Quando tu ancora non c'eri

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Nives: ...
Maximilian: 7 anni

- Di tutti i fiori la rosa
è la regina
che è il fiore dell'amore
ma il fiore mio più bello
il fior della mia vita
il fior che non sfiorisce
è il fiore che non sfioro. -

Pianse, il bambino dagli occhi carbone.

Fece gocciolare quella cenere ardente, che cadde anche sul pavimento.

Si rintanò all'angolino della sua stanza e singhiozzò.

Strinse tra le braccia quello scritto dalla copertina scura e lo cullò, come fosse una persona.

Un giorno ci ameremo, te lo prometto.

Un tonfo ancora, ma cercò di non sentire.

Ti abbraccerò stretta, così da non lasciarti andare, ma prima fatti trovare.

Gliela avrebbero portata via, lei che era la sua unica salvezza.

Si dondolò, sussurrandole cose dolci.

Tranquilla mi incontrerai. Ma sta attenta, sarò sotto mentite spoglie.

Urla roche provenivano aldilà della porta.

Sentì la paura ramificarsi nel petto, il marcio fiorire nel suo animo logoro e la sensazione di essere un errore crebbe sempre di più.

I tremolii gli sconquassavano il corpicino magrolino.

"Maximilian! Muoviti, esci!"

Non voglio, non voglio.

Io sto bene, non ne ho bisogno.

Lasciatemela, lei non c'entra.

Lasciatemi in pace!

Perché? Perché non lo capiva nessuno? Cosa aveva che non andava?

Tu mi capisci, ma non sei qui con me.

Il bussare sulla porta aumentò, diventando violento.

Rumori, ansie e pregiudizi.

Era questo che lo faceva ammalare.

Loro mi dicono che sono malato.

Ma io sono bravo, non lo faccio a posta.

Lo giuro.

"Maximilian!" Il respiro rimase incarcerato nei polmoni, che piano piano si strinsero.

Percepì la cassa toracica rimpicciolirsi, e un fuoco indomabile bruciare il suo corpo dall'interno.

Si mise le mani sul viso, graffiandolo.

Voleva strapparsi la pelle, quella pelle tanto sbagliata.

Tanto orrenda.

Batté un pugno sul muro e urlò per la frustrazione.

Lo sentiva il calore del sangue colare dalle nocche della sua mano.

L'unica forma di calore mai ricevuta.

A scuola, a casa, in giro.

Le suore, i genitori, i compagnetti.

Tutti.

E nessuno.

Nessuno che gli avesse mai detto "Mi importa veramente di te."

Ma tutti gli dicevano sempre la stessa cosa.

"Sei sbagliato."

"Sei malato."

"Fatti curare, poi forse potremmo parlare normalmente."

Ogni volta, all'udire quelle parole, sentiva il cuore uscire fuori, farsi una passeggiata e non tornare mai.

Ma ogni volta, sembrava ritornare al suo posto solo per uscire di nuovo e farlo soffrire.

Per puro gusto di fargli male.

Tu mi fai solo bene, ma sarò così egoista che dopo averti vista e amata, me ne andrò via.

Bagnò le pagine ingiallite del suo libro, carezzandolo delicato.

Ma tornerò, un giorno forse, solo per vederti ancora e amarti di più.

Si crogiolò nella malinconia, continuando a rassicurarla.

Voleva farla stare tranquilla, quando neanche lui, aveva questa calma.

Invece di sfiorare questo scritto ruvido, carezzerò i tuoi capelli di grano.

Invece di contemplare il blu della copertina, ammirerò quei tuoi occhi dal colore della sera.

E invece di sussurrare alle pagine il mio amore per te, te lo dirò all'orecchio.

Un retrogusto amaro, a cui non sapeva darvi nome, gli invase la bocca.

Fu la frase intrisa di cattiveria a distoglierlo dal suo sogno ad occhi aperti.

"Mi fai incazzare così, sfondo la porta eh!" Minacciò e una lacrima, gli cadde sulla mano, mischiandosi al sangue.

Le mani scheletriche coperte da segni e lividi, le teneva costantemente in tasca.

Tornerò, come sempre. Avrò solo un pezzetto di cuore in meno, ma va bene.

Nascose il suo libro sotto l'armadio.

Non ce la fece più, si alzò dal suo nascondiglio ed andò ad aprire la porta.

Girò la chiave nella serratura, abbassò la maniglia e davanti si ritrovò quel colosso enorme.

Quel colosso che gli faceva tremare le gambe.

Una grande mano, più grande di quella del bimbo, gli afferrò l'esile braccio e lo strattonò.

"Tu vieni con me, muoviti che siamo in ritardo, cazzo."

Angolo autrice ❤️:
Ehiii ragazzuole fantastiche!
Scusate per la lunga assenza, ma la scuola non mi dà tregua.
Ecco a voi il settimo capitolo!
Molto corto ma importantissimo.
Che è successo? È uno spicchio del passato del rosso. Perché Maximilian piange?
Chi è quel tipo? Dove lo porta?
Che libro è quello che il bambino stringe a sé con tanto attaccamento?
Scrivetemi nei commenti cosa ne pensate!
Mi raccomando voglio sapere!
Cerco di aggiornare presto presto.
Bacini😘

Lui la chiamava Bottondoro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora