Capitolo 4 - Collaborazione

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Attorno a Vardan tutto vorticava. Per un attimo temette di svenire: la stanza tremolava e il suo intero corpo era in preda ai brividi, le dita affusolate che si tormentavano a vicenda in una danza di pura confusione, similmente ad amanti ubriachi che prima si cercano in maniera spasmodica, e pochi istanti dopo si respingono e si scacciano.
Così il giovane Campione tentava di raggiungere la verità che per troppo tempo era rimasta nascosta e, al contempo, la allontanava inorridito e spaventato.
Nei suoi lunghi viaggi ne aveva viste tante, aveva affrontato avventure che avevano messo alla prova il suo coraggio e ne era uscito trionfante, ma in quel momento sentiva di esser tornato il bambino spaurito di un tempo che si nascondeva dietro la mamma quando i Pachirisu saltavano fuori dall'erba alta: debole e insignificante dinanzi a qualcosa di troppo grande per lui.
Il cuore martellava contro il petto cercando di schizzar fuori, e gli occhi azzurri lottavano contro una forza invisibile e intangibile per sollevare lo sguardo dalle gambe. Era come se nessuna parte del suo corpo volesse più rispondergli, come se quelle membra non fossero le proprie.
Non sentiva, non vedeva nulla, non percepiva nulla.
Difficile dire per quanto tempo restò in quella condizione, ma fu un suono davanti a sé a riportarlo alla realtà.
Sul tavolo di legno chiaro attorno al quale si erano riuniti e sotto gli occhi di Vardan vi era una tazza di ceramica celeste colma di un liquido rossastro.

«Un tè vi farà bene». Disse il giovane che si faceva chiamare Luck, tenendo anch'egli tra le mani una tazza.

«Sai cosa ci farebbe davvero bene? Se continuaste i vostri stupidi discorsi». Puntualizzò Lyssa, che al proprio tè non faceva altro che rivolgere occhiatacce.

«Certo, naturalmente». Rispose pacatamente il maggiore, rivolgendo prima un sorriso d'intesa all'altro Campione. «Dunque, il Team Rinascita modificò il nostro corredo genetico nella speranza di creare un esercito di mutanti dotati di poteri simili a quelli dei Pokémon. Sopravvissuti agli esperimenti ma ritenuti dei fallimenti, siamo stati rilasciati con parte della memoria cancellata. Non siamo certi di cosa sia successo all'organizzazione in questi anni, ma abbiamo motivo di credere che recentemente si siano dati un bel da fare. E ciò che è successo ieri...» Luck lasciò inconclusa quella frase, guardando poi Cenric.

Il giovane dai capelli ricci annuì e prese la parola.

«Pensiamo che stiano... Sperimentando. Da circa un mese a questa parte, è capitato che diversi Pokémon perdessero il controllo senza apparente motivo, non solo qui a Sinn-»

«Aspetta». Lo interruppe bruscamente Lyssa. «Altri Pokémon impazziti? Non ne so nulla: una notizia del genere farebbe scalpore, e soprattutto noi Campioni dovremmo esserne a conoscenza»

«Giusta osservazione, complimenti!» Ammiccò, con disappunto della ragazza. «Ma vedi, la Polizia Internazionale per ora preferisce tenere nascosta la cosa: nessuno, prima di ieri, era mai rimasto ferito. Fino ad ora a "impazzire" sono stati Magikarp, Caterpie... Il caso più eclatante è stato quello di un Bidoof. Certo, ora si trovano spalle al muro, probabilmente tra oggi e domani ci sarà un comunicato...»

«E voi come maledettissimo Arceus fate a sapere queste cose?»

Cenric sorrise con una certa aria d'orgoglio, il petto che si gonfiava e il mento sollevato.

«I miei genitori sono entrambi agenti della Polizia Internazionale. Ma, oh, non è di questo che dobbiamo parlare ora...» Finse con poca convinzione: per Vardan era palese che Cenric volesse dilungarsi in ulteriori dettagli e che si stesse trattenendo a fatica. «Che stavo dicendo? Oh, giusto: i Pokémon fuori controllo. Secondo alcune testimonianze, poco prima che i fatti accadessero, sono stati avvistati uomini o donne vestiti con strane divise portanti una specie di stemma: un fiore rosso a cinque petali. E Luck dice che...»

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