Attesa

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Ancora non riuscivo alle mie orecchie! Quello scambio di battute tra me e mia madre, non voleva saperne di uscire dalle mie orecchie.

["So perché sei triste"]
["E perché sentiamo... ]
["Per quella sangue di lupo addomesticata."]

Era vero ero innamorato di Maddy e speravo di tutto cuore che quei mesi non avessero sminuito ciò che ci eravamo confessati.
Me lo ricordo come fosse ieri...

["Ti prometto che un giorno non molto lontano, ci ritroveremo."]

Eh sì le avevo detto proprio così...
E adesso per riabbracciare la mia bella e dolce Maddy Smith, avrei dovuto percorrere miglia e miglia, ma ció non mi importava, perché per lei avrei fatto questo ed altro. Comunque non divaghiamo... dopo la chiacchierata con mamma, mi misi in marcia. Era pomeriggio inoltrato di un giorno di primavera che faceva fatica a esplodere in tutta la sua bellezza e a mostrarsi a tutti nelle sue più svariate forme.

Ero in viaggio da 6 ore ormai è decisi di fare una sosta, cosí mi trasformai in umano con circospezione.
"Starò facendo la cosa giusta?"Mi tormentai. Fu allora che per la prima volta sentii una voce:

"Tu l'ami?"
Mi guardai attorno cercando di capire da dove ptovenisse quella voce, ma non trovai risposta.

"Hoi! Sto parlando con te, sai?"

"E chi saresti?"

"Hai mai sentito parlare della voce nella testa delle persone che le consiglia, che le guida nelle scelte... No eh?"

"Forse no."

"Non importa... Comunque ritornando alle cose serie... tu l'ami?"

"Sì, mi manca da impazzire."

"Adesso come ti senti?"

"Vuoto, infelice, incompleto"

"Mmh... classica diagnosi da cuore innamorato..." disse il mio inconscio sembrando un analista e io il paziente.

"Quindi? Mi dica dottore cosa dovrei fare per migliorare la mia situazione?"

"Il rimedio é solo uno. Segui il tuo cuore, mio caro e andrai lontano."

La voce sparì dalla mia testa e mi misi subito in viaggio per riuscire ad arrivare a casa Smith in serata non troppo inoltrata.

Dopo aver attraversato un fitto bosco, molti corsi d'acqua gelati e anche zone dove pioveva, arrivai in una piccola cittadina quasi disabitata.
Aspettai che tutte le luci fossero spente per attraversare i cunicoli indisturbato.
Devo ammettere che non stavo piú nella pelle per la felicità di rivederla e nell'attesa mi fermai ad osservare il cielo, che da roseo che l'avevo lasciato era diventato blu tendente al nero, quasi come la pece. Chiusi un attimo gli occhi per assaporare quel momento e li riaprii dopo qualche minuto dopo più lucido e sereno di prima.

Constatando che nessuna luce fosse accesa mi addentrai tra i viottoli della cittadella a passi lunghi, ma rapidi come un ladro che si aggira per le case cercando quella che gli darà maggior profitto.

Attraversato il villaggio, mi feci largo nel bosco che precedeva casa sua, come mi aveva mostrato Iolas. Corsi come un forsennato, come non avevo mai prima e in poco tempo mi ritrovai davanti ad un'enorme casa di mattoni che in alcuni punti era ricoperta da edera rampicante. Anche se era notte, riuscivo a distinguere abbastanza bene le forme ed i colori avvolti nell'oscurità rischiarata da una luce proveniente da una finestra in alto. Rivolti il muso verso di essa e mi misi seduto ad aspettare.

-Wolf blood- #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora