Rosso Malpelo

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(Ascoltate la canzone, renderà tutto ancora più triste💔)

Nives: 9 anni
Maximilian: 13 anni

- Se si nasce contadino si muore da contadino.
Se si nasce pescatore si muore da pescatore.
Capiscimi, se sono nato rotto ci devo morire con i miei pezzi in mano. -

Si sapeva che quando i ragazzini di undici anni superavano quell'età dovevano cambiare ala del collegio.

Tutti la cambiarono, tutti tranne uno...

Maximilian infatti rimase nella solita stanza, con il piccolo Rhys che gli parlava.

Sapeva del perché non venne spostato, si poteva dire che ne fu grato di quella scelta presa dalla signora Bell.

Rhys era l'unico che aveva trovato il modo di convivere con il rosso, era sempre gentile e paziente, e al ragazzo serviva questo: tranquillità.

Gli altri erano casinari, per loro il rispetto di chi preferiva il silenzio non esisteva.

Peccato per il fatto che Max non era conosciuto per il suo carattere comprensivo e molte volte si era dimostrato violento, bestiale.

Le prese in giro, dicevano, non riusciva a digerirle. Gli rimanevano sulla bocca dello stomaco e gli ricordavano che cercava la rivalsa, che sfociava spesso in irruenza.

Solo una su tante persone lì, al Collister, si rese conto che il lentigginoso non era per nulla quello che si andava dicendo sul suo conto.

Una bambina dagli occhi blu poteva essere la risposta al tabù che erano gli scatti irati di lui.

Ben poco gli importava degli insulti, dei pregiudizi, delle calunnie. Gli venivano scaricati addosso, come frustate e lui si spezzava la schiena.

Ogni colpa, ogni accusa, persino la direttrice lo guardava con aria nauseata.

Potevano farlo a pezzi, romperlo, giocare con i suoi resti. Inestimabili però, erano quei zaffiri dal colore della sera e la pelle bianca e lenitiva, come un bicchiere di latte.

La difendeva con ciò che rimaneva della sua anima a brandelli, guai a chi osava dirle male.

Quel giorno a Maximilian arrivò un'altra dolorosa bastonata...

Nel fiore dei tredici anni i ragazzi, a scuola, spolverano per la prima volta la letteratura italiana.

I più grandi autori, poeti e scrittori.

Dall'antico Dante, a Foscolo, a Quasimodo, fino a Saba, per poi citare il pessimista annidato in Leopardi, e continuare con l'esteta che era D'Annunzio.

Era affascinante la letteratura e la pensava così anche lui, finché non suonò la campanella di fine lezione.

Non ci si poteva mai sbagliare, tra un intervallo e l'altro Max stava perennemente appoggiato con la schiena al muro che baciava il primo scalino della gradinata, che portava ai dormitori.

Le mani nelle tasche dei jeans, il labbro inferiore a penzoloni. L'insicurezza a vestirlo e un finto scudo a difenderlo.

Giovanni Verga era stato l'argomento in classe e senza saperlo quel povero morto, bravo con la penna, scatenò l'inferno nel corridoio.

"Diamine, ecco di chi parlava prima la prof!" Quella voce irritante Maximilian la riconobbe subito.

Era quella che, quattro anni fa, gli gridò di smetterla dietro gli spalti.

Enea fece la sua apparizione, personalmente mai richiesta, con i suoi amici a seguirlo.

"Com'è che si chiamava? Ah sì! Ehi, Malpelo!" Gridò baritonale, e un brivido percorse la schiena del diretto interessato.

Lui la chiamava Bottondoro...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora