PAUSA PRANZO

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Percy, sentendo il permesso di mangiare, fu la prima ad alzarsi e a lasciare la stanza, nella mente fresco il suo rapporto con Luke, come era almeno prima che Crono avvenisse.

Come erano vicini.

Faceva ancora male.

Mentre mangiava lentamente un morso di panino, Poseidone le si avvicinò.

"Percy. Possiamo parlare?"

La ragazza lanciò uno sguardo al suo pranzo mezzo iniziato, prima di annuire e portare il panino con sé.

Seguì il padre in una stanza laterale, un salotto, dove Tritone li stava evidentemente aspettando.

"È un intervento?" Percy chiese, mezza divertita e mezza seria.

Poseidone sospirò, dicendo. "Durante le letture ci siamo resi conto di non conoscere molte cose che ti erano successe."

Percy si strinse nelle spalle. "Beh, non volevo davvero parlarne. Spero mi capirete."

Poseidone annuì. "Lo faccio, credimi. Ma... penso che una discussione sulla Profezia sia necessaria, figlia mia. Non avresti dovuto conoscerla così giovane."

"Perché avrei fatto di tutto per impedirla?" Percy chiese retorica, prima di dire. "Odio dover essere io a puntualizzarlo, ma non ho fatto niente per impedire lo svolgersi di essa. Certo, ha fatto male quando ho capito che era Luke, ma..."

Tritone la interruppe. "Castellan è un altro argomento che ci piacerebbe discutere."

"Perché?" Percy chiese, facendo un passo indietro. Non le andava di parlare di quell'argomento con i due dei, soprattutto considerando che uno di loro era suo padre e l'altro suo fratello.

"Hai rifiutato l'immortalità per lui?" Tritone chiese, senza preoccuparsi di mostrare alcuna comprensione e compassione nel suo tono.

Percy scosse la testa. "Ho chiesto un dono diverso. Anche se parzialmente era dovuto ad una promessa che gli avevo fatto, quindi si potrebbe dire che ho rifiutato l'immortalità per lui."

Poseidone strinse le labbra. "Ti manca, vero?"

"Da morire." Percy rispose, guardando poi la porta con un'espressione triste.

"Parleremo ancora nel caso le letture lo rendessero necessario." Poseidone promise, e Percy annuì.

Tornati alla sala da pranzo, Percy vide subito Apollo correre nella sua direzione, una scacchiera tra le mani.

"Penso che tu mi debba una partita."

Percy rise, sorridendo poi a Michael quando lui le si avvicinò e si abbassò per darle un bacio sulla guancia. 

"Tutto bene?" Sussurrò, facendo attenzione che nessun dio o semidio prestasse loro attenzione.

Percy fece una smorfia, come se non fosse sicura nemmeno lei di come rispondere.

"Ne vuoi parlare dopo?" Michael propose, stringendo la mano di Percy.

Lei annuì. "Lasciami battere Apollo a scacchi e poi io e te possiamo andare da qualche altra parte a parlare."

Michael annuì, un sorriso divertito sul viso quando si rese conto che Percy avrebbe sicuramente battuto Apollo a scacchi.

"Immagino sia il perfetto inizio della tua decisione di rovinargli l'ego, giusto?"

"Lento e costante, Michael." Percy sorrise. "Colpirò dove fa più male e poi mi godrò la sua espressione distrutta."

Michael rise, chinandosi e dandole un bacio sulle labbra. "Sei crudele, amore."

The family bond ~ Lettura Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora