Leggere cose che non dovresti leggere

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"Percy stava uscendo dalla Casa Grande quando Luke la sollevò e trascinò fino al boschetto, vicino all'albero di Talia.
Percy lo guardò offesa.
Il suo essere bassa non significava un permesso a sollevarla e portarla in giro."
"Sei cresciuta alla fine." Disse Chris ridendo e Percy fece una smorfia. "Non sei divertente, giraffa."
Chris ridacchiò in risposta.
Percy sbuffò, rilassandosi nelle braccia paterne. Era stata davvero bassa, a nove anni.
""Non darmi lo sguardo arrabbiato, Percy, non sei spaventosa."
"Prima di tutto, lo sono, e quell'offesa è imperdonabile."
Luke alzò gli occhi al cielo, non colpito da Percy. 
"Secondo punto, so per certo che ho fatto scappare due figli di Atena dal Campo, quindi, sono spaventosa. E, terzo, se non vuoi lo sguardo arrabbiato, non farmi arrabbiare.""
"Fila perfettamente." Annuì Leo e Percy annuì, anche se guardava preoccupata gli dei.
Non aveva mai detto a nessuno quello.
Forse avrebbe dovuto anche preoccuparsi delle reazioni dei suoi amici quando si fossero resi conto da quanto tempo lei ne era al corrente.
""Riguarda Talia."
Percy si fece subito seria, dimenticando l'offesa.
Era leggermente irritata che Dioniso non le avesse ancora detto come esattamente avrebbe potuto salvare Talia."
"Eri fastidiosa."
"Dovevi saperlo che sarei partita, alla fine." Percy rispose al dio, che scosse solamente il capo.
"Nei miti letti fino a quel momento, a parte la cura del medico, non c'era nessuna menzione di salvare i morti/non morti.
E, la cura del medico era proibita: non giocare con la morte o riportare in vita i morti, o le Furie ti distruggeranno e marcirai nei Campi della Pena.
Quelle storie facevano sempre sentire calda e soddisfatta Percy: apparteneva alla famiglia più disastrata di tutti i tempi. "
Molti risero ed Hermes annuì. "Sì, vero. Almeno lo avevi capito da sola."
"Non era stata un'ipotesi selvaggia da fare."
"La famiglia disastrata, con tutte maiuscole.
Comunque, per la cura del medico serviva anche l'aiuto di un dio, e Percy non aveva intenzione di chiedere a nessun dio di aiutarla a salvare Talia, le avrebbe messe entrambe in debito con un dio ed era intelligente tanto quanto farli arrabbiare."
Ares la guardò. "Mi hai fatto arrabbiare."
"Avevo buone ragioni."
Demetra rise andando avanti a leggere.
"Non che Percy non li avrebbe fatti arrabbiare, ma preferiva quello alla prospettiva di dovere loro dei favori.
Era così bello non essere riconosciuta: nessuna pressione, nessuna richiesta.
Non era nemmeno tanto importante da essere riconosciuta da suo padre.
Perché qualcun altro dovrebbe porle alcuna attenzione?
Percy era così contenta di sacrificare ogni giorno per evitare il riconoscimento."
Tutti la fissarono e lei annuì. "Poseidone mi riconosce e vengo mandata ovunque. Così ingiusto."
Poseidone la guardò, sentendosi offeso e rivolgendo un broncio alla figlia, e lei sorrise. "Ma sei uno splendido padre."
""Chirone mi ha fatto leggere... il motivo per cui i Tre Grandi non potevano avere figli.""
Tutti guardarono Percy in ansia e lei sorrise e basta.
""Pensavo che Era, Persefone e Anfitrite si fossero stancate di essere tradite e cose del genere."
"No, magari. Altrimenti, comunque, sarebbe stata Era a maledire Talia, non Ade."
"Ad Era serve il giuramento per maledire i figli mortali del marito? Non ha gettato il suo dall'Olimpo perchè non era carino?""
Efesto grugnì ed Era lo guardò stanca. "Sono letteralmente passati secoli, Efesto."
Percy sbuffò. "Già, passaci sopra. Voglio dire, sei stato solo lanciato dall'Olimpo."
Era la guardò offesa.
"Luke la guardò, e Percy annuì.
Il suo ADHD diventava un disastro quando era nervosa, e sentire il nome di Talia la faceva diventare molto nervosa. E arrabbiata. E l'unica cosa che voleva fare era trovare il miracolo e riportarla a casa.
Non era chissà cosa da chiedere.
Luke sospirò. "C'era una Profezia. Mette in guardia da uno dei loro figli."
Poi passò un foglio a Percy, che lo prese. "Hai rubato una profezia?""
"Tu... la conoscevi?" Chiese Zeus e Percy annuì. "Così tanti incubi. Dannato Crono." "Perché dannato Crono?" Chiese Hylla, confusa, e Percy rispose. "Ha iniziato a parlarmi nella testa da quel momento e, tipo, la mia sanità mentale era già inesistente, non peggiorare tutto, amico. Così scortese. Non possono stare fuori dai miei sogni?"
I semidei scoppiarono a ridere, mentre i figli di Crono la guardavano stupiti.
""Ho scritto la Grande Profezia su un foglio per fartela leggere. Sei brava con le profezie, ho pensato che potessi capirci qualcosa."
Percy posò lo sguardo sul foglio, leggendo. "Un mezzosangue degli dei più antichi
Raggiungerà sedici anni contro ogni pronostico
E guarda il mondo in un sonno senza fine
L'anima dell'eroe, lama maledetta mieterà
Una sola scelta finirà i suoi giorni
Olimpo da preservare o radere al suolo"
Poi alzò lo sguardo. "Sì, posso capire il voto e la rabbia di Ade. Caduta non è bello per loro. E un semidio non è un granchè, nello schema immortale delle cose.""
"Sento l'amore." Disse Talia e Percy alzò le mani. "Ehy, non lo stavo giustificando. Potevo solo capire il suo punto di vista."
Michael sbattè le palpebre. "Tu non hai mai detto niente! Potevi morire e non lo hai detto!"
Percy annuì. "Ho fatto la scelta giusta. Non riguardava me quel verso, e quindi questo va bene. Ma non avrei dovuto fare una scelta diversa."
Silena chiese. "E perché?"
"Luke ha fatto risorgere Crono, per quella profezia. Voleva proteggere Thalia e poi me, dopo aver avuto la certezza che fossi figlia di Poseidone. Non avrei rischiato che avesse ancora più aiuto di quello che aveva già."
I semidei annuirono.
Percy aveva ragione. Avrebbero fatto di tutto per lei.
"Luke la fissò, poco impressionato.
"Ehy, non sto dicendo che ha fatto bene a uccidere Talia, dico solo che è sensato. L'Olimpo, anche se è stato cacciato, è la casa anche di Ade, ha combattuto per riaverla. Non vuole che un semidio rovini tutto."
Poi, Percy lesse di nuovo la Profezia, ignorando che parlava di Talia o che, se aveva ragione su suo padre, poteva parlare di lei.
Avrebbe avuto così tanti incubi, per quello.
"Okay, dei maggiori. L'essere maschile esclude Demetra, quindi lei non è nel patto. Sedici anni, tra guai e dolori. Beh, Talia aveva dodici anni, ne mancavano solo quattro. Ed eravate in fuga da uno. Probabilmente Era ha maledetto sua madre, quindi non aveva motivi per amare gli dei. Ade non avrà voluto rischiare. Soprattutto considerando chi era suo padre. E la sua matrigna. Sono sorpresa che Eracle non abbia cercato di distruggerla."
Poi tornò a leggere. "Lungo sonno. Non so, ci sono magie per far dormire qualcuno? Sembra che succederà vicino al sedicesimo compleanno del semidio. Quindi, non so cosa potrebbe essere. Magia di una maga o di un dio? Potrebbe far piombare il mondo in un sonno. Lungo sonno, quindi non parla di morte. Decisamente sonno magico. Alla Bella Addormentata nel Bosco."
