La fortuna arride a chi sa attendere

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Ero in camera mia, stavo leggendo un libro triste come mi sentivo io in quel momento. Avevo gli occhi lucidi e stavo quasi per piangere, quando ad un tratto lo sentii. Un odore familiare. Un odore che quasi mi faceva impazzire. Una presenza misteriosa, ma allo stesso tempo oscura, avvolta nel mistero, nelle tenebre della notte. Mi sembrava cosí reale che ad un tratto pensai fosse solo la nostalgia di casa, di Rydian e dei ragazzi.Poi mi feci coraggio e scesi le scale stando attenta a non fare troppo rumore. I miei stavano dormendo ed io ero l'unica ancora in piedi che ogni santa notte non riusciva a chiudere occhio pensando a Rydian e a quanto avessi voluto riabbracciarlo. Ma tutto ciò non era possibile, poiché ci trovavamo a miglia di distanza l'uno dall'altra. Arrivai alla porta d'ingresso e con le mani tremanti mi avvicinai al chiavistello. Pensai di tornare di sopra tenendomi il dubbio di quella presenza in giardino, ma no! La curiosità era troppo grande. Aprii sicura la porta con un colpo secco e davanti alla porta trovai un ammasso di pelo accoccolato sullo zerbino di casa con gli occhi chiusi. Aveva il pelo chiaro molto folto come quello di Rydian. Ad un tratto si mosse ed aprí gli occhi, alzò la testa. Gli occhi erano chiari come i suoi. Un momento prima avevo salutato l'ipotesi di tornare dentro pensando fosse uno scherzo della mia mente verso i miei affetti.
Scherzo o no, adesso questa opzione era definitivamente scartata, considerando che il lupo era a quattro zampe davanti a me e mi stava osservando intensamente. Facendo passi piccoli, si avvicinó a me. Io mi abbassai facendo scricchiolare le ginocchia. Mi leccó la mano che avevo allungato coraggiosamente per accarezzargli il muso. A quel tocco mi ritornarono alla mente numerosi ricordi nostri e per un attimo chiusi perfino gli occhi per poi riaprirli e ritrovarmi lui in carne ed ossa. Io che ero ancora inginocchiata, mi alzai. Mi misi una mano sulla bocca incredula per ciò che stavo vedendo.
Pensavo fosse un'illusione creata dalla mia mente per farmi soffrire di meno, ma quando lo squadrai da testa a piedi constatando che fosse proprio lui, gli dissi con un filo di voce:

《Dimmi che non é un sogno! 》sapevo benissimo di avere gli occhi lucidi e quando qualche lacrima mi scese sul viso, rigandomi le guance, la sua mano si appoggiò sul mio viso asciugandomele.

《Sai bene che non potrei mai mentirti. 》 disse mostrando altrettanta commozione nella voce.

Mi lanciai tra le sue braccia e rimanemmo così per un tempo indefinito, felici di esserci ritrovati e decisi a non lasciarci piú.

-Wolf blood- #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora