Un po' di tempo insieme

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Una volta che ci trovammo in quella situazione, non sapendo cosa fare, sorpresi da chi avevamo di fronte, ci buttammo gli uni nelle braccia degli altri. 

"Non ci posso credere!" per poco non misi a piangere.

"Maddy!" Esclamò la mia amica Shannon altrettanto felice per avermi ritrovata. 

"Non immagini quanto mi sei  mancata in questi mesi!" Aggiunse poi tenendomi stretta a sé temendo che fosse solo un'allucinazione e che da un momento all'altro tutta quella gioia potesse sparire in un istante. 

Rydian si riprese dal suo stato di shock e salutó Tom con una pacca sulla spalla che l'amico ricambiò. Non poteva credere ai suoi occhi: finalmente dopo il modo triste in cui si erano detti addio, avevano avuto una seconda occasione per rivedersi e stare insieme. 

Ci guardammo per qualche istante disponendoci a cerchio. I miei genitori ci guardavano abbracciati in un angolo un po' lontani da noi.

"Non mi sembra vero!" Esclamai senza parole guardando i miei amici di sempre, che hanno fatto parte della mia infanzia che conoscono i miei segreti, pregi e difetti.

Allo stesso modo Rydian sembrava non essere affatto scontento di ritrovarsi con coloro che lo avevano accolto nel momento in cui si sentiva più solo e sconsolato. 

Vidi Shannon e Tom felici come se la fatica del viaggio li avesse ripagati. Sembrava si sentissero leggeri come dei gabbiani che volano su una distesa azzurra in modo pacifico e spensierato. 

Avrei voluto che quel momento non finisse mai. 

Quando fummo entrati in casa Smith concedendoci una tazza di thé, cominciarmmo a conversare amabilmente a proposito di tutto ciò che era successo da quando non vivevamo più nella stessa città. 

"Che novità ci portate da Stoneybridge?" Chiese mia mamma curiosa, ma allo stesso tempo seria e preoccupata. 

Shannon appoggiò la tazza sul tavolino di fronte ai divanetti sui quali erano seduti e Tom fece lo stesso. Si fecero entrambi improvvisamente cupi. Passò qualche minuto prima che potessero cominciare a parlare. 

"Diciamo che la situazione é cambiata. Il sindaco è stato incastrato dalla nuova Dottoressa a capo del progetto per l'esistenza e lo studio dei lupi mannari. Ma da quando ve ne siete andati sono aumentate le aggressioni in città e non è più un posto sicuro per chiunque." Prese la parola Tom.

"I nostri genitori si sono trasferiti al Nord e noi abbiamo deciso di venire qui per qualche giorno. Siamo ospiti in città in un albergo poco distante da qui." Aggiunse Shannon.

"Come stanno i vostri genitori?" Chiese d'inerzia mia mamma beccandosi uno sguardo molto truce da parte mia. 

"Adesso meglio, grazie." Si limitò a rispondere Tom, vedendo la tristezza negli occhi di Shannon. 

"Chi vuole un altro po' di thé?" Chiesi per sdrammatizzare e rompere quel silenzio soffocante che si era creato. 

Rydian mi guardò con un mezzo sorriso sulle labbra apprezzando la mia intraprendenza. 

Tom e Shannon mi guardarono sorridendo e mi porsero la loro tazza. 

Mi diressi in cucina e mentre preparavo dell'altra acqua calda, riflettevo. Ero preoccupata per quello che stava accadendo a Stoneybridge. E noi qui impotenti. 
Mentre ero persa in questi pensieri, percepii una presenza dietro di me. Mi girai impercettibilmente e con un angolo della bocca.

"Hey, tutto bene?" Rydian mi fece alzare lo sguardo su di sé. Io annuii di riflesso cercando di sfuggire al suo sguardo. 

 "Siamo sicuri?" Mi guardò con sguardo poco convinto. 

"Sì, certo! Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va?" Mi girai per controllare l'acqua calda.

Più cercavo di evitare il suo sguardo più mi sentivo piccola. Mi appoggiai al piano cottura di marmo. Non potevo fare nulla, non potevo combattere, non potevo difendere la mia città. Io lontana da casa e loro che soffrivano per colpa nostra. 

Ero in trappola come un topo. Ma non volevo ammetterlo. Se lo avessi confessato a Rydian avrebbe pensato che la sua ragazza avesse qualche problema. Quindi meglio non dire niente e fare finta di niente. Buon viso a cattivo gioco.
Mi girai di scatto verso di lui con un sorriso stampato sulla faccia per sviare tutti i possibili sospetti della mia preoccupazione.

Il bollitore cominciò a fischiare riportandomi alla realtà. 

"Mi sembri un po' pensierosa, persa."
Si avvicinò pericolosamente il biondino. Io mi discostai. 

"Appunto, mi vuoi spiegare che diamine ti prende? Lo sai che a me puoi dire tutto, vero? " Cominciò ad alzare la voce prendendo le mie braccia tra le sue mani. Mi scosse, ma io rimasi immobile in silenzio non sapendo cosa dire. 

"Dimmi qualcosa almeno!" Mi incitò, ma io non mossi un passo e non dissi una parola.

L'aria si fece pesante e io sembravo una bambola di pezza nelle mani del mio burattinaio. 

I nostri occhi erano incatenati gli uni negli altri come catene infrangibili. All'improvviso sentii cedere le ginocchia, ma il contatto visivo rimaneva sempre. Rydian mi supportò per non farmi cadere. Mi strinse forte a sé come un corpo senza vita. La vista mi si annebbiò e non ebbi più il controllo sul mio corpo che divenne un ammasso di pensieri e preoccupazioni che mi scivolarono davanti agli occhi prima di chiuderli definitivamente. 

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Buonasera cari lettori!

So che non è l'ora più adatta per un aggiornamento e che è da un po' che non lo faccio, ma spero che questo capitolo vi piaccia. 

Domani vorrei pubblicarne un altro per farmi perdonare. 

Spero di farcela,

Buonanotte,

Kikka9811



-Wolf blood- #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora