento che lo rendeva ulteriormente ineluttabile. 

-Tieni i gomiti alti e copri bene il volto- Nolan non temeva di consigliarmi mentre attaccava, certo che avrebbe comunque trovato un modo per raggirarmi e difatti mi afferrò per un avambraccio e mi ributtò a terra- Rigido di busto ma non negli arti. Così sei totalmente scoperto all'avversario.- il tonfo con il pavimento mi rimbombò in testa, come anche il pensiero che stessi sbagliando tutto e stessi mostrando una versione debole di me stesso, al che non mi rialzai subito, vinto da quell'afflizione che mi rendeva incapace di reagire:

-per oggi possiamo fermarci- Nolan mi guardò curioso- stanco?- 

-distrutto- mi misi seduto sul pavimento e riflettei sul risultato di quell'allenamento- ho fatto schifo vero?- 

-non esattamente- Nolan aveva un ghigno divertito e anch'io mi lasciai andare a una risatina consolatoria per quanto amara:

-sei andato meglio di quanto mi aspettassi, e nonostante tutto hai delle buone tecniche.- mi rialzai e in quel momento realizzai che la palestrina vuota sembrasse più grande e l'aria fosse più densa: in fondo ero solo con Nolan e il silenzio era riempito solo dai  nostri colpi e respiri, creando come uno spazio atemporale e surreale; l'aria si era scaldata e le nostre fronti luccicavano di sudore ma Nolan si avvicinò comunque a me, scrutandomi a tal punto che guardai in basso, incerto su come reagire. 

-grazie...- dissi con tono storpiato dall'insicurezza ma Nolan inaspettatamente mi risistemò qualche ciocca di capelli scompigliata dalle mie cadute per poi sorridermi:- per oggi ne hai avute abbastanza, chissà la prossima volta-  benchè entrambi sudati non mi dispiacque che fosse così vicino, che mi sistemasse i capelli come fossero carezze di conforto,  al che mi godei quell'istante e quel suo tocco finché non sentimmo qualcuno entrare in palestrina-

-alfa Nolan- Laerte parve sorpreso di vederci quanto io di lui e Nolan tolse la mano dai miei capelli e non mostrò alcuna alterazione- Malcom mi ha detto che eri qui- non mi prestò benché minima attenzione come se non fossi anch'io presente con Nolan e proseguì imperterrito- avrei bisogno di parlarti in privato- alluse finalmente alla mia presenza evidentemente  per lui indegna benchè Nolan rispose:- ora non posso Laerte, sono impegnato- 

-ritengo di insistere alfa  dato che è una questione importante che richiede della tua attenzione.- Nolan era serio, di un umore opposto a quello di pochi minuti prima  e si mise a  guardare le finestre  della palestrina per accorgersi che si era fatta ormai sera. Sembrò come che dall'orario della giornata fosse dipesa la sua risposta per infine  rivolgersi a me, rimasto in silenzio:

-vai a cambiarti Eren, e aspettami in spogliatoio. Ti porto a casa- 

-oh, non serve che ti disturbi, posso andare a p...- 

-Vai. Ora- fu deciso e non mi sentì in grado di controbattere al che mi rivolsi esitante all'uscita e passai di fianco a Laerte il quale mi rivolse uno sguardo distaccato che però non celò una certa irritazione e lì fui subito curioso di sapere su cosa Laerte volesse discutere con Nolan. Che avesse da lamentarsi sulle graduatorie? Glauco era passato non c'era motivo di lamentarsi, no? in spogliatoio mi feci una doccia calda e mi cambiai con calma perchè sapevo non ci avrebbero messo pochi minuti per discutere e infine attesi nel corridoio che immetteva nella palestrina dal quale potevo udire le loro voci distanti. La tentazione di quel momento di origliare  attraverso l'udito amplificato fu forte e allettante, come se mi venisse offerta un'occasione del genere su un piatto d'argento ma ero anche combattuto se fosse un comportamento irrispettoso o no da tenere verso Nolan. Cosa dovevo fare?



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