Eren

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-Oh andiamo, più veloce!- Tyrion mi stava testando sui miei riflessi ed io a fatica tenevo testa a quel bestione di guerriero:

-smettila vecchio rugoso,  perchè devi subito stressarlo ? -Percival intervenne in mia difesa sebbene io cercassi di trarre quanti più insegnamenti possibili da ogni lezione che mi si impartisse, anche se in modi così pressanti. 

Non vidi più Nolan dopo che andò a parlare con Laerte, al che sospettai se l'interrogatorio stesse richiedendo così tante ore per colpa di Delmonte, al che pensai che sarei rientrato a casa per conto mio, avvisandolo per telefono. Nolan mi aveva dato il suo numero ed io ancora non l'avevo utilizzato, ma provai una certa reticenza a chiamarlo; non avrei voluto importunarlo, al che gli inviai un semplice messaggio: 

Ciao Nolan, sono Eren.

 Sto tornando a casa adesso, ma dimmi se hai bisogno di me  :)

Era strano comunicare in modo così informale, avere una relazione così intima con Nolan,  e mi fece sorridere pensare a tutte le volte che lo avessi visto in vita mia di fianco al padre per qualsiasi celebrazione del branco ed essere ignoto di come ci saremmo poi legati. Era sorprendente il corso degli eventi, imprevedibile. Non ricevetti risposta ma non me ne preoccupai, tornando a casa rilassato. 

Fu ad un tratto che ricevetti una chiamata dal numero della pizzeria di Michele, il quale mi lasciò in parte stupito: 

-pronto Michele? si , dimmi tutto- 

-oh figliolo ho delle buone notizie. Dario è stato dimesso dall'ospedale e ora sta venendo qui da me. 

-Dici sul serio? Ma è fantastico! Passo da te allora-

- gli farebbe molto piacere caro, sì, ti ringrazio- conclusi la chiamata con una raffica di emozioni sobbalzarmi in petto, specie del sollievo di sapere che Dario stesse bene  e che avessi finalmente modo di vederlo. Non persi tempo quindi a cambiare strada e a raggiungere la pizzeria, assicurandomi di non dare troppo nell'occhio e sperare che pochi mi riconoscessero; la fama di guerriero era ormai effetto inevitabile di quel titolo così ambito. 

Le strade erano meno affollate e  la sera riempiva l'aria di colori caldi  e tenui che davano un senso placido alle case e agli ediifici. Dario sedeva all'aperto, e appena m vide fu pronto a venirmi incontro e ad abbracciarmi in una stretta fraterna. 

-dannazione Dario, quanto mi hai preoccupato- ero contento di vederlo, una vera sollevazione dall'angoscia- lo so, lo so, non pensavo neanch'io di poter finire in quel modo- ci sedemmo, ci scambiammo le prime esclamazioni di gioia ed euforia di cui non avrei modo di ricordare il filo logico per poi dire: 

-cazzo, ma come ti è saltato in mente di fare quello che hai fatto all'arena? - 

-lo so, è stata pura follia! Non ero in me in quel momento. Ma sono contento che tu almeno sia divenuto guerriero! wow, lo sapevo che saresti stato te- una risata felice, al traboccare della contentezza che mi rincuorò lo spirito e mi fece ridere allo stesso modo dell'imprevedibilità degli eventi accaduti: -se fossi stato più prudente ci saremmo sfidati e allora di certo i ruoli sarebbero  invertiti!-

-non lo metto in dubbio, con un pazzo come te non so come avrei fatto- 

ridemmo per un altro po' per poi mutare argomento e parlare di come stesse procedendo tutto il resto: 

-mio zio mi ha detto che Glauco si è presentato alla celebrazione facendo una scenata. Cristo, lo avrei sgozzato dalla rabbia-

-fidati Dario, ero sul punto di fare lo stesso. Ma in fondo credo che l'arresto del padre lo abbia scombussolato parecchio- 

-Laerte arrestato? questa mi è nuova- Dario fu estremamente curioso, dagli occhi così vivi che però mi diedero rassicurazione rispetto a come li vidi l'ultima volta in arena, al che proseguì: 

-si, credo che abbia sabotato una delle prove, non si è certi. Nolan è andato a parlargli, non saprei cos'altro si possa ricavare da uno come lui.- 

-Quei Delmonte...io li caccerei tutti, nessuno escluso.- fu per un istante che Dario contrasse la faccia, come addolorato, al che mi allarmai parecchio: 

-ehy, che succede? ti fa male qualcosa? devo chiamare Michele?- 

-ah,no ,no, solo i punti. Devo toglierli domani. Noi omega siamo sensibili ahhaha- 

-non riesco a credere che ti sia lanciato in una prova suicida. Perchè non ti sei arreso prima, idiota-

-lo so cosa pensi, anzi cosa pensano tutti. E' stato stupido per voi....ma per me no, insomma. Ero a tanto così da battere un Delmonte, a provare che valessi qualcosa... che noi omega abbiamo la forza che tanto quella famiglia disgraziata ci accusa di non avere. Di non essere un debole, mi capisci no?-

ebbi empatia verso di lui, e un sottile senso di colpa per averlo accusato forse troppo direttamente mi rese più cauto nelle prossime parole: 

-che sia stata o no una prova per dimostrare qualcosa,  non avresti dovuto eccedere in quel modo. Eravamo tutti preoccupati. La tua unicità viene prima di qualsiasi altra dimostrazione verso gli altri. Ma non sono un dannato saggio, voglio solo che tu sappia che la tua intraprendenza non deve essere alimentata dal tuo desiderio di dimostrare qualcosa. Insomma lo fai per te, no?- Non so se avesse afferrato, il suo sguardo era pensieroso, meno gaio di prima ma comunque non potevo trattenere ciò che pensavo, e sinceramente credetti di averlo espresso anche in modo da non poterlo ferire eccessivamente. 

-si, ho capito. ti ringrazio Eren, so che lo dici perchè mi sei amico. Ad ogni modo credo che ora sia tu il nuovo sceriffo del branco. Sono contento per te, davvero. - 

-grazie Dario.- parlammo ancora finchè le ombre si allungarono come stirate al suolo, per poi alzarci e salutarci: 

-mi raccomando Eren, spacca i culi agli altri guerrieri.- 

- pft, grazie per la fiducia. Ci vorrà del tempo però. Ora vado, alla prossima- 

Ci separammo ed io mi incamminai lentamente verso casa, impensierito da quello che mi disse Dario: spingersi a tal punto per dimostrare il proprio valore verso gli altri mi sembrava frutto o di speranza o esasperazione, ancora ero indeciso e ripensandoci mi chiedo se anch'io mi fossi comportato come Dario nella sua situazione. La verità è che mi sento ipocrita a consigliare ciò che sia più giusto e razionale quando in realtà siamo tutti soggiogati dalla pressione di sentimenti e tribolazioni irrazionali per cui non sappiamo dare spiegazioni. Compresi che Dario non si sarebbe potuto lanciare in una resistenza folle senza che fosse stato mosso da qualcosa di estremamente radicato nella sua mente, al di là dei semplici pensieri. Quelle riflessioni furono però interrotte dalla suoneria del mio telefono, sul cui schermo apparve il nome di Nolan:

-Pronto, Nolan?-

-dove sei?-  colsì subito una certa freddezza, mista a impazienza: 

- sono in giro. Hai bisogno ?- 

-domani devi venire al campo per le 5. Dobbiamo partire per una spedizione con i guerrieri. sii puntuale mi raccomando.- Mi parve nervoso, impegnato, rivolgendosi a me come in veste formale:

-va bene... qualche problema?- 

-domani ti spiego, non andare a letto tardi- riattaccò subito ed io rimasi inebetito da come mi avesse impartito un ordine che avrebbe potuto benissimo rivolgere a un ragazzino, e non compresi come mai quel possibile distacco nei miei confronti. Sarebbe stato sempre così ogni qual volta mi avrebbe imposto un ordine? Il pensiero di una spedizione mi allettava, se non che fosse fissata per così presto, ma una piccola eccitazione che mi pervase il corpo mi ricordò che quella del giorno dopo sarebbe stata la mia prima spedizione con i guerrieri. Non avrei resisitito dall'euforia. 

il suo guerrieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora