LO ZIO LEO CI PORTA A FARE UN GIRO
Prendere in prestito l'elicottero fu semplice. Bastarono poche parole di Piper nel megafono improvvisato di Leo per convincere la donna che pilotava il velivolo ad atterrare sulla montagna. L'elicottero di servizio del parco nazionale era grande a sufficienza per le evacuazioni mediche e le operazioni di salvataggio, e quando Piper suggerì alla pilota che sarebbe stata un'idea fantastica portarli all'aeroporto di Oakland, la donna accettò subito.
Il problema fu farci salire Tristan McLean. «No...» protestò mentre veniva sollevato da terra «Piper, cosa... c'erano i mostri... c'erano i mostri...»
Aiutammo Piper a farlo salire sull'elicottero mentre Gleeson raccoglieva l'attrezzatura. Era chiaro che non stesse bene a vedere il padre traumatizzato e in lacrime. «Ehi, ce la fai?» le domandai.
Piper annuì. «Devo per forza» bofonchiò in risposta.
Le offrii un debole sorriso. «Siamo tutti qui con te» le dissi «e se la caverà. Ma forse è meglio se lo calmi»
Piper trasse un profondo respiro. «Andrà tutto bene, papà» disse con il tono di voce più suadente possibile. Si vedeva che non aveva piacere ad usare la sua lingua ammaliatrice su di lui, ma lo faceva per un buon motivo. «Questi sono amici miei. Ti aiuteremo noi. Adesso sei al sicuro»
Tristan sbatté le palpebre e guardò i rotori dell'elicottero. «Le lame.... Avevano una macchina con tantissime lame. Avevano sei braccia...»
Quando lo portammo davanti allo sportello, la pilota si avvicinò per aiutarli. «Cosa gli è successo?»
«Ha inalato troppo fumo» rispose pronto Jason «o forse è stato un colpo di calore»
«Dovremmo portarlo all'ospedale»
«Non importa, va bene l'aeroporto» disse Piper.
«Sì, va bene l'aeroporto» concordò subito la donna. Poi strizzò gli occhi, come se non capisse come mai aveva cambiato idea. «Non è Tristan McLean, il divo del cinema?»
«No, si figuri. Gli assomiglia e basta»
«Gli assomiglia e basta. Io...». La pilota sbattè le palpebre, perplessa. «Non ricordo più che cosa stavo dicendo. Diamoci una mossa»
Jason inarcò le sopracciglia e guardò Piper, evidentemente colpito. Lei, però, incurvò le spalle e tornò ad occuparsi di suo padre.
Finalmente riuscimmo a issarlo a bordo, e l'elicottero decollò. Via radio richiesero più volte la rotta, ma la pilota ignorò quelle domande. Ci lasciammo alle spalle la montagna in fiamme e ci dirigemmo verso le colline di Berkeley.
Mi accasciai sul sedile, lasciando andare un sospiro tremante. Dire che ero stanca sarebbe stato un eufemismo: ero a dir poco esausta. Niente di paragonabile alla stanchezza data dal sorreggere la volta del cielo, ma sicuramente faceva parte della mia personalissima Top Five.
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[1] 𝙐𝙣𝙞𝙩𝙮 » Percy Jackson
FanfictionCome sono passata da fiacche giornate passate a fare l'assoluto nulla (dopo aver salvato il mondo da quello svitato di Crono, aggiungerei) ad altre in cui rischio la vita solo camminando sulla dannatissima terra? Non lo so con precisione, giuro. So...