Parte 14

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Izuku era sul suo divano che aspettava che la sua cena precotta fosse pronta e nel mentre sorseggiava la sua birra che finì troppo in fretta, per poi essere sostituita con una seconda.

Il bip del microonde lo richiamò quando stava trangugiando un gran sorso direttamente dalla lattina che abbandonò sul basso tavolino davanti al divano, ormai vuota.

Con calma andò a prendersi la cena per prendersi la terza birra della serata.

Non era mai stato un gran bevitore, di solito non aveva neanche qualcuno con cui andare a bere, per quello si stupì a sua volta nel vedersi così bisognoso di alcolici.

Mangiò in fretta mentre la tv accesa trasmetteva un servizio sui grandi eroi del passato.

Quando il volto scheletrico del vecchio All Might apparve sullo schermo, il verdino afferrò il telecomando e girò canale per fermarsi su un insulto talk show in cui discutevano se gli uomini fossero in grado di ascoltare le donne.

Quel giorno era proprio da dimenticare pensò Izuku lasciandosi cadere a terra per posare il capo sul divano come sostegno, dato che la testa aveva preso a girare per l'eccessivo consumo di alcool.

La malinconia prese il sopravvento facendogli tornare a galla ricordi che sperava di aver lasciato alle spalle, come il sorriso di All Might mentre gli diceva che non poteva diventare un eroe, oppure la disastrosa figura che aveva fatto all'esame per entrare alla Yuei e mille altri ricordi.

Stava per alzarsi per andare a prendere un'altra birra, quando il campanello mi mise a suonare con insistenza.

Non aveva molta voglia di ricevere ospiti, non dopo la giornata appena passata, ma pensò anche che potesse essere uno dei suoi studenti. Così si avviò alla porta con le gambe malferme.

«Chi è?» chiese mentre afferrava il pomello e apriva la porta, trovandosi davanti una zazzera di capelli biondi.

«Gli hai detto che ero io che ti pedinavo? Non è vero?» chiese Katsuki appena vide gli occhi verdi dell'altro davanti a sé.

Izuku si accorse subito che l'eroe avesse esagerato con l'alcool, forse anche più di lui, perché mentre lo fissava con tanto d'occhi, alla ricerca di una risposta nel suo volto, barcollava e se non si fosse tenuto in piedi tenendosi stretto allo stipite della porta, sarebbe crollato a terra di sicuro.

«Cosa?» chiese il verdino confuso dalla domanda del maggiore.

«Al bastardo a metà hai detto che ti seguivo?» chiese di nuovo Katsuki facendo un passo avanti per avvicinarsi al minore che si affretto ad afferrarlo dato che stava per cadere.

«Il bast...intendi Shoto? Perché gli avrei dovuto dire che mi seguivi?» domandò accasciandosi a terra con il biondo che lo sovrastava con il suo corpo.

Un po' dei fumi dell'alcool lasciarono spazio alla ragione nella mente di Izuku che arrossì per l'eccessiva vicinanza dell'eroe.

«Ti ho visto...eri nella sua agenzia per denunciarmi. Io volevo solo chiederti scusa, ma tu non le vuoi.»

Il verdino stava per controbattere a quelle parole, ma non ce ne fu di bisogno, Katsuki si era addormentato tra le sue braccia con il volto posato sul suo petto dove il cuore aveva preso a battere ad un ritmo forsennato.

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