Luke sorrise leggermente e Percy lesse le ultime righe. "Bene, l'orrida lama, maledetta. Deve essere una lama, beh, maledetta. Strapperà l'anima dell'eroe, penso che significhi che morirà. E la sua scelta, la scelta che ne causa la morte, è quella di salvare o distruggere l'Olimpo. Non è ben chiaro se la scelta determini la fine dell'eroe. Potrebbe essere muore a priori, o muore solo in uno dei due casi. Tipo, salvi l'Olimpo e per contrappasso muori tu, o distruggi l'Olimpo e per punizione muori tu.""
Apollo annuì. "Molto bene."
Atena scosse la testa. "Sapevi della profezia così prima del tempo?"
"Già. A proposito Zeus grazie tante per non avermi ucciso. Molto apprezzato."
Zeus sorrise alla nipote, ancora confuso dalla sua capacità di non agire in base alla profezia.
Molti avrebbero cercato di aggirarla, quantomeno.
"Percy poi, alzò lo sguardo e disse. "Talia era condannata comunque? Dodici, sedici anni, non avrebbe fatto differenza?"
Luke annuì. "Chirone me lo ha mostrato per... non so, consolarmi?"
"Quel cavallo è pessimo nel consolare. Strano, considerando tutti gli eroi che deve aver visto morire.""
Chirone sospirò. "Non pensavo che te lo avrebbe fatto vedere."
"Non sapeva che poteva riferirsi a me. O non me lo avrebbe fatto leggere." Percy scrollò le spalle, credendoci. Luke non l'avrebbe mai spaventata.
"Luke sorrise leggermente e Percy lo abbracciò, dopo aver messo in tasca la profezia. Forse l'avrebbe bruciata per non farla leggere a nessuno.
I ragazzi di Hermes l'avrebbero rubata per curiosità, e avrebbero avuto degli incubi.
Percy si chiedeva se poteva far pagare anche questa seduta ad Ade.
Era colpa sua se Chirone aveva pensato di farla leggere a Luke e Luke l'aveva fatta leggere a lei. Ma Luke non poteva pagare una seduta, quindi Ade era."
Chris annuì e Travis disse. "Sì , hai fatto bene a distruggerla. Non servivano anche quegli attacchi di panico."
"Volevi davvero mandarmi la parcella?" Chiese invece Ade e Percy annuì "Già. "
Persefone rise. "Sembra che dovrai pagare molto, marito mio."
Ade sospirò. "Sembrerebbe proprio di sì."
"O forse era solo un altro evento che avrebbe rovinato la scala morale di Percy.
Sì, non cambiava molto, per lei.
La ragazza si guardò intorno.
Nessuno li aveva ancora cercati, ma potevano arrivare in qualunque momento.
Percy guardò Luke. "Dobbiamo tornare indietro. E Luke?"
Suo fratello in tutto tranne che nel sangue la guardò, e Percy, seriamente, disse. "Salveremo Talia e la riporteremo a casa. Non mi importa se devo prendere  a calci le Parche per farlo, la riporteremo a casa. Nella nostra famiglia. Dalla sua famiglia."
Luke le sorrise, prima di dirle. "Per favore, non prendere a calci le Parche.""
Molti risero e Clarisse disse. "Ha fatto bene a sottolinearlo."
"Si, ho pensato lo stesso."
Ares scosse la testa e Hermes rise. "Non ci posso credere che serva dirlo a una semidea."
"Non ero ancora arrivata io sulla scena."
""Vedrò di non farlo, se loro non lo rendono necessario. Farò tutto il possibile per riaverla. Non importa quando Dioniso dica che sia impossibile o qualche profezia. La riporteremo a casa, le faremo salvare l'Olimpo e poi impediremo la sua morte, o infastidendo le Parche a non finire, o Ade, o Thanatos, o chiunque. Forse i giudici? Caronte? Chiunque, davvero. Posso anche rubare il suo filo alle Parche e tenerlo io, al sicuro. O chiuderlo da qualche parte, al sicuro."
Percy corrugò la fronte. "Non è una brutta idea, pensaci. Lo teniamo da parte fino al giorno dopo il suo sedicesimo compleanno, e lei è a posto! E' brillante!""
Atena scosse la testa. "Non dovevi saperlo."
"Non mi sono unita a Crono nonostante lo sapessi."
"Luke le sorrise, dicendo. "Possiamo salvarla dopo il suo sedicesimo compleanno, per evitare di fare infuriare le Parche con te."
"Potremmo, ma sarebbe meno divertente.""
Tutti risero. "Violenta." Disse Michael e Grover lo guardò. "E tu ci vuoi uscire insieme." "Perché lei è pazza e io sono pazzo di lei."
Percy alzò gli occhi al cielo, facendo ridere Clarisse e Grover.
"Luke sorrise, qualcosa di tenero nello sguardo, insieme a qualcosa che faceva venire i brividi lungo la schiena di Percy.
"Posso farti una domanda, Luke?"
"Certo, puoi chiedermi qualunque cosa."
"Perchè hai pensato di fare vedere a me la profezia? Uno dei ragazzi di Apollo avrebbe potuto essere più preciso nella spiegazione."
"Vero. Ma sei molto intelligente. E c'eri tu insieme a noi. Se io meritavo di sapere per cosa Talia era... morta, allora anche tu. Perchè chi è rimasto a combattere, non ero io."
Percy sorrise, sentendo le lacrime salirle fino agli occhi.
Probabilmente non pianse solo per pura forza di volontà.
Luke la strinse in un forte abbraccio, dicendo. "Fino a che non la riportiamo qui, facciamo in modo di stare al sicuro, okay? Non facciamo arrabbiare le persone sbagliate, non partiamo più per imprese folli e restiamo insieme. Quindi, quando arriva, avrà la sua famiglia qui in attesa.""
Percy abbassò lo sguardo. Se Luke non li avesse traditi, Talia non se ne sarebbe andata.
Non c'era stata la famiglia ad attenderla e lei se ne era andata.
Talia guardò Percy e sospirò quando si rese conto a cosa stesse pensando.
"Percy annuì, dicendo. "Sembra un piano. Non garantisco di non far arrabbiare le persone sbagliate, ma posso fare del mio meglio."
Luke sorrise divertito, scompigliandole i capelli. "Sei un pericolo vagante, peste. Andiamo, dai. Tra poco abbiamo cena."
Percy annuì, spintonando Luke, prima di iniziare a correre, senza dare il minimo preavviso.
Dietro di lei, la risata di Luke e il rumore dei suoi passi, anche lui impegnato nella corsa."
Travis rise e Connor ridacchiando disse. "Mi ricordo. Lo hai fatto cadere davanti alla cabina per superarlo."
"Ho vinto."
"Lo hai quasi reso zoppo." Rise Chris e Silena. "Lo avevamo visto dalla cabina. Alcuni bambini avevano paura sarebbe successo anche a loro."
"Percy stava fissando la scacchiera davanti a sè."
Dioniso sospirò. "Potevi dirmi che era per questo."
"Si, immaginavo di non dover saperlo. Ho pensato di evitare di renderlo un fatto noto."
"Dopo aver tentato con il burraco, si era resa conto che Dioniso era scarso in qualsiasi gioco."
"Non sono scarso."
"Certo, Dioniso, continua a dirtelo."
Il dio fissò la ragazza che sorrise in risposta.
"Quindi, aveva sperato che abbandonando le carte avrebbe potuto vincere qualcosa.
Dioniso aveva suggerito gli scacchi, e Percy adesso pensava che il suo hobby fosse giocare a giochi in cui avrebbe sicuramente perso."
Demetra sorrise al nipote. "Giocavi con Percy?"
Percy annuì verso la dea. "Si, penso che tenesse sotto controllo la mia sanità mentale."
"Non c'era niente che potessi fare per preservarla. Non ne avevi nessuna."
"Ouch. È solo scortese da dire."
"Sicuramente, sembrava scegliere solo quelli.
"Se metti lì il pedone, faccio scacco matto. Per la tredicesima volta. In un'ora.""
Tutti risero e Apollo disse. "Non sei così scarso."
"Aspetta, giochi peggio di lui?" Chiese Percy e Apollo sorrise. "Alla pausa vuoi una partita?" "Certo che sì."
""Ci sto andando piano con te, bambina. Che vanto c'è nel vincere contro una bambina di nove anni?"
"Immagino lo stesso di dire a suddetta bambina il suo difetto fatale, e rischiare di ucciderla per quella conoscenza. Quindi, sai, nessuno davvero importante. Te lo avevo detto che ti serviva un hobby.""
Risero per la risposta di Percy e Grover disse. "Perce..." "Ehy, avevo ragione!"
Zeus e Poseidone scossero la testa per i due.
""Hai una bella lingua, eh? Impertinente."
"Te ne sei reso conto dopo due anni? Sono stata troppo gentile, vero? Vedrò di migliorare nel futuro.""
"Non eri troppo gentile." Scosse la testa Chris e Connor annuì. "Direi che eri abbastanza impertinente e sarcastica."
"Ehy, lui voleva che alzassi la posta in gioco!"
""Sono certo che lo farai. Bene, se vuoi che ti batta."
Dioniso agitò una mano e la scacchiera fu di nuovo intatta. Mosse per primo il dio.
Percy osservò la scacchiera, muovendo poi una pedina.
Le piacevano gli scacchi: studia lo stile del tuo avversario e distruggilo. Più o meno come un allenamento o un vero scontro, supponeva Percy.
Non capiva perchè a Dioniso piacesse tanto, ma almeno non aveva iniziato suicidando una pedina."
Molti risero e Apollo alzò un sopracciglio. "La facevi vincere di proposito?'
"Quando ha smesso di essere volutamente scarso, ha perso comunque."
"Non è vero. Mi sono limitato."
"No, hai sottovalutato i pedoni."
Clarisse rise. "Non sottovalutare e spera di essere sottovalutato."
Percy sorrise in risposta. "E colpisci dove fa più male."
Clarisse sorrise in risposta.
""Quindi, se io sapessi qualcosa che non dovrei sapere, dovrei dire agli altri che lo so?"
Dioniso la fissò, dopo aver fatto la sua mossa.
Percy non poteva credere che si fosse fatto battere per tredici volte solo per fare felice una bambina di nove anni.
Se gli altri semidei lo avessero scoperto, Dioniso avrebbe fatto la figura del tenero.
Non potevano proprio averlo."
Dioniso rise e Connor e Travis gemettero. "Avresti dovuto dircelo?"
"Perché? Nessuno di voi si sedeva a giocare con lui. Non vedo perché avrei dovuto rivelare niente."
Dioniso sorrise e Travis corrugò la fronte mentre Chris chiedeva. "Se avessimo voluto avresti giocato anche con noi?"
"Con Percy era più un controllare che non fosse scappata a cercare il Vello."
"Hai totalmente barato con quello."
"Ho cercato di limitare i danni. Dovevo sapere che sarebbe stato inutile."
""Dipende dalla conoscenza che hai, bambina. Qualcun altro rischia la vita, se tu lo sai?"
"No. E non sono nemmeno sicura che io non dovrei saperlo. Solo che, per caso, ne sono venuta a conoscenza."
"Conoscenza e sapere come usarla sono due cose diverse, Percy. Hai intenzione di agire in base alla tua conoscenza?""
Apollo sorrise, dicendo. "Parli con Percy e mostri una perspicacia non indifferente!"
Hermes annuì, dicendo. "Dovremmo portarla alle riunioni del Consiglio per farti avere apporti intelligenti e utili?"
Dioniso scosse la testa. "Solo se vuoi essere offeso mentre mostra venti modi in cui potrebbe fare il tuo lavoro meglio di te. Davvero, potrebbe rovinare persino l'ego di Apollo."
Apollo, Hermes ed Ares fissarono Percy. "Che volete?"
"Padre, può partecipare al prossimo consiglio?"
"Uh, non voglio." Negò Percy, ma Zeus annuì. "Hai già dato un apporto positivo con il dono che ti era stato concesso. Sarebbe utile vedere come puoi migliorare il nostro governo."
Percy guardò il padre, speranzosa, ma  lui stava sorridendo orgoglioso.
"Percy riflettè. A parte rubare il filo della vita di Talia per il suo sedicesimo compleanno, non aveva intenzione di agire in alcun modo.
"Non in modo dannoso.""
Leo rise e disse. "Penso che sarebbe stato dannoso lo stesso."
Apollo alzò le spalle. "Avrebbe preso qualcun altro."
"Vedi? Fila liscio." Disse Percy e Apollo disse. "Anche la tua."
"Fila liscio. Pensavo che Poseidone potesse essere mio padre. O lui o uno degli dei minori, ma se era lui ero anche io nei guai. Non ho mai pensato di rubare il mio filo."
"Ecco, sarebbe stato normale il contrario." Disse Travis e Connor annuì. "Non avrei cercato in tutti i modi di impedire la morte di qualcun altro e non la mia."
Percy si strinse nelle spalle.
""E sarebbe meglio se tu non lo sapessi?"
Percy pensò ai suoi dubbi. Non era una figlia di Apollo, di Efesto, di Hermes. O era la figlia di un dio minore o era come Talia.
"Penso di sì.""
"Pensi?" Chiese Hermes e Percy alzò le spalle. "Sono stata bene, alla fine."
""Sei preoccupata per saperlo?"
Percy inclinò la testa. Era preoccupata per Talia. Non voleva che morisse a sedici anni, visto che era un albero dai dodici. Non aveva nemmeno vissuto.
Ma per lei?
Non avrebbe sfidato le Parche per se stessa.
"Un po', ma non dannosamente. Solo per conoscerlo generalmente.""
Poseidone fece una smorfia e Tritone chiese. "Lo faresti, adesso?"
"Non sfiderei le Parche per nessuno. Ho capito che se succede qualcosa, allora deve succedere. E non ha senso cercare di impedirlo in tutti i modi."
Poseidone chiese. "Lotteresti per te?"
"Lo avrei fatto sempre."
"Bene."
"Dioniso mosse, e Percy si accigliò quando vide che poteva o difendersi e perdere lo scacco, o fare lo scacco e rischiare di perdere il cavallo.
Decise per la seconda.
Dioniso alzò il sopracciglio alla mossa, e uccise il cavallo.
Povero Phil."
"Bello vedere i tuoi pensieri mentre discuti della tua futura morte." Disse Drew e Percy scrollò le spalle. "Avevo nove anni. Non era per altri sette anni. Stavo bene in quel momento."
""Allora, penso che potresti tenerlo per te. A meno che questa conoscenza non danneggi la tua psiche."
"Penso che la mia psiche sia ormai danneggiata. A priori."
"Non peggioriamo le cose, vero?""
Percy sorrise. "Erano già drastiche."
Dioniso sospirò. "Purtroppo ho fatto il meglio che potevo."
"Percy sorrise quando vide l'apertura che il dio le aveva lasciato.
Controllò che non ci fossero problemi con gli altri pezzi, ma aveva il re e la regina ben protetti.
Quindi, fece felicemente scacco con due pedoni.
Dioniso aveva due possibili mosse.
Il dio alzò il sopracciglio, accigliato.
Poi attaccò uno dei due pedoni.
Quello a destra.
Bingo.
Percy mosse un terzo pedone, e proclamò. "Scacco matto!""
"Se avessi attaccato quello a sinistra?" Chiese Dioniso interessato e Percy si strinse nelle spalle. "Avrei spostato in avanti quello a destra e portato il pedone indietro di due in posizione laterale, mangiando il tuo alfiere."
Dioniso corrugò la fronte. Annuì leggermente. "Si, sarebbe stato un altro scacco."
"Dioniso sospirò, prima di dire. "Non gioco molto a scacchi."
"A pinnacolo a quanto pare sì. E perdi sempre anche lì. Sai, penso che dovresti darti ad altri giochi. Tipo...."
Percy inclinò la testa. 
Dopo un paio di minuti, il dio tossì.
"Oh, scusa, stavo pensando a un gioco, ma penso che faresti pena in tutto. Però, ehy, sei un dio e cose del genere, quindi, bravo!""
Tutti risero e Hermes e Apollo dissero. "Mitico."
Reyna scosse la testa. "Non capisco perchè ti sei arrabbiata quando quell'eredità lo ha offeso."
"Ho il massimo rispetto e la massima stima per Dioniso. È il motivo per cui so di poter essere rilassata nei suoi confronti. Sono fiduciosa nel non essere uccisa per aver scherzato. Non offenderei mai così il suo dominio."
Dioniso sorrise e guardò Reyna. "Spero che tu abbia preso provvedimenti con quel romano."
"Uh, ci ha pensato Percy. È molto rispettoso ora, ma non si avvicina a nessuna fonte d'acqua. Fa fatica persino a berla."
Percy sorrise e Clarisse le fece un occhiolino.
Travis e Connor la guardarono esultanti.
Nico chiese, contento. "Lo hai minacciato?"
"No, ci ho fatto una semplice chiacchierata."
"Dioniso la fissò vagamente divertito, prima di dire. "Se in futuro, il peso di quella conoscenza dovesse diventare troppo per te, penso che sarebbe opportuno che ti rivolgessi ad altri per sostegno e conforto. A meno che nemmeno loro dovrebbero esserne a conoscenza."
Percy inclinò la testa, pensando.
Quella profezia non era da conoscere prima del tempo.
Poteva immaginare come chiunque avrebbe cercato di prevenirla in tutti i modi, per non morire.
Percy non lo avrebbe fatto.
Più cercavi di contrastare una profezia, più era probabile che quella si sarebbe verificata nel modo peggiore possibile.
Percy non avrebbe sfidato il proprio destino.
Poteva sempre sfidare le Parche, ma quello era un discorso completamente diverso."
"Certo che lo era." Scosse divertita la testa Clarisse e Percy sorrise.
""Bene, lo farò."
Percy guardò la scacchiera, ma Dioniso la fermò. "Possiamo evitare di iniziare una nuova partita, adesso, bambina. Penso che sarebbe meglio per te se vai a prepararti per la cena."
Percy annuì, alzandosi. Poi guardò il dio. "Non hai ancora intenzione di dirmi come salvare Talia?""
Talia deglutì.
""Hai studiato i miti, bambina?"
"Lo sto facendo. Grazie per averli tradotti tutti in greco, comunque. È molto apprezzato."
"Ne sono sicuro. Quando verrai con un'ipotesi, confermerò o meno. Fino a quel momento, non sei evidentemente pronta nemmeno a pensarci. Lealtà.""
Jason corrugò la fronte. "Ma se non glielo avessi fatto notare, non sarebbe stato un problema per la missione."
Dioniso scrollò le spalle. "Ormai lo sapeva. Ci avrebbe fatto attenzione."
"Sembra una scusa." Fece Ares.
""Se non me lo avessi fatto notare non sarebbe stato un problema per me. Hai voluto vantarti con una bambina di nove anni e adesso eccoci qui."
"Sparisci dalla mia vista, Percy.""
"Se mi mandavi sarei sparita." Gli disse Percy, ridendo e Dioniso la guardò divertito.
"Agitando la mano dietro di sè, Percy uscì dalla Casa Grande.
Avrebbe letto ancora qualche passo quella sera e avrebbe trovato il metodo da sola."
"Ce lo hai fatta?" Chiese Leo e Percy annuì. "Non è stata concessa lo stesso."
"Ho fatto bene."
"Magari Luke sarebbe ancora qui." Gli disse Percy e lui rispose. "O tu non ci saresti stata più."
Percy sospirò e Rachel disse. "Che sarebbe stato orribile."
Percy le sorrise e poi la guardò prendere il libro.

Angolo autrice
Scusate il ritardo!
Talia e Percy sono il mio modello di amicizia e sorelle.
Io sono la più piccola e fastidiosa. Mia sorella non è mai diventata un albero, però. E nemmeno nessuna delle mie cugine.
Mi sembra una fregatura.
Alla prossima
By rowhiteblack

The family bond ~ Lettura Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora