2 - That's the Way it Goes on Love's Train || Bruno

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Prima settimana di aprile, 2022 | Il pomeriggio dopo i Grammy


Bruno ascoltava la radio dallo speaker di fianco la limousine e sentì un viavai di note tristi e malinconiche, le stesse che aveva scritto nove anni prima per Ginevra. Un addio che mai avrebbe pensato di cantare e che adesso era soltanto un brutto ricordo. Ci sarebbero volute ben quattro ore prima di arrivare a Los Angeles, il tempo sufficiente per prepararsi psicologicamente.

Si voltò di poco e osservò Gin con la testa appoggiata sullo schienale, gli occhi chiusi e l'aria rilassata. Aveva indossato un paio di pantaloncini corti di jeans e sopra una boscaiola dalle maniche corte – probabilmente di Bruno, per come le andava larga sulle spalle – anziché i soliti vestiti prémaman. Li avrebbe tenuti addosso per poco tempo, giusto per la visita dal ginecologo.

Era già passato un anno da quando erano tornati insieme e dopo tante sventure. Le portava un piccolo mazzo di fiori ogni settimana, le teneva la mano in ogni momento e tutto il tempo libero era soltanto per lei. Non ballava mai da solo, la coinvolgeva e si divertiva con lei. Tutte le volte che doveva lavorare a casa, Gin si sedeva sempre sulle sue ginocchia e gli dava suggerimenti fra una coccola e l'altra. Si poteva definire un lavoro di coppia e il signor Jenkins lo sapeva, tant'è che aveva deciso di lasciarla fare.

Non a caso, l'idea di realizzare una cover nel loro stile dedicata all'amore era stata in parte sua. Doveva aver sbirciato fra i suoi vecchi vinili, ne era più che sicuro. Bruno le sfiorò la mano appoggiata sul bracciolo in mezzo a loro. Quella mattina avevano fatto la doccia insieme e non erano andati troppo oltre, ma si erano goduti appieno quell'intimità breve ma intensa. La gravidanza l'aveva cambiata completamente da quel punto di vista, anche troppo. Ogni carezza la faceva rabbrividire più del solito.

Quello che davvero adorava guardare di lei, erano quei bellissimi occhi cerulei che lo guardavano ardente anche senza un contesto. Perfino quando si svegliava la mattina, il suo sguardo lucido di sonno possedeva qualcosa di audace. Il bagliore di quelle iridi... splendido.

«Ti sei svegliata, pigrona.»

«Hai una bella faccia tosta a darmi della "pigrona"» sogghignò passandosi una mano sul volto, come stremata. Aveva dormito per un quarto di viaggio per colpa dell'insonnia, si svegliava ogni due ore durante la notte e non riusciva mai a stare tranquilla. Aveva delle piccole occhiaie, si vedevano appena per via del correttore.

After Last Night | Silk SonicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora