Quando la notizia sull'invasione dei solitari si diffuse fui preda degli allarmismi di amici e genitori, oltre che di polemiche sulla mal gestione dei confini del branco:
- mi sembra assurdo, non ricordo ci fosse mai stata un invasione del genere dalla caduta di Arcinte.- Eravamo da Michele, al nostro tavolo mentre Ben parlava e mangiava insieme, impensierito da non gustarne nemmeno il sapore, mentre Sam era muto, concentrato.
-Vorrei sapere cosa farà ora Ronan. Avrà la pressione addosso.
- Non saprei.- obiettai, - ma se non fossi stato così debole, avrei voluto ucciderne un paio. Uh, dannazione-
-E' colpa di quel Dario. E' lui che è saltato addosso a Glauco e vi ha fatto cadere. E' un idiota se non ha ancora capito che è nella natura di Glauco provocare la gente.- Dopo che raccontai loro i particolari della prova, entrambi concordarono sull'incolpare Dario, senza esitazione.
-Ragazzi, siete troppo seri. E poi non credo sia stato facile per lui. Ora come ora non so nemmeno come faranno le graduatorie, potrebbero persino squalificarci- un groppo in gola mi si formò al pensiero ma Sam infine intervenne:
-Perchè devi andarci di mezzo te? Se lo fanno veramente vado a protestare da alfa Nolan-
-Ma per favore- cercai di sembrare gaio ma in fondo ero angosciato da quel possibile avvenimento
-Non preoccuparti Eren- mi disse Ben- So che Nolan terrà conto degli imprevisti- questo era vero. Sapevo che sarebbe stato così; dopo la sera ,nella camera del campo, mi sentì per ore svuotato dalla pesantezza delle mie preoccupazioni e rimasi come un ebete a vagare nella leggerezza della spensieratezza, a godere di un piacere che non pensavo avrei potuto provare, a metabolizzare le parole di Nolan e sentire le mie labbra arcuate da una gioia genuina. Era sbagliato che mi sentissi così? A volte mi chiedo se quello che mi renda felice non sia poi ciò che possa ostacolarmi, a rattristarmi. E' possibile che la medesima cosa abbia un tale potere su di me? Che mi faccia sentire così debole ma sia anche ciò che mi sproni a dare il massimo.
Sapevo che avrei rivisto Nolan il giorno dopo, con l'esposizione delle graduatorie al campo, o almeno per come formalmente si sarebbero dovute tenere le procedure ma evidentemente la cosa rimaneva incerta. Era angosciante come rischiassi costantemente di essere eliminato, e ora che mancava poco potevo comunque perdere tutto; ne sarei uscito distrutto se fosse successo. Attesi con impazienza ogni istante per quel primo enunciato, e trascorsi una notte insonne per quella sofferta attesa. Che strano come dessimo peso alle cose, tanto da influire sul nostro corpo. Chissà se avrei visto Nolan domani: avrei voluto che ci fosse ma in tal caso non avremmo che mantenuto un rapporto formale, tra recluta e alfa, ma forse avremmo potuto coglier nello sguardo dell'altro un'intesa sottile, sufficiente per farmi capire tutto.
Quando il giorno dopo mi presentai al campo, fui raggiunto in primis da Dario che mi riversò e sue più sentite scuse, come se non avesse atteso atro che svuotarsi dal peso di quelle parole insormontabili:
-Eren, ti chiedo infinitamente perdono, giuro che se a causa mia dovessi essere eliminato farò immediata protesta a Malcom, anzi no a Nolan. O forse a Ronan, si anche Ronan, purchè tu passi. Non volevo metterti in questa situazione, sono stato preso dalla collera, non sai quanto mi dispiace-
-Lo so Dario, lo so- vederlo implorare in quel modo mi fece in parte scemare quella piccola arrabbiatura che ebbi nei suoi confronti , sostituendosi all'apprensione:
-se non passeremo, sarà anche per causa mia. Non dovevamo trovarci dove stavamo, avrei dovuto insistere per cambiare strada. Ma ora non resta che aspettare.- dissi mentre ci dirigemmo al cortile, dove delle reclute erano ammassate e confabulavano rumorosamente.
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il suo guerriero
RomanceEren dovrà competere contro tutti per poter diventare guerriero e coronare il suo più grande sogno, ma non si aspetterà di trovare proprio il suo compagno durante le selezioni, specie trattandosi del futuro alfa del branco, Nolan Castelli. Sarà tr...