Capitolo 19

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Dentro di me mi stavo sentendo inutile. 

Come è possibile che tutti diano una mano, tranne me che sono la persona che tiene di più a Will?

Mentre mi facevo tutte queste paranoie, gli altri rientrarono in casa.

Hop teneva Will sedato in braccio e lo stava portando in camera sua, per farlo riposare. 

Quando lui ritornò si sedette e ci fu un attimo di silenzio.

Fu interrotto solo quando sentimmo la maniglia della porta girarsi da sola.

Io scattai in piedi per proteggere i ragazzi e così fecero anche Steve e gli altri. 

Quando la porta si aprì trovammo una Undici vestita tutta dark. Con dei capelli pieni di gel portati all'indietro, il trucco nero e il sangue che le scendeva dal naso faceva veramente paura.

Appena si avvicinò di più a noi Mike le saltò addosso.

-Che carini- sussurrai e Steve mi strinse a se

Dopo essersi staccata da Mike, lei salutò tutti quanti.

-Lucrezia!- disse abbracciandomi.

-Piccina mia, mi sei mancata-

Lei mi sorrise per poi guardare Steve. Guardò di nuovo me e mi fece uno sguardo da interrogativa retorica.

-Si genio del male, si- gli risposi intuendo la domanda.

Lei mi sorrise per poi trovarsi di fronte Max.

-Ciao sono Max, tu devi essere Undici, mi hanno parlato tutti di te- disse raggiante Max tendendole la mano.

Undi invece si scansò guardandola malissimo.

Max mi guardo e io feci spallucce.

Dopo 5 minuti ci ritrovavamo tutti seduti a parlare di come Undici dovesse chiudere la fatica porta del sottosopra che si ritrovava al laboratorio di Hawkins.

-Voglio farlo- disse lei.

Così dopo 30 minuti ci ritrovammo a casa mia soltanto Io, Steve e i bambini.

-Dovete proteggerli- disse mia madre che doveva accompagnare Will non so dove.

Se fossi stata più attenta l'avrei capito.

In quel periodo mi sentivo veramente stupida. Che fine aveva fatto la mia stupenda intelligenza? Ora che sarei ritornata in Università che cosa avrei fatto? 

-Sei soltanto sotto shock- mi aveva risposto mia madre quando lo domandavo.

-Noi dobbiamo aiutare Undici- disse ad un tratto Mike distogliendomi dai miei tristi pensieri.

-E come?- chiesi.

- Non lo so, so soltanto che li brulicherà di "demo-cani" e non posso permettermi che succeda qualcosa a Undi. Se le succede qualcosa io...- 

-Allora basta fare il "Romeo" dei poveri e scervelliamoci per un'idea- dissi.

-No no, non si scervellerà perché non andremo da nessuna parte- disse ad un tratto Steve.

I bambini e lui iniziarono a litigare.

Steve iniziò a fare strani paragoni con delle partite di Basket e i bambini gli ripetevano che dovevano fare qualcosa per aiutare la "squadra".

Intanto io mi ero seduta. La testa mi girava ed ero fredda.

Deve essersi infettata la ferita pensai.

-Steve- dissi debolmente-Steve-

Lui si girò. Ma io ero già svenuta.



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