L'unico Diavolo

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Nives: 6 anni
Maximilian: 10 anni

- Dicono che quando il Diavolo ti accarezza,
va cercando l'anima.
Bhe, il mio vuole solo
un po' di compagnia. -

Era arrivato.

Il 31 ottobre era alle porte.

L'inferno era quel giorno, per la piccola Nives.

Maschere, scherzi, paure.

Come se la gente non ce l'avesse già una maschera in faccia tutto l'anno.

Come se la vita intera non fosse uno scherzo.

Come se le paure non abitassero costantemente dentro ognuno di noi.

Halloween era una delle feste più attese, ed ora tutti i ragazzi si stavano preparando per il grande evento.

Anche la biondina, che di mostruoso da indossare, non aveva nulla.

Ci pensò Beth a vestirla, Ali a truccarla ed Emi ad incoraggiarla.

Tutto andava bene, cosa doveva andare storto?

Doveva essere niente la risposta, ma evidentemente così non fu.

Fuori un temporale rompeva il silenzio della notte.

Tanto era il vento che muovevano i rami degli alberi, soprattutto del melo.

Le ragazzine abbassarono la maniglia e subito il frastuono della musica e delle urla, raggiunse le loro orecchie.

"Non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno!" Urlò emozionata Emilì.

"Si anch'io, qui festeggiano proprio in grande!" Commentò Bethany, saltellando.

"Forza, saremo anche le più piccole, ma nulla ci vieta di divertirci!" Disse poi Alina.

L'unica senza fiato era Nives.

Caos, musica e ragazzi enormi, erano i protagonisti dell'interno edificio.

Un caos che le metteva una paura tremenda.

Musica che le faceva sanguinare le orecchie, tanto era alta.

Ragazzi che avrebbero potuto schiacciarla con un dito.

C'erano tutti, anche i più grandi.

Tutti tranne lui...

Dopo quella mela a metà, non lo vide più.

Una settimana, che non lo vedeva appoggiato al muro.

Che non lo vedeva con una mano in tasca e l'altra che stringeva il suo libro.

Che non lo vedeva contemplare il vuoto.

Ed era sicura di non rivederlo alla festa.

Quando mai ci sarebbe venuto, avrebbe trovato il modo per non farsi vedere dalla signora Bell e starsene da solo.

Eppure nel corridoio, lo cercò.

Sporse la testolina anche dalla porta della libreria.

Si affacciò dalla finestra e scrutò il melo.

È qui?

Di fuori, possibile in piena tempesta?

Sulle scale?

Niente era la risposta, purtroppo.

Continuò a cercarlo in aula magna...

Quello che trovò? Un paio d'occhi verde prato.

Lui la chiamava Bottondoro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora