"Due giorni.
Quello era il tempo che Chirone ritenne sufficiente per superare il lutto e un anno di fuga.
Dopo, inserí Percy e Luke in uno strano programma di allenamento. Corsa, tiro con l'arco, lotta, allenamento con la spada.
Con la corsa e la lotta, Percy se la cavava abbastanza bene. Aveva due anni di fuga ad aiutarla."
"Come era? La vita da semidio fa miracoli per la forma fisica?" Chiese Rachel, divertita e Percy annuì. "Lo fa davvero. E al Campo non ci sono cheeseburger o hamburger... nemmeno uno..."
"Quello è un vero peccato." Disse Nico e Percy annuì concorde.
"Per quanto riguardava il tiro con l'arco, Lee le aveva spiegato che generalmente solo i suoi fratelli erano bravi in quello. Poi aveva spiegato di essere un figlio di Apollo.
Percy aveva annuito, guardando i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri, prima di annuire di nuovo.
"Stanno cercando di capire chi sia tuo padre o madre."
"Mia madre era Sally Jackson."
"Padre, allora."
Percy guardò le frecce sparse per l'arena. Una era riuscita a infilarsi sugli spalti.
"Depennerei Apollo dalle alternative.""
Tutti risero e Apollo la guardò divertito. "Sì, non ero decisamente io. Non tutti i miei figli sono dei maestri, ma hanno tutti una buona mira."
Percy scrollò le spalle. "Non ho la pazienza di usare le frecce. Ci vuole troppo tempo."
"Comprensibile per i miei figli." Assicurò Poseidone.
"Propose, facendo ridere Lee.
"Infatti. Andiamo, piccola. Tocca alla spada."
Gli allenamenti con la spada erano abbastanza buoni, supponeva Percy. Solo che non riusciva a trovare nemmeno una spada adatta.
Erano troppo pesanti, troppo lunghe, troppo corte, troppo leggere. Erano tutte sbilanciate, nessuna adatta.
Una ragazza più grande di lei di due anni si era avvicinata mentre osservava il suo allenamento singolo con i due pugnali.
"Combatti bene, pulce." "
"È Clarisse?" Chiese Talia e Percy annuì. Clarisse guardò divertita Percy. "Eri molto piccola." "O tu troppo grande." "Non ero troppo grande, solo più alta di te." "Ma io più carina."
Charles corrugò la fronte. "Che centra?"
"Alle persone piacciono i cagnolini non le giraffe."
Tutti risero.
" "Pulce? Preferisco mosca, se devo essere onesta." "
"Perché?" Chiese Afrodite confusa. Grover proseguì a leggere.
" "Perché?"
"Sono piccole e fastidiose." "
Travis rise e Connor annuì. "Molto somigliante." Chris ridacchiando disse. "Aggiungi difficili da uccidere." "E direi che abbiamo il quadro completo." Annuì Travis.
"L'altra rise. "Anche le pulci, pulce. Adesso, bella postura. Perché non hai una spada?"
"Non si sono fidati a darmi una spada che potesse uccidere me o gli altri." "
"Non avrebbe avuto senso." Disse Atena e Percy scrollò le spalle. "Si chiama avere umorismo, ma va bene che tu non lo comprenda. Devi avere qualcosa per capirlo."
Poseidone rise, divertito, stringendo la figlia più vicina.
" "Sciocchezze."
"Nessuna mi sta bene. Sono tutte sbagliate."
Il sorriso dell'altra era troppo soddisfatto. "Vieni con me." "
Charles annuì. "Hai fatto bene, le serviva decisamente una spada su misura."
Leo guardò Percy. "Hai una spada su misura?"
"Si, me lo ha fatto Fabrizio. Il capo cabina prima di Charles. Un misto tra xiphos e spada spartana."
"Oh... forte!" Esclamò Leo.
"Percy seguí la ragazza, chiedendosi se stesse per iscriversi nella setta di una setta più grande."
"Eri già in una setta di una setta più grande! Noi!" Connor indicò se stesso e i suoi due fratelli.
Percy annuì. "Una seconda setta, allora."
Clarisse scrollò le spalle. "Tutto sommato, siamo una setta a sè stante."
"Però siamo tutti molto attraenti, quindi va bene." Annuì Leo e Percy guardò Annabeth. "Ti sei persa, per caso?"
Gli altri semidei scoppiarono a ridere mentre Annabeth arrossiva.
"La ragazza, che si presentò come Clarisse La Rue, figlia di Ares, la portò davanti a una cabina da cui proveniva un forte odore di profumo firmato.
"Non metto profumo." "
Drew guardò speranzosa Percy che scosse la testa. "La mia posizione non è cambiata."
"Oh, andiamo! Saresti assolutamente perfetta!"
"Lo è già!" Disse Michael e Percy lo indicò annuendo. "Concordo con lui, lo sono. Lasciami lontana da... quello."
"Clarisse scosse la testa. "No, pulce. Niente profumo. Mi serve il ragazzo che sta dentro qui."
"Ho un nome, sai?"
"Hai un nome quando lo decido io, pulce." "
Ares guardò Percy interessato e lei rispose. "Ci ha messo due anni."
Clarisse annuì. "Te lo eri meritato, ho deciso. Avevi abbastanza fegato da meritare di essere chiamata con il tuo nome."
"Percy sospirò. Immaginava che essere la figlia del dio della guerra volesse dire mostrare di essere tosta e tutto il resto. Poteva essere peggio, supponeva. Almeno non aveva cercato di coinvolgerla in una rissa.
Non accettava sfide che non poteva vincere. E in quel momento, non poteva vincere contro Clarisse. Era più grande, più muscolosa e si allenava da più tempo. E sembrava essere simpatica, se non per la sua decisione di non pronunciare il nome Percy.
Tra pulce e Perseus, però, preferiva pulce."
"Non ti piace il tuo nome? Viene da un grande eroe." Disse Zeus, confuso e Percy si indicò. "Ho un nome maschile. Non mi piace per quello."
Zeus annuì e lei continuò. "Ma è bello avere il nome di un eroe come Perseo. A differenza di molti altri è stato fedele alla moglie e non è morto male. Che sono due risultati da non sottovalutare."
Era annuì. Non aveva infastidito troppo Perseo proprio per la sua fedeltà verso sua moglie.
"La porta si aprí e una ragazza bellissima uscí. "Clarisse? E chi è questa bella bambina?" poi, un'espressione insicura e spaventata. "Non sei uscita e hai rubato un bambino a qualcuno vero? È illegale e dovremmo restituirla." "
Rachel guardò Clarisse. "Rubi spesso bambini?"
"Percy è quella che ha deciso che Nico era suo e lo ha tenuto. Lei ruba i bambini."
"Era un semidio. Gli ho solo aperto la mia cabina per dormire."
Zeus alzò un sopracciglio e lei disse. "Almeno fin quando non hai preso la saggia decisione in autonomia e non guidato da nessuno di farne costruire una per Ade al Campo."
Zeus annuì, divertito. "Ah, bene. Accettabile, suppongo."
" "Sono Percy. Clarisse ruba bambini alle persone?" "
Rachel e Percy si sorrisero.
" "No, non lo faccio." scosse la testa Clarisse.
La ragazza sorrise a Percy. "Sono Silena. Figlia di Afrodite. Come avete legato?"
"Mi ha vista allenarmi e ha perso la testa per me." Ammise Percy e Clarisse sbuffò, ma non la corresse.
Percy non fu l'unica a notare. "
Silena sorrise. "Era chiaro che era colpita. Ed è l'unico modo per attirare la sua attenzione."
Percy annuì. "Vero. O essere Chris."
Chris sbuffò. "Ho steso uno dei suoi fratelli con uno scherzo ed è rimasta colpita."
Percy scosse la testa. "Niente, solo combattimento."
" "Qual è il problema, allora? Clarisse si lega con difficoltà alle persone. Fa parte dell'aspettativa di essere figlia del dio della guerra."
"E fa parte delle aspettative di essere figlia della dea dell'amore vivere nel profumo?"
"Sí. Immagino di sí. Vuoi provare qualcuno dei miei vestiti?"
"No, grazie. Sto bene così." "
Connor, Travis e Chris risero e Percy scosse la testa.
Silena sorrise. "Ho solo pensato che poteva essere utile avere delle alternative. Ed è sempre bello apparire al meglio."
"Okay. Immagino abbia senso. Ma non dovevo impressionare nessuno."
Silena sorrise, annuendo. "Lo so, ma ho solo pensato di offrire. Non hai idea di quante siano le ragazze che pensano di non essere abbastanza se non sono assolutamente fantastiche."
Drew inclinò la testa. "Sono meno da quando Percy è arrivata al Campo. Ha cambiato lo stereotipo di ragazza cool."
"Percy indossava gli stessi pantaloni da sei mesi e la maglietta era diventata quella del Campo, dopo un anno in cui indossava la stessa. I suoi capelli non erano pettinati da due anni e non si era fatta una doccia decente per due anni e sei mesi, facendola solo il giorno prima al Campo."
"COSA?" Drew, Gