Capitolo 9 - Cielo e mare

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«Ah, guardate che bel Sole c'è oggi! E questo venticello leggero e rinfrescante è l'ideale, volare è un piacere!»

«Quanto mi danno sui nervi quelli allegri di prima mattina...» Fu il ringhio di Azar in risposta all'ode di Zeru. Ringhio seguito da un sonoro sbadiglio.

Lo Staraptor non si fece tanti problemi a ignorarlo, volteggiando tranquillo alcuni metri sopra Lyssa e la sua squadra, tutti diretti al porto della città.

«Ah! Guardate!» Disse a un tratto, indicando la celebre Roccia Pokémon, un bizzarro scoglio la cui forma ricordava quella di un Munchlax. «Non è incredibile cosa possa creare la natura? Ci pensate che tra le milioni di forme casuali che questo sasso poteva prendere, le correnti del mare lo hanno levigato fino a farlo sembrare un Pokémon che esiste davvero?»

«E adesso cosa sta blaterando...» Brontolò nuovamente l'Houndoom alzando perplesso lo sguardo sul compagno.

«Dai, lascialo fare... Si sarà semplicemente svegliato allegro». Soggiunse Adir.

«O forse...» Riprese il Pokémon Rapace. «Che ci sia qualcosa di più dietro questa pietra? Pensateci: magari secoli fa ha vissuto qui un Munchlax che ha dimostrato grande valore in... in una qualche occasione! Un Munchlax dalla testa magnificamente tonda, le orecchie splendidamente appuntite, la pelliccia soffice come il cuscino di un re! Quali perle di saggezza deve aver pronunciato la sua larga bocca! Magari quel Munchlax ha salvato il mondo! E di conseguenza il Sommo Arceus ha plasmato una roccia a sua immagine e somiglianza così che le sue tracce restassero per sempre impresse su questa terra- ah! Pensate quando accadrà a me!»

«Cos'è che dovrebbe accaderti?» Domandò Azar, sempre più stordito a ogni parola che Zeru pronunciava. «E che cazzo vai farneticando, uno dei tuoi due neuroni ha usato Oltraggio sull'altro?»

«Venire ricordato dalla natura stessa! D'altronde è indubbio che anche quando non ci sarò più tutti vorranno ricordare le mie grandi gesta... Immaginate una schiera di rocce a mia immagine e somiglianza! Tante riproduzioni dello Staraptor più bello di Sinnoh... Le voglio... vediamo, magari vicino a Giubilopoli, oppure...»

«Che incubo...»

Zeru continuò a fantasticare a voce alta per tutto il tragitto, con sommo disappunto del Pokémon Buio. Ma era troppo assonnato perfino per mettercisi a litigare.

Giunti al porto pieno di vita di Arenipoli, lo Staraptor tacque. O forse la sua voce venne inghiottita dal vociare di tutte quella gente che si affaccendava avanti e indietro: c'erano ordinate file di passaggeri in procinto d'imbarcarsi, caotici ammassi di persone che, appena sbarcate, riabbracciavano i propri cari, marinai che trasportavano pesanti carichi su e giù dalle imbarcazioni, e sporadici ritardatari che si precipitavano verso la propria nave correndo a rotta di collo per non venir lasciati a terra.
L'attento Farran scorse perfino un ragazzino che si intrufolava di nascosto su una nave cargo mentre un Chatot distraeva i marinai ripetendo imprecazioni.

«Bene». Esordì Lyssa. «Com'è che si chiama la zattera bucata che stiamo cercando?»

«L'agente Spina ha detto "Motonave Anika"». Rispose il Lucario. «Indi per cui dubito che si tratti di una "zattera bucata"».

La ragazza mugugnò qualcosa d'incomprensibile in risposta, guardandosi attorno nella speranza di scorgere la nave desiderata senza doversi disturbare a chiedere informazioni.
In tutta quella calca era difficile scorgere completamente la fiancata delle navi, ma qualcos'altro le saltò subito all'occhio: un berretto rosso acceso. Sotto, una folta testa bionda.

Fece qualche passo nella direzione del fratello seguita dalla propria squadra, e sporgendosi ora a destra, ora a sinistra, lesse chiaramente le parole "Motonave Anika" dipinte in blu sul candido fianco dell'imbarcazione che Vardan stava osservando.
Era più piccola e meno lussuosa della maggior parte delle navi da crociera che Lyssa aveva visto in vita sua, sperò dunque che fosse anche più veloce.
Qualsiasi fosse la sua destinazione.

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