Nolan

14 0 0
                                    


-Allora, di cosa volevi parlare Laerte?- il fatto che fosse venuto al campo a cercarmi mi fece quasi pensare potesse avere un motivo ragionevole per volermi parlare- è per le prossime prove. Ronan mi ha informato a riguardo e devo ammettere che sono discutibili sotto certi punti:

-sai anche te che la natura delle prove non è decisa da me. Se avevi delle lamentele su questo le avresti dovute presentare al comitato del corso di selezione.- 

- oh, ho mandato le dovute segnalazioni ma non devono essere state seguite. Sai anche tu che fare la prova di selezione vicino alle ex tenute di Arcinte Delmonte è solo un modo per ledere il nome della mia famiglia, e della mia impresa. Lo trovo inaccettabile questo-

-Laerte, è territorio abbandonato della Fosca che bisogna riqualificare e di cui non c'è più traccia del passato. Non capisco dove sia il problema-

- Il problema è che quel territorio spetterebbe a me per diritto ereditario eppure vedo che lo usate come campo da gioco per delle reclute-  il suo tono calmo ma penetrante e subdolo riusciva sempre a non superare il limite delle formalità, benché lo sfiorasse come se attratto dal rischio di valicarlo:

- I nipoti di Arcinte hanno deciso così, così come il resto della loro progenie, fino a te. Oramai appartiene alla Fosca, lo sai benissimo. Non fare la vittima Laerte- lo  scrutai, sfidandolo come lui osava sfidarmi nel tono:-  e poi è il punto più estremo e vicino alla Landa, non sarebbe sicuro nemmeno costruirci nuovi edifici. Arcinte lo sapeva bene.- Non è ignoto che Arcinte torturasse prigionieri e ostaggi nel complesso dove era abituato ritirarsi e che sfruttasse proprio i lupi solitari come suoi leoni d'arena. Atti spregevoli vennero commessi entro quelle mura ma ora che gli edifici del tiranno erano stati abbandonati si era pensato di sfruttarli per le prove delle reclute. Io non ero a favore, benchè non volessi esplicarlo a Laerte ma mio padre pensava diversamente a riguardo:

-Non posso farci nulla Laerte, così è e così rimane- 

-Lasci che le cose vadano così? Ah Nolan-  sbuffò con ostentazione- sai bene che tutto questo si può benissimo evitare: mio figlio ha doti che nessun altro lupo ha, che solo i Delmonte trasmettono di generazione in generazione. Sarebbe un guerriero eccezionale, ma è chiaro che si preferisce chiudere gli occhi di fronti ai fatti e credere che altri spavaldi possano sostituire Glauco-

-Attento a come parli Laerte- Sapevo a chi si stesse riferendo - è la tua fierezza che acceca il tuo giudizio- Laerte si muoveva sul posto con nevrotici ciondolamenti, più irritato di prima

- Tuo padre sa cosa stavi facendo qui? Perchè a me è sembrato molto evidente e allenare privatamente delle reclute credo violi ogni regolamento della selezione. Non è un buon comportamento per il futuro alfa, chissà cosa potrebbero pensare gli altri di te- lo osservai, chiaramente sfidato, al che emanai ogni mia vibrazione da alfa, tralasciando un rauco ringhio e avvicinandomi lentamente a lui; eravamo entrambi alti e miei occhi erano a livello dei suoi, i quali però non ressero dal confronto e si abbassarono impauriti.

-Mi stai minacciando Laerte?- la mia voce stava mutando  di un timbro profondo e disumano: 

-no alfa, assolutamente- attesi un istante per cercare di calmarmi

-Non ti devo alcuna spiegazione di quello che faccio, e non ho paura di ciò che puoi andare a dire in giro. Ma permettiti ancora una volta di sfidarmi a questo modo e ti faccio cacciare dalla Fosca, hai capito?- 

-si, alfa. Chiedo scusa- nei suoi occhi non vi era solo la paura ma anche odio; un odio che si sarebbe accresciuto non appena si sarebbe congedato e avrebbe avuto modo di riflettere sulla sua umiliazione. Si, perché sapevo che lo stessi umiliando e assoggettarsi in quel modo di fronte a qualcuno, o al loro stesso alfa, non era oggetto di vanto per i Delmonte. 

il suo guerrieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora