Parte 9

679 54 8
                                    


Erano passati parecchi giorni da quello spiacevole giorno in cui gli eroi avevano fatto visita alla classe in cui Izuku insegnava e per fortuna non era più successo nulla che riguardasse il biondo, anche se aveva ancora la spiacevole sensazione di essere osservato quando lasciava casa sua per andare al lavoro e viceversa.

Non si sapeva spiegare il perché di tale cosa, ogni volta che si guardava alle spalle non vedeva nessuno che potesse in alcun modo sembrargli sospetto, ma ogni volta che capitava velocizzava il passo con il timore che chiunque fosse potesse ghermirlo a fargli del male.

Alle volte aveva anche pensato di confidarsi con qualcuno, ma non sapeva con chi, dopotutto non aveva amici così intimi a cui confidarsi e rivelare una cosa del genere a sua madre, avrebbe solo fatto preoccupare di più la donna che da quando aveva lasciato la casa in cui viveva, lo chiamava tutte le sere preoccupata che avesse mangiato e fosse tornato a casa sano e salvo.

No, di certo lei non era un opzione perché lo avrebbe convinto a rivolgersi alla polizia se tutto andava bene, nel peggio ci andava lei al posto suo.

Al momento voleva solo passare il suo tempo in casa dove quegli occhi che lo stavano tormentando non avrebbero potuto entrare.

Era pomeriggio ed era ora di tornare a casa, ma il timore lo invase quando uscendo dal cancello che delimitava la struttura scolastica sentì quello sguardo perforarlo.

Non ci pensò due volte e dopo essersi allontanato abbastanza dall'istituto, si mise a correre con tutte le forze.

Katsuki che non aveva mai smesso di seguirlo con lo sguardo, lo pedinava con l'intento di proteggerlo, anche se non sapeva in realtà da cosa.

Izuku non attirava sguardi di persone malintenzionate.

No, questo non era vero, perché degli occhi lo seguivano ogni tanto quando passava loro affianco, ma un'occhiata da parte sua faceva ben presto cambiare direzione al malcapitato che aveva anche solo provato a guardare quel ragazzo che ormai aveva preso posto fisso nella sua mente.

Più di una volta aveva pensato di uscire allo scoperto e farsi avanti, ma ogni volta aveva desistiti imbarazzato in parte per quello che sarebbe potuto succedere, ma anche timoroso che il verdino lo avrebbe snobbato o peggio insultato di nuovo, in quel caso sapeva che il suo pessimo carattere sarebbe di nuovo tornato al sopravvento e avrebbe fatto una misera figura come quel giorno in classe.

No, questa volta avrebbe fatto le cose a dovere, ma ogni piano che gli veniva in mente era una tale assurdità che la doveva scartare dandosi dello stupido o del folle.

Una delle tante idee prevedeva che Izuku venisse aggredito da un villain a caso e che lui sarebbe arrivato sul posto al momento giusto per salvare la situazione.

Solo che era un piano stupido e avrebbe comportato che si mettesse in contatto con un villain e lui quelle comparse del cazzo non le voleva neanche ad un metro da sé, a meno che non fosse per colpirle a suo di esplosioni.

Per questo l'unica idea plausibile che gli era venuta in mente alla fine, fosse di chinare il capo e smetterla di fare lo sbruffone idiota e maleducato, presentarsi a casa sua, magari con dei fiori e cominciare a chiedere scusa per tutti i suoi sbagli.

Magari Izuku avrebbe accettato i fiori, gli avrebbe offerto un sorriso e fatto entrare in casa per parlare delle loro vite e alla fine tutto si sarebbe sistemato.

Era veramente intenzionato a sviluppare questo piano quando vide finalmente il verdino uscire dal cancello della scuola.

Con un colpo troppo leggero del suo quirk prese il volo per poterlo seguire, quando Izuku si mise a correre ad una velocità che gli parve incredibile per quel ragazzo che ricordava.

Tutto per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora