"Quando i semidei avevano lasciato la Sala del Trono, e Zeus aveva scoperto il furto, Dioniso aveva sentito da Hermes che tutti gli dei erano stati inviati alla ricerca del colpevole."
"Ehy, è dal punto di vista di Dioniso?" Chiese Percy e il dio strinse le labbra. Lanciò uno sguardo al padre e allo zio.
"Sembra di sì." Disse Ares.
"Purtroppo, nessuno di loro riuscì a scoprire chi avesse rubato la Folgore del dio degli dei, il più potente tra tutti loro.
Chiunque fosse stato, aveva avuto un veloce ed efficace piano di fuga.
Dalla scomparsa della Folgore, però, Dioniso non si ritenne sorpreso quando il tempo, rappresentazione delle emozioni del padre, divenne furibondo.
Temporali, piogge, incidenti aerei.
Mortali e immortali insieme sapevano che le cose stavano peggiorando a vista d'occhio.
Tuttavia, quando alla rabbia del padre si aggiunse quella dello zio, Dioniso immaginò che nessun mortale sarebbe stato al sicuro dall'ira delle due divinità.
Dopo la loro discussione usuale al Solstizio, Dioniso era sia non sorpreso sia sorpreso della decisione del padre di accusare lo zio del furto.
Non sorpreso perché tutti conoscevano bene la paranoia e sicurezza del padre di essere destituito.
Sorpreso perché Dioniso sapeva per certo che Poseidone non aveva alcun interesse a governare tutti gli dei."
Poseidone annuì. "Esattamente."
Zeus fissò il fratello. "Era un sospetto comprensibile."
Ade ringhiò. "Non lo era."
"Parla quello che ha incolpato Percy e Poseidone del furto." Alzò gli occhi al cielo Demetra e Ade fissò la sorella.
"Aveva il suo regno, ad Atlantide, un regno che prosperava da sé.
Governare gli dei avrebbe solo rovinato il suo equilibrio.
Inoltre, avrebbe dovuto vivere dove poteva tenere sotto controllo tutti loro e Dioniso sapeva per certo che dal mare non era possibile.
Sebbene molti dei minori avrebbero accolto con favore il cambio al governo, Poseidone non avrebbe mai lasciato il proprio dominio. "
"Accolto con favore?" Chiese Zeus, fissando il figlio.
Estia intervenne. "Non hai preso molte decisioni sagge, fratello. Queste letture ci permettono di vedere i reali effetti che quelle scelte hanno."
Zeus sorrise alla sorella, continuando a fissare il figlio.
"Dioniso era stato costretto a farlo e sapeva che nessuno lo avrebbe scelto volontariamente.
Inoltre, se Poseidone non aveva deciso di destituire il fratello quando egli lo aveva reso mortale e costretto a servire sotto un re mortale, Dioniso non vedeva motivo per cui avrebbe dovuto farlo in quel momento. Soprattutto considerando che avrebbe potuto sottrarsi senza sforzi alla pena decisa dal fratello.
Inoltre, Poseidone non era il dio che avrebbe rubato qualcosa e combattuto una guerra con l'inganno.
Era troppo onesto e potente per combattere in quel modo."
Poseidone sorrise verso il nipote.
Non era una cattiva descrizione.
"Dioniso, comunque, non era troppo sorpreso per la lite che stava avvenendo.
Naturalmente Poseidone, orgoglioso come tutti loro, non aveva nemmeno pensato a cercare di convincere il fratello della propria innocenza.
Perché avrebbe dovuto piegarsi a tanto?
La lite si stava evolvendo troppo velocemente per essere frenata, soprattutto considerando che nessuno, eccetto le tre sorelle, avrebbe mai osato cercare di convincere uno dei due re della ragione.
Soprattutto quando la guerra si stava avvicinando a velocità impressionante.
Però, quando Zeus decise chi era il ladro del Solstizio, Dioniso non poteva restare in silenzio.
Poseidone di certo aveva scelto il momento peggiore per riconoscere la figlia, quando era sul piede di guerra contro il fratello, mettendo in grave pericolo la figlia.
Soprattutto considerando su chi erano puntati tutti i sospetti.
Ade non aveva esitato a condannare la figlia di Zeus, perché avrebbe dovuto riservare un trattamento diverso all'altra mortale?
Specialmente considerando che non era stata una sua scelta il giuramento, ma che era stato forzato in esso.
"Padre, Percy Jackson non può essere il ladro.""
Percy sorrise al dio. "Grazie."
"Non potevi essere stata tu." Dioniso sminuì la sua difesa.
"Lo sguardo del padre si posò su di lui, e Dioniso dovette usare tutta la sua volontà per non fare un passo indietro.
Anche a costo di rischiare altri tre secoli lontano dal proprio dominio, non avrebbe rischiato di ridurre il corso della vita di Percy Jackson.
Era la semidea più leale, coraggiosa e intelligente che avesse mai visto, che traeva la propria forza dal cuore, rendendola ancora più formidabile come persona e combattente.
Non meritava di essere uccisa, non quando il corso della sua vita era già stato largamente ridotto da una dannata profezia. "
Percy sorrise ancora di più.
Apollo sembrava sbalordito. "Avresti rischiato così tanto per Percy? Non era nemmeno una delle tue figlie."
"Quindi poteva essere uccisa? Non aveva commesso il furto. E non avrebbe mai agito contro gli dei. Essere punita per le azioni di un altro non sarebbe stato giusto per lei."
""Come puoi esserne così sicuro?"
"Per svariate ragioni, padre."
Poseidone lanciò uno sguardo stranito al nipote, ma Dioniso non lo guardò a sua volta. Aveva potuto rischiare la sicurezza della figlia, solo per orgoglio personale.
Percy meritava di meglio."
Poseidone fissò il nipote, arrabbiato per la verità espressa in modo così esplicito, ma Anfitrite parlò prima. "Aveva ragione, Poseidone. Una figlia non meritava di essere messa in pericolo. Senza figli mortali, forse, potevi permetterti un simile atteggiamento."
"Supponeva, però, che sapere che sarebbe presto morta poteva essere una scusa per non interessarsi troppo.
Zeus fece cenno a Dioniso di parlare, mentre Artemide, seguita dalla luogotenente Zoe, e Estia si avvicinavano a loro.
"Non era presente qui, padre, al Solstizio. Solo i ragazzi riconosciuti potevano venire. Inoltre, Argo ha detto di averla colta a...raccogliere delle caramelle e del cioccolato dal magazzino del Campo. Per rallegrare i ragazzi non riconosciuti."
Zeus strinse gli occhi. "Anche Argo mente, adesso?"
Era parlò, non abbastanza interessata a difendere una bambina innocente, ma offesa personalmente alla menzione del proprio mostro da compagnia. Dioniso si chiedeva come potesse essere lei la dea della famiglia, quando non poteva nemmeno tenere al proprio figlio."
Tutti i semidei e molti dei annuirono.
"Se lo chiedono tutti." Disse Apollo ed Hermes annuì. "Dovrebbe essere Estia, la dea della famiglia. È quella che ci tiene uniti e che tiene a tutti quanti."
Estia sorrise loro, mentre Era sembrava mortalmente offesa. Ma tutti la ignorarono.
""Argo non mentirebbe mai, e soprattutto, non coprirebbe mai un furto del genere."
Artemide parlò, più sicura di Dioniso poiché consapevole che il padre non l'avrebbe punita.
"Padre, non penso che Percy Jackson ti avrebbe mai derubato. Quando l'ho incontrata, era estremamente leale a Talia.""
Percy sorrise a Artemide. "Grazie, lady Artemide."
"Ma certamente. Come ha detto Dioniso, eri innocente."
"Zoe sbuffò, dicendo. "Rifiutare l'immortalità per non voler lasciare un'amica e affrontare le forze di Ade per non farla morire da sola non sembrano atteggiamenti di una ladra."
Zeus guardò interrogativo la figlia, e chiese. "Percy era la terza semidea in compagnia di mia figlia?"
"Sono cinque anni che chiede una missione per partire alla ricerca del Vello d'Oro, quando ha scoperto che era una minima possibilità, ma l'unica esistente, di salvare Talia. Inoltre, ha sempre convinto semidei non riconosciuti a restare leali all'Olimpo, padre.""
Percy arrossì davanti agli sguardi orgogliosi dei semidei e colpiti degli dei.
"Zeus guardò il figlio, chiedendo. "Dimostralo."
Dioniso agitò la mano e un ricordo apparve.
Percy, dell'età di nove anni, stava agitando i piedi mentre Lee le medicava la schiena.
"Non avresti dovuto prendere il colpo di Ladone, bambina." Chirone la guardava e Percy rispose allo sguardo. "Non avrei lasciato che colpisse Luke!"
Dioniso apparve nel ricordo, guardando la schiena della ragazza, che fu mostrata al resto degli dei.
Persino Zeus sussultò davanti alle ferite, profonde ed estremamente dolorose."
Percy arrossì e Poseidone disse. "Sei stata estremamente coraggiosa, Percy."
"Ma..."
"Poseidone ha ragione. Sei stata molto coraggiosa."
Percy sorrise verso Zeus, non sapendo come sentirsi alla consapevolezza che gli dei avevano visto le sue cicatrici.
"Ma Percy stava sorridendo orgogliosa di se stessa, soprattutto quando Chirone e Lee uscirono e Dioniso rimase solo con la ragazza.
"È stato oltremodo stupido."
"Preferisco pensare di essere stata originale."
"Deve essere doloroso."
"No, certo che non lo è, Dioniso. Cosa pensi?"
Il dio del ricordo sospirò, porgendo dell'ambrosia alla ragazza che la bevve avidamente. "
"Immagino sia per quello che stai inalando l'ambrosia."
Percy fissò Jason che alzò le mani in segno di resa.
""Pensi che Hermes sia contento adesso? Luke è riuscito nella sua impresa."
Dioniso annuì lentamente. "Non ha motivi per lamentarsi. Almeno, non che io abbia sentito."
Percy annuì e chiese poi. "Pensi che al prossimo Consiglio si complimenterá con lui? È stato davvero bravo, Dioniso, davvero. Ladone era molto veloce, e lo avrebbe ferito solo dopo aver commesso il furto."
"Penso che lo potrebbe fare."
"Luke ne sarebbe molto contento." Percy sorrise, e Dioniso disse. "Noi dei spesso non ci rendiamo conto di quello che fanno i nostri figli, Percy. Non aspettarti dei grandi genitori, quando pensi agli dei."
"Penso che ti sbagli. Siete migliori di quanto voi stessi pensiate.""
Michael sorrise alla frase di Percy e Clarisse annuì. "Molti dei non riconosciuti la pensavano come te. Certo, erano offesi di essere stati abbandonati, ma almeno avevano te."
"E Percy non si sarebbe mai unita a Crono." Sorrise Grover e Percy rispose sorridendo.
Michael inclinò la testa. "Probabilmente lo avrebbe fatto gettare nel Tartaro per disperazione, se lo avesse fatto."
Percy aprì la bocca, per poi richiuderla. "Non so nemmeno se dovrei offendermi."
"No, è un grande complimento." Annuì Clarisse e Leo concordò . "Anche vero. Sei molto capace di portare un Titano al suicidio."
"Grazie." Disse, laconica, la ragazza.
"Ma ti pare?" Rispose il ragazzo, facendo ridere i semidei e sorridere qualche dio.
""Fammi un esempio."
"Beh, Artemide non è una madre per le sue cacciatrici? E sono tutte molto legate tra loro. Tutti i figli di Apollo arrivano già riconosciuti al Campo."
"Artemide è la protettrice delle ragazze. E loro le offrono giuramento. Posso assicurarti che non ricopre il solito ruolo per tutte loro."
"Però per le sue lo fa. Dimmi secondo te chi è il genitore peggiore tra gli dei e ti dico una cosa buona che hanno fatto come genitori."
"Zeus?"
Il dio in questione fissò il figlio, Dioniso si sentí in dovere di spiegarsi. "Con alcuni dei vostri semidei non siete stato il migliore dei genitori, padre. Specialmente con Ercole."
Era annuì. "Mi hai lasciato fare quello che volevo con lui. E con molti altri."
Zeus non disse niente e si concentrò di nuovo sul ricordo.
"Zeus è il padre peggiore? Davvero?""
Tutti i semidei guardarono Percy. "Non lo è?" Chiese Talia, indicandosi.
Zeus la guardò triste.
"Dioniso la guardò e Percy rispose. "Ha mandato dei sogni a Talia per avvertirla del pericolo e per farle trovare la sua arma. Ha guidato Grover verso di noi per riuscire a trovare il Campo. Ha probabilmente convinto Artemide a proteggere per una notte la figlia. E, quando non ha potuto fare molto di più, ha trasformato la figlia in un albero, impedendone la morte. Direi che è un padre molto bravo.""
Talia fissò Percy. "Mi ha quasi fatto uccidere."
"Quello era Ade." Precisò Percy.
"Ma comunque. Come fai anche a pensarli dei bravi genitori? Sai anche cosa fa un genitore?"
"Forse vedere mia madre morire quando avevo cinque anni ha rovinato il mio metro di paragone."
Talia trasalì. "Non volevo..."
"Vai avanti a leggere, Ares."
"Zeus osservò con interesse la bambina parlare, prima di annuire e far cenno a Dioniso di fermare la condivisione.
Il suo sguardo si spostò tra i presenti, prima di fissarsi sul fratello, valutandolo.
"Forse davvero non hai commesso il furto, fratello. Tuttavia, hai comunque infranto il giuramento."
"Non è la stessa azione che hai commesso tu stesso, fratello? E mia figlia si è rivelata essere estremamente leale alla tua.""
"Oh, guarda, papà si sta vantando di me." Disse Percy e Poseidone la strinse. "Certo che ero fiero di te, Percy. Perché non avrei dovuto esserlo?"
""Decreto che la Folgore dovrà essere restituita entro il solstizio. E che tua figlia dovrà riportare la refurtiva."
"Ma non ho commesso io il furto. Incolpare mia figlia come è giusto?"
Zeus lo fissò, prima di guardare Dioniso. "Informa la ragazza del compito che deve portare a termine. Dovrà dimostrare l'innocenza di suo padre riportando la Folgore."
Dioniso annuì, mentre Estia interveniva. "Magari eliminare la minaccia di una guerra potrebbe essere saggio, fratello. Non vuoi rendere troppo spaventata tua nipote, spero""
Percy corrugò la fronte. "Non era l'effetto drammatico?"
Zeus la fissò, ma Demetra annuì. "Certo che era effetto drammatico. Mio fratello non conosce niente di meglio."
Zeus fissò la sorella e Clarisse sbuffò verso Percy. "Parli tu di effetto drammatico?"
"Che posso dire? Scorre in famiglia." Percy si strinse nelle spalle e Poseidone la strinse a sé.
"Zeus la guardò, prima di dire. "Rimarrà la promessa. Se la Folgore non mi sarà restituita, scoppierà la guerra."
Dioniso sparí, senza sentire la risposta dello zio alla promessa.
Se Percy aveva solo dieci giorni, non avevano tempo da perdere. "
"Si, meglio avvertirmi." Annuì Percy e poi guardò il padre. "Quando stavi ascoltando quello che dicevo, eri impegnato in quella discussione?"
Poseidone annuì.
Percy fece una smorfia. "Oh."
Poseidone rise. "È stato piacevole sentire la tua voce."
Percy sorrise al padre, guardando poi Ares passare il libro a Gwen.Angolo autrice
Dioniso parla con il padre!
Cosa ne pensate?
Alla prossima
By rowhiteblack
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The family bond ~ Lettura Percy Jackson
FanficPerseus Adelaide Jackson aveva cinque anni quando il suo patrigno aveva sconvolto la sua vita. Fece l'unica cosa che poteva fare: se ne creò una nuova. Gli dei e i semidei leggono la vita della semidea più forte di tutti i tempi.