Era un giorno come tanti per Izuku che stava rincasando dopo le lezioni pomeridiane in quel nuovo posto di lavoro, in cui lo avevano appena assunto come insegnate di matematica.
La neve cadeva fioca tutt'attorno a lui, illuminata dalle luminarie sparse per tutto il centro di Shibuya.
Aveva scelto di accettare quel lavoro anche perché lo aveva portato lontano da quel paesino in cui era cresciuto e il vivere tra quelle vie piene di ricordi non troppo felici non lo avrebbe portato da nessuna parte.
Voleva di più, voleva vivere la sua vita appieno e sentiva che in quel luogo non ce l'avrebbe fatta, troppo sommerso dai ricordi, ma ora che era in una nuova città con un lavoro in una prestigiosa scuola privata della capitale, tutto sarebbe finalmente filato tutto liscio.
Era quasi natale e aveva deciso di non andare da sua madre, ma di invitarla a casa propria per festeggiare insieme, per quello si trovava in centro in quel momento, voleva comprare qualche dolce da servirle l'indomani con la speranza di passare un bel giorno insieme dopo tanto tempo.
Era quasi arrivato alla pasticceria e per strada vedeva un sacco di coppie che si tenevano per mano o strette in abbracci per scattarsi foto davanti a raffigurazioni di cartonati degli eroi che spesso lavoravano in zona.
Invidiava quei giovani spensierati che si godevano la vigilia con i rispettivi compagni.
Lui non aveva mai avuto nessuno, non dopo la sbandata che si era preso alle elementari per quel ragazzo biondo che era stato il suo più grande rimpianto.
Perché Bakugou Katsuki, ragazzo per cui aveva perso la testa e il cuore alla fine si era rivelato un ragazzino crudele che pensa unicamente a sé stesso.
Per quel motivo, nonostante avesse ricevuto degli inviti da delle ragazze carine, ma anche da ragazzi attirati dal suo aspetto aggraziato, aveva sempre rifiutato, impaurito che una volta conosciutolo meglio si sarebbero rivelati come il biondo delle persone cattive, bisognose solo di una scusa per deriderlo e schernirlo.
Ritrovandosi a venticinque anni ancora single e senza alcuna prospettiva dal punto di vista sentimentale.
Non che gli dispiacesse, ma passare tutto il giorno in mezzo ai libri di scuola e a ragazzini che a malapena arrivavano alle sue spalle, non era di sicuro il massimo.
Era arrivato alla pasticceria finalmente, aveva avuto qualche difficoltà perché era un posto parecchio conosciuto e anche nei giorni normali c'era coda per entrare, ma quel giorno ve ne era ancora di più.
Stava per entrare quando un boato assordante investì lui e tutte le persone che lo circondavano.
L'onda d'urto che li investì poco dopo lo fece volare qualche metro più indietro, vicino ad un bambino che per lo spavento si era messo a piangere a più non posso.
Izuku si spinse vicino a lui e prendendolo in braccio, se lo strinse al petto per coprirlo da dei calcinacci che cominciarono a volare portati da quell'esplosione che non sapeva da dove fosse arrivata.
«Va tutto bene.» gli bisbigliò vicino all'orecchio, il piccolo non poteva avere più di cinque anni e in mano teneva un peluche a forma di gattino in cui aveva affondato il volto per non vedere quello che lo circondava.
«Dov'è il mio papà?» chiese tra i singhiozzi.
«Adesso lo cerchiamo.» rispose il verdino afferrando la sua ventiquattrore che gli era volata vicino per fortuna.
Si stava per alzare, quando una nuova esplosione arrivò a loro costringendo Izuku a coprire il bambino prima che l'onda d'urto arrivasse di nuovo.
Con una mossa astuta si accucciò il più possibile a terra per cercare di evitare la maggior quantità d'aria che avrebbe potuto spingerli via.
E per fortuna funzionò, spingendoli sono un po' più indietro.
Stava per sollevarsi e portare il bimbo finalmente al sicuro quando una risata risuonò per l'intera via, richiamando la sua attenzione verso un eroe che si muoveva con agilità creando micro esplosioni che lo sospinsero verso una figura che stava scappando da lui.
«Non può essere.» ansimò riconoscendo quell'eroe che sghignazzava contro quello che doveva essere un villain.
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Tutto per caso
FanfictionL'ultima cosa che Izuku si ricordava del suo vecchio amico d'infanzia era il suo sorriso cattivo dopo che lo aveva schernito per l'ultima volta. L'ultima cosa che Katsuki si ricordava di quell'impiastro che aveva costellato le sue giornate per tutta...