Parte 12

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«Lei è Shoto Todoroki.» disse Izuku riconoscendo l'eroe che aveva davanti.

Il bicolore storse da subito il naso, pensando che il verdino lo conoscesse solo per la sua discendenza dell'ex eroe numero uno.

«So che eri in classe con Bakugou ai tempi della Yuei, mi dispiace molto per te. Non deve essere stato facile averlo come compagno di classe.» continuò il verdino facendo alzare lo sguardo del maggiore che stava cercando una sorta di via di fuga da quell'incontro, ma le parole dell'altro lo misero sull'attenti.

«Vi conoscete perché andavate a scuola insieme?» chiese Shoto curioso del giovane uomo che aveva davanti.

«Magari fosse così semplice.» rispose Izuku con una risatina forzata.

Un silenzio pesante cadde tra i due che si misero a guardare la scena attorno a loro, il verdino pensò che questa volta era stato fortunato, non c'era stato un biondo esplosivo che era andato in suo soccorso.

Non che il ragazzo che aveva di fronte fosse tanto meglio, così silenzioso e senza alcuna espressione in volto che potesse testimoniare il suo stato d'animo. Sembrava una statua, bella, forse anche troppo, ma senza vita.

«Beh, a questo punto se non ci sono problemi me ne andrei.» disse alla fine il minore producendosi in un inchino rispettoso prima di voltare le spalle al bicolore.

«Scusa, ma a dire il vero dovresti venire nella mia agenzia per fare una deposizione.» rispose Shoto incuriosito per la prima volta nella sua vita da un'altra persona.

Lo aveva fissato di sottecchi, mentre l'altro guardava l'operato della polizia e si era chiesto come facesse un ragazzo così calmo e composto a conoscere uno cono Bakugou, un tipo rude e volgare che non faceva altro che importunare il prossimo con i suoi deliri di onnipotenza, come se fosse il solo ad ambire al primo posto come miglior eroe.

«Oh..» fece Izuku che sperava solo di riuscire finalmente a tornarsene a casa, aveva proprio bisogno di riabbracciare il letto e magari non alzarvisi più per un tempo ancora da definire, «Ve bene, se proprio devo.» e si incamminò dietro il bicolore che grazie al cellulare aveva mandato un messaggio al suo autista perché li venisse a prendere poco distante.

Shoto se ne stava in silenzio mentre il verdino continuava a guardarsi intorno, in attesa della macchina.

Voleva fare conversazione con lui, ma non trovava nessuno spunto da cui partire, poi gli venne in mente che alla fine avessero una conoscenza in comune.

Allora, come vi siete conosciuti tu e Bakugou?» domandò fissando un punto lontano in modo che i loro sguardi non si potessero incrociare.

«All'asilo, a quel tempo eravamo inseparabili, se dovevamo fare qualcosa, la facevamo insieme. Erano più le volte che uno dormiva a casa dell'altro che quando eravamo separati.» rispose Izuku perdendosi in quei ricordi, così dolci nella sua mente.

«Cos'è cambiato? Perché non siete più amici come un tempo?» continuò il bicolore lanciando una breve occhiata al minore e vide la sua mascella contrarsi per la rabbia.

«A lui è spuntato il quirk e a me no. Questo gli ha fatto credere di essere superiore a tutto e a tutti, mettendo da parte gli amici più deboli per farsene di nuovi alla sua altezza.»

«Non hai un quirk? È una cosa estremamente rara.» disse Shoto cambiando discorso.

«Purtroppo sì.» bisbigliò Izuku aspettandosi anche dal bicolore le solite battutacce sui quirkless e sulla loro inutilità, ma stranamente le parole che uscirono dalla bocca dell'altro lo sorpresero.

«Avrei tanto voluto essere nato senza quirk, non avrei avuto tutte queste responsabilità.»

Gli occhi del verdino andarono subito a scontrarsi con quelli di Shoto e vi poté leggere in essi tutta la verità di quelle parole.

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