La Profezia è detta

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N/A: nella parte finale c'è una minaccia verso Annabeth da parte di Percy. Godetevi la lettura!

"Le  quattro  rampe  di  scale  terminavano  sotto  una  botola  verde.

Percy tirò  la  corda.
 

La  botola  si  spalancò  e  venne  giù  una  scaletta  di  legno con  un  gran  fracasso.  Percy storse il naso quando fu investita dall'odore  di  muffa  e  legno  marcio, misto  a l'odore dei serpenti.
Volendo essere da qualsiasi altra parte, si decise a salire in soffitta.
Non pensava che Zeus avrebbe accettato che non era partita perché l'odore le faceva venire voglia di vomitare."
Zeus la guardò, alzando un sopracciglio.
"Ehy, ho detto di essere entrata. E quell'odore era davvero ripugnante. Non posso essere biasimata per quello!"
"La  soffitta   era  piena  di  ciarpame  mitologico, sorprendendo Percy che non l'aveva mai vista prima.
Armature  coperte  di ragnatele;  scudi  un  tempo  scintillanti  macchiati  di  ruggine;  vecchi  bauli  di cuoio  tappezzati  di  adesivi  con  su  scritto  ITACA,  L'ISOLA  DI  CIRCE  E LA  TERRA  DELLE  AMAZZONI. 

Un  lungo  tavolo  era  zeppo  di  barattoli di  vetro  pieni  di  cose  in  salamoia:  artigli  pelosi  e  mozzati,  grossi  occhi gialli,  vari  altri  pezzi  di  mostri. 

Un  trofeo  polveroso  attaccato  alla  parete somigliava  alla  testa  gigantesca  di  un  serpente,  provvisto  però  di  corna  e  di una  dentatura  degna  di  uno  squalo. 
Sulla  targa  c'era  scritto:  TESTA  DI IDRA  N.I, WOODSTOCK, NY, 1969.

Accanto  alla  finestra,  seduto  su  un  treppiede  di  legno,  c'era  il  ricordino più  macabro  di  tutti. 
Una  mummia. 
Il corpo  di  una  donna,  rinsecchito  come  un  guscio. Indossava  un  abito stampato,  una  moltitudine  di  collanine  colorate  e  una  fascia  sopra  i  lunghi capelli  neri.  La  pelle  del  volto  si  tendeva  in  uno  strato  sottile  e  ruvido  sul cranio,  e  gli  occhi  erano  due  fessure  lucide  e  bianche,  come  se  qualcuno  li avesse  sostituiti  con delle  biglie. 

Sembrava  morta  da  molto,  molto  tempo.

Percy sentí i  brividi scorrerle lungo  la  schiena."
Tutti i semidei greci rabbrividirono.
"Come sono contento che abbia trovato un ospite diverso per quando siamo arrivati noi." Disse Leo, mentre Piper annuiva.
I romani storsero il naso.
"Fa apprezzare molto l'avere i Libri Sibillini." Commentò Reyna.
Rachel la fissò. "Voi vi preparate troppo presto per le imprese e le fallite. I greci hanno il giusto tempo per prepararsi e non anticipano i tempi."
Percy scosse la testa. "Giusto tempo non direi. Una settimana per andare dall'altra parte dell'America e poi tornare indietro non è abbastanza."
Clarisse e Grover annuirono.

"E  questo  prima  che drizzasse  la  schiena  e  aprisse  la  bocca. 

Un  vapore  verdognolo  fuoriuscì dalle  sue  labbra,  riversandosi  sul  pavimento  in  fitte  volute  che  sibilavano come  migliaia  di  serpenti. 

Percy era decisamente pronta a uscire e dire che non aveva ricevuto nessuna profezia, ed era davvero dispiaciuta, quando la  botola  si  richiuse  sbattendo. "
Tutti risero e Poseidone sospirò. "Percy..."

"Era raccapricciante,papà! Non volevo stare troppo vicino a quella cosa."

"Il mio Oracolo non è una cosa." Si lamentò Apollo, ma Percy lo guardò. "Adesso non lo è. Quello precedente lo era totalmente."

"All'improvviso,  una  voce  le si  insinuò  in  un  orecchio  e  si  mise  a  parlare  nel  suo  cervello:  'Io  sono  lo spirito  di  Delfi,  portavoce  delle  profezie  di  Febo  Apollo,  uccisore  del possente  Pitone.  Avvicinati,  cercatore,  e  chiedi.'

The family bond ~ Lettura Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora