"Percy aprí gli occhi davanti a un viso che non conosceva."
Ade si fermò, guardando Percy. Poseidone chiese urgentemente. "Chi?"
"Sarei io, Lord Poseidone." Disse Grover.
Clarisse sorrise guardando Percy. "Lo hai steso, vero?"
"Gli istinti di due anni sola in mezzo alla strada presero vita, e la ragazza estrasse il pugnale dal polpaccio, girandosi e buttando il ragazzo con la schiena a terra, il coltello alla gola.
Tutto era stato nell'arco di due secondi."
"Questa è la mia ragazza!" Clarisse le diede una pacca sulla spalla e Percy sorrise orgogliosa. "È stato divertente."
Grover scosse la testa. "Parla per te, mi hai terrorizzato!"
"Era per abituarti ad avere come amica una meraviglia come me."
"Non hai niente di meraviglioso, Percy." Le disse Jason e Percy mosse una mano verso di lui, dicendo. "La gelosia non ti si addice, Jason."
"Pensavo fosse il look che aveva sempre quando si confrontava con te." Inclinò la testa Drew e Michael scosse la testa. "È il look che ha chiunque quando parla con lei."
" "Percy, scendi da Grover!" La voce di Talia la fece fermare e la bambina guardò l'amica. "Ma non lo conosco!"
Luke si avvicinò, sollevandola e dicendo. "È il satiro mandato."
Percy iniziò a scalciare per essere lasciata andare, e Luke lo fece.
Allora, sentendosi in colpa per l'evidente spavento che aveva causato al satiro, tese la mano. "Piacere, sono Perseus Adelaide Jackson. Uccido solo i mostri e chi mi chiama Perseus. A te la scelta se chiamarmi Perseus o Percy." "
"Già, ti sentivi molto in colpa, vero?" Rise Leo e Percy si strinse nelle spalle. "Stavo solo scherzando. Non è davvero colpa mia se non comprende le battute."
"Battute? Mi avevi appena puntato un coltello al collo!"
"Era legittima difesa e l'ultimo ricordo che avevo era quasi morire."
"Per una tua mossa stupida." Le ricordò Talia e Percy scosse la testa. "Pensavo avessimo deciso di non parlarne affatto."
"Nessuno di noi ha mai detto qualcosa del genere." Negò Charles e Silena annuì. "Ne parleremo sicuramente."
"Per qualcosa che ho fatto a sette anni?"
"Nessuno ha mai pensato di informarci, quindi sì."
Percy gemette. Ade decise di continuare a leggere.
" Il satiro deglutí e Percy rise. "Nah, non uccido le persone."
"Sono un satiro."
"Non uccido i buoni, okay? Scusa, è stata una reazione instintiva."
Qualcosa in quello che la bambina stava dicendo doveva essere giusto, perché il satiro si rilassò e tese la propria mano. "
Grover belò. "Avevo sentito che non mi avresti davvero ucciso."
"Non posso credere che avevi paura di Percy. Era un cosino microscopico a sette anni." Scosse la testa Clarisse e Percy la spinse. "Solo perché tu sei enorme, non vuol dire che io fossi piccola!"
"Eri più piccola di Drew e lei era davvero piccola."
Drew annuì e sorrise guardando Percy. "Però sei cresciuta e ti sei alzata. Sei alta quanto Jason e lui è decisamente alto."
"E sono più alta di Talia, che è la cosa davvero importante."
"Sono stata un albero." Le ricordò Talia.
"Stai cercando scuse. E gli alberi sono alti."
"Ma non mi sono mossa, nell'albero. Non puoi davvero paragonarti a me. Considerando che ho fermato la mia crescita quando mi sono unita alle Cacciatrici."
"Scuse."
" "Grover Underwood. Custode."
"È un titolo?"
"Sí, un titolo. È un ruolo, ecco. Tutti i satiri sono o custodi o cercatori."
"Come in Harry Potter?" "
Guardarono tutti Percy che scrollò le spalle. "Non avevo idea di cosa facessero i satiri. Dannazione, non avevo idea di cosa fossero i satiri. Potete davvero biasimarmi per non averlo saputo?"
"Luke rise, Talia si mise il palmo della mano sul viso e Grover sbattè le palpebre confuso.
Poi disse. "Tu non ti stai prendendo gioco di me. Tu sei seria."
"No sono Percy."
"È un modo di dire."
"È un nome." "
Talia si era rimessa il palmo sul viso, mentre i semidei ridevano.
Persino alcuni dei stavano ridendo.
Evidentemente trovavano divertente il senso dell'umorismo di Percy.
Charles scosse la testa mentre Leo quasi cadeva dal proprio posto. "Ben detto, Percy!"
"Luke stava ancora ridendo. Grover sorrise, sentendosi forse più tranquillo quando si rese conto che non era un cane di attacco, ma solo un cucciolo. Che attaccava. E che aveva fatto esplodere una macchina.
Ma il satiro aveva distratto Talia e Luke dal rimproverarla per il danneggiamento di proprietà altrui rubata, quindi Percy trovava simpatico il satiro."
"Si, grazie." Annuì Percy verso Grover e il satiro scrollò le spalle. "Direi quando vuoi. Ma poi lo prenderesti letteralmente e ne ho paura, onestamente."
"Comprensibile. Posso onestamente capire perché avresti paura di me e quello che potrei fare."
Grover annuì.
"Grover annusò nervosamente l'aria. "Si stanno avvicinando dei mostri, dobbiamo andarcene velocemente. Tipo, molto velocemente."
"Ti ascolto." Annuí Percy, che trovava intelligente non restare ferma con dei mostri che ti stavano dando la caccia e senza macchine a cui dare fuoco."
Jason scosse la testa e Piper disse. "Davvero lo avresti preferito? Sembravi abbastanza folle da preferire il pericolo."
"Talia e Luke stavano rischiando la loro vita. Non è un gioco quando rischi di morire, Piper." Le rispose Percy, fissandola.
Annabeth sbuffò, guardandola. "Beh, sembri una stupida il più delle volte."
"Hai ottenuto una missione perché tua madre si diverte a mandare i propri figli a morire, Chase. Non sei nella posizione di criticare l'intelligenza altrui. E, in realtà, si chiama avere umorismo e giocare secondo le mie regole. Tu segui quello che tua madre ti dice. Io seguo me stessa."
Poseidone sorrise orgoglioso verso la figlia, mentre Atena stringeva le labbra. Sperava che nei libri, Percy si mostrasse una pessima amica per Talia, così da convincere il padre Zeus ad agire contro di lei.
Atena aveva notato che Ade era affezionato alla ragazza e non poteva accettare che anche suo padre arrivasse a affezionarsi a lei.
" "Sí, mi sembra una buona idea, tutto sommato. Quei serpenti potrebbero tornare." Annuí Luke e Grover impallidí. "I Pitonai?"
"I che?"
"Pitonai. I discendenti di Pitone."
"Il serpente che Apollo ha ucciso? Ha fatto in tempo a riprodursi?" Chiese Percy, vagamente disgustata.
Grover annuì e chiese. "Come ve ne siete liberati? Sono molto forti per tre bambini. Dai quattordici ai sette anni."
"Ho dato fuoco a una macchina e li ho investiti." Annuí Percy. "
"Ahia!" Esclamò Travis e Connor annuì. "Mossa sbagliata, Percy."
"Mossa sbagliata."
Silena corrugò la fronte e Hylla chiese. "Perché sbagliata?"
Percy indicò Talia dicendo. "È entrata in fase iperprotettiva."
"Beh, con te serviva solo quella."
"Non è vero. E non ero io quella inseguita dai mostri."
"Beh, non è colpa mia se Ade odia di più mio padre che il tuo."
"No, ma non ero io quella che volevano morta. Io risolvevo solo i problemi. Prego."
Jason, Leo, Nico, Travis, Connor e Michael stavano ridendo, mentre Hazel cercò di intervenire. "Potete parlarne alla pausa?"
Le due annuirono.
"La frase ricordò a Talia e Luke che era nella macchina quando quella era esplosa, e che quindi si era messa in pericolo.
Non ne erano dei fan.
"Sono senza parole!"
Pur essendo senza parole, Talia andò avanti trenta minuti a parlare.
Non sembrava essere senza parole."
"Mi hai almeno ascoltata?" Si lamentò Talia e Percy annuì. "Certo. Non far esplodere macchine mentre ci sei dentro, non metterti inutilmente in pericolo, fai approvare da me o Luke ogni tuo piano, così da farci appurare che non prevede la tua morte. E altre cose del genere."
"Bene mi hai almeno ascoltata. Quanto ti è rimasto?"
"Tutto!"
I semidei e dei la guardarono sbalorditi e Percy, arrossendo intorno alle orecchie, disse. "Solo non sono brava a seguire le direttive, no?"
" "Quando arriveremo al Campo continuerò la mia lezione!" Disse Talia, alzando un dito contro Percy, in maniera accusatoria e molto drammatica.
Una parte di Percy si chiese se poteva imitare gli opossum e fingersi morta."
Talia scosse la testa e disse. "E hai il coraggio di dire che io sono melodrammatica? Hai appena pensato di imitare un opossum!"
"Era una soluzione perfettamente valida, grazie tante. Solo che sei un avvoltoio e non avresti lasciato la carcassa da sola in pace."
"Te lo saresti meritato dopo quello che hai fatto!"
"Hai fatto la stessa identica cosa al Campo, quindi risparmiati la morale!"
"Avevo dodici anni!"
"Quindi praticamente un adulto? Non importa, non avresti dovuto fermarti. Potevamo arrivare dentro."
"Sarei rimasta bloccata lì dentro!"
"Sì, con noi!"
Talia guardò Percy, prima di mormorare. "Pensi che ti abbia abbandonata?"
"No."
Percy guardò Ade, che ricominciò a leggere.
"Una seconda parte di lei si rendeva conto che non avrebbe avuto successo e che avrebbe solo dovuto sperare in qualcosa di decisamente peggiore per eliminare la rabbia del primo episodio.
Si chiese se far esplodere un edificio fosse una buona idea, magari incolpando Luke e dirigendo la rabbia di Talia verso chi poteva gestirla. Si, era un'ottima idea. Al massimo, avrebbe pianto al funerale di Luke e ricordato il suo eroismo."
Tutti guardarono Percy e Gwen chiese. "Non era esagerato? Far esplodere un intero edificio?"
"Hai mai visto Talia arrabbiata?" Chiese di rimando Percy e Hylla sbuffò. "Non mi fa di certo paura."
"Questo è un no." Notò Grover, mentre Percy annuiva.
Talia stava ancora guardando la cugina, aspettando la pausa per parlare con lei.
"Un brivido percorse la schiena di Percy.
Non capiva perché, quando pensava al futuro del loro trio, in qualunque forma, sentiva il freddo della morte.
Non era una profezia.
Non avrebbe perso i suoi migliori e unici amici.
Si rifiutava di farlo."
Percy fece una smorfia quando si rese conto che li aveva persi entrambi.
Talia non era nemmeno tornata da due mesi che si era unita alla Caccia.
Percy poteva capirla, capiva anche la sua paura di essere la ragazza della profezia.
Ma non aveva nemmeno pensato di salutarla come si doveva.
Le aveva dato un singolo abbraccio e poi era sparita, rivista due volte prima che Era scambiasse eroi.
"Grover stava spiegando che strada avrebbero dovuto fare.
Percy non lo stava davvero seguendo, perché tendeva a belare e sembrava davvero molto giovane.
Una parte di lei si chiese perché avessero mandato un altro bambino con tre bambini che avevano bisogno di protezione."
Grover sussultò, un ricordo scritto di quanto fosse stato incapace.
"Un'altra parte di lei si chiese quanto dovesse essere coraggioso questo satiro per essere partito e salvare tre bambini dalle bestie dell'Inferno."
Grover guardò Percy. "Mi credevi coraggioso?"
"Sicuramente coraggioso. Il migliore satiro che potesse venire a prenderci." Annuì Percy e Talia annuì concorde. "Il migliore di tutti."
"O Inferi e basta?
Non era importante, volevano comunque ucciderli.
Potevano essere anche unicorni, se volevano ucciderti, non andavano bene."
"Unicorni?" Chiese Annabeth, il giudizio alto nella sua voce.
Dakota rispose. "Al Campo Giove abbiamo unicorni. Ma nessuno di loro cerca di ucciderti."
Percy sospirò di sollievo. "Avevo quasi paura di dover ferire un unicorno. Sono troppo belli per essere uccisi."
Talia scosse la testa e Grover rise.
"Talia e Luke stavano annuendo e Percy sbattè le palpebre.
Grover aveva smesso di parlare e i tre semidei lo seguirono.
Percy voleva solo arrivare a questo Campo e riposarsi un po'.
Si meritavano un posto sicuro dove rilassarsi."
Talia annuì. "Lo facevamo davvero."
Grover storse il naso, guardando Percy. "Qualcuno aveva anche bisogno di una doccia."
"Sei un essere spregevole e mi pento di averti difeso contro il Consiglio." Disse velocemente Percy e Dioniso sbuffò divertito. "Lo hai trovato divertente e lo rifaresti. Se non per difendere Grover per vedere i loro visi sconvolti."
"Probabilmente lo rifarei. È stato divertente. E ti ricordo che ti sei divertito anche tu. Molto."
Dioniso sorrise e basta e Talia corrugò la fronte incuriosita. "A cosa vi riferite?"
"Non diventavi un albero se volevi informazioni."
"Stavo morendo, piccola..."
"Scuse."
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The family bond ~ Lettura Percy Jackson
FanfictionPerseus Adelaide Jackson aveva cinque anni quando il suo patrigno aveva sconvolto la sua vita. Fece l'unica cosa che poteva fare: se ne creò una nuova. Gli dei e i semidei leggono la vita della semidea più forte di tutti i tempi.