Occhi carbone

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Nives: 6 anni
Maximilian: 10 anni

- Beati i timidi perché
Abitano la terra
In modo delicato. -

Era settembre, il mese dell'autunno, delle castagne e dei tappeti di foglie nei parchi.

Ma settembre non è solo questo, è anche l'inizio della scuola.

In questo caso ospitava l'inaugurazione del Collister, il primo collegio in quel posto un po' sperduto.

Vi erano regole severe e insegnanti inflessibili.

In un angolo della strada, c'era una coppia, che rassicurava la figlia.

Nives era una dei tanti bambini destinati ad entrare nel nuovo istituto.

Era dolce e affettuosa, amava i suoi genitori con tutto il suo piccolo cuore.

Intelligente ed educata, adorava correre tra i prati del paese, acchiappare farfalle e fare ghirlande con i fiori.

Con i capelli biondi a caschetto e gli occhi blu, sembrava un angioletto.

Non aveva amici, così si era convinta che in classe e nelle camerate, avrebbe fatto conoscenza.

Ma l'ignoto, le faceva paura.

"Mamma, devo proprio entrare? Non posso rimanere a casa con voi?" sussurrò intimorita dalla grande struttura.

Sicché la mamma scosse il capo, in un gesto lento e materno.

"No, tesoro. Qui imparerai tante cose nuove e avrai degli amichetti. Verremo a trovarti, stanne certa." La rassicurò, carezzandole le ciocche bionde.

"Verrai a trovarmi anche tu, papà?" Domandò ancora, cercando solo di convincerli a tornare indietro.

Ma evidentemente, il suo intento andò in fumo.

"Sì, amore. Non devi avere paura, qui apprenderai cose che neanche a casa potevi immaginare e sicuramente ti faranno stare anche in giardino, come piace a te." Amava il modo di fare del suo papà, con questo suo essere sognatore.

Le raccontava lui le storie prima di dormire e insieme creavano racconti mai esistiti.

Così la bambina si convinse che non l'avrebbero mai lasciata sola, e si fece coraggio.

Annuì e sospinta dalla mano della madre, si avviarono verso l'entrata della nuova scuola.

Era enorme il cortile principale, spoglio di ogni foglia, che conduceva al portone in legno massiccio.

Se c'erano tanti bambini?

Oh sì, ed anche ragazzi più grandi, che a Nives misero paura, tanto erano grossi.

Come sarebbe sopravvissuta da sola in quel posto? Non conosceva nessuno.

La risposta fu semplice.

Non sarebbe sopravvissuta, se la sarebbero mangiata entro la fine della prima settimana.

Guidati dagli insegnanti, i genitori, ragazzi e bambini, si diressero verso l'aula magna.

Una stanza spaziosa, che era munita di numerose sedie.

"Accomodatevi pure!" Tuonò una voce rauca e spaventosa, e Nives si nascose subito sotto la gonna della mamma.

"Suvvia Nives, non fare i capricci. È solo la direttrice, non iniziare a fare la paurosa." La rimproverò duramente la donna.

Ma lei non sapeva, del panico che le permetteva a stento di respirare.

Lui la chiamava Bottondoro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora