Bruno Mars e Anderson .Paak hanno trovato la libertà e riabbracciato le proprie amate, dopo i ricordi del passato e i pregiudizi della gente. Ne hanno passate tante e finalmente hanno avuto il loro meritato lieto fine. Cos'avrà riservato la vita ai...
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"If the world was ending, I'd wanna be next to you If the party was over and our time on Earth was through, I'd wanna hold you just for a while and die with a smile." ♥
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14 novembre, 2022 | Il giorno del matrimonio
Bruno si era svegliato dall'altra parte di Beverly Hills con suo fratello e sua cognata Katherine, la colazione sulla toletta ancora intatta. Non sentiva la fame, per quanto le emozioni lo stavano travolgendo. La tradizione prevedeva i futuri sposi separati fino all'arrivo all'altare, e aveva quasi dimenticato come ci si sentisse a dormire in un letto singolo dopo quasi due anni di convivenza. Perché sì, lui e Gin avevano convissuto per due anni, come in passato. Tante cose erano cambiate in un decennio, tranne quell'amore che li aveva tenuti insieme fino a quel fatidico dicembre di undici anni prima. Quel legame indissolubile che finalmente, quel giorno, avrebbero sigillato in un anello d'oro. Ancora non ci credeva.
«Vuoi davvero i ricci più folti?»
«Li ho fatti crescere apposta e dovranno essere impeccabili. Non tollero imperfezioni, oggi mi devo sposare.»
Anderson sbuffò, guardandolo seduto e coi ricci bagnati. Sarebbe dovuta esserci la sua futura moglie, ma lei sarebbe stata ancora più indaffarata col trucco e parrucco della sposa. Lasciò la stanza degli ospiti, non prima di aver guardato ancora una volta Bruno mentre il parrucchiere curava i suoi riccioli. Era in camicia e pantaloni, la prima abbottonata dallo sterno in giù. Alla fine, con lui erano rimasti Eric e sua moglie Katherine.
Bruno e Gin avevano ufficializzato il matrimonio civile il giorno prima e da un lato erano stati fortunati, poiché lei aveva già tutti i documenti necessari per la licenza matrimoniale. Non solo aveva dovuto cercare il suo vecchio visto per immigranti fra le sue scartoffie, ma anche farsi mandare il certificato di nascita dall'ambasciata italiana e stamparlo, come se la green card fatta anni prima non fosse bastato. Era stupido sprecare tempo e carta per unire civilmente un hawaiano e un'italiana, ma dopotutto chi era lui per giudicare il sistema fiscale americano. E dire che alle Bruno funzionava diversamente: non c'erano requisiti di residenza o periodi di attesa esagerati come in California, e si poteva fare tutto online.
