Tempo

360 22 61
                                    

Nives: 9 anni
Maximilian: 13 anni

- E me ne sono accorta negli anni, sai? Tu ti perdi pezzi di cuore per strada. -

Ne passarono di anni dal primo bicchiere di latte eppure, il rapporto tra i due ragazzini non cambiò.

Nives alleviava il dolore annidato nel cuore sofferente di Maximilian e lui era un enigma curioso per la biondina.

La piccola passava ore, non stancandosi, solo a guardarlo.

Ma se il rapporto tra loro due non era cambiato, Maximilian sì.

I tratti iniziavano ad affilarsi, il carattere più rude e schivo, il suo corpo che fioriva in quella carcassa che si portava appresso, con tanta fatica e così poca speranza.

Dal punto di vista fisico, il rosso divenne argomento di molte ragazzine della sua età.

Cresceva in altezza ma non era robusto, anzi, le ossa delle scapole gli si intravedevano da sotto la maglia larga e rattoppata.

I capelli, dal colore preferito del diavolo, bruciavano la pelle ed erano scompigliati... leggermente lunghi più della norma.

Gli occhi, che non erano altro di ciò che rimaneva delle ceneri della sua anima, continuavano ad essere paradossalmente dolorosi e lenitivi.

E poi le mani, quelle povere mani rovinate che, da quel giorno, solo a Nives era permesso sfiorare.

Sentieri e labirinti bluastri si ramificavano lungo il tortuoso percorso delle sue braccia e memori cicatrici, di ciò che aveva passato, costellavano quella pelle tanto pallida.

Dal lato caratteriale invece, rimase lo stesso silenzioso, enigmatico e contorto ragazzo di sempre.

La bambina ormai, stava diventando una bella giovanetta.

I capelli grano le cadevano dolcemente sulle piccole spalle, gli occhi dal colore della sera sembravano pieni di stelle quando lo guardava ma colmi di pioggia quando pensava ai genitori.

I movimenti erano impacciati e delicati, le guance più rosse del resto che le donavano un'aria fanciullesca.

La pelle candida, come il suo nome, che le dita di Maximilian adoravano carezzare.

La voce vellutata d'amore, si impregnava nelle orecchie di chi la ascoltava.

La sincerità che le traspariva attraverso gli occhi, era disarmante.

Quante volte il rosso le disse di coprirseli, perché le si leggeva dentro con troppa facilità.

E quante volte lei gli rispose solamente con un sorriso ed una carezza.

Erano fatti di poco loro due, un paio di bicchieri di latte, delle mele a metà e sguardi che parlavano da soli.

Era un giorno come un altro, e Nives se ne stava in biblioteca ad aspettarlo.

Se c'era una cosa che aveva imparato su Maximilian, e iniziato a rispettare, era che a lui serviva tempo.

Una volta al mese infatti, il ragazzo scompariva per una settimana, non di più.

Arrivava quella settimana del mese che la biondina sentiva già la sua mancanza, e lo aspettava in biblioteca seduta sulla grande scalinata in legno.

Eh bhe, quella era la giornata in cui lo avrebbe rivisto.

Contava i giorni al suo ritorno, sarebbe sempre tornato da lei.

"Aspettami, che tornerò sempre da te." Le aveva sussurrato prima di andarsene in stanza, per poi la mattina dopo non vederlo in libreria.

Lui la chiamava Bottondoro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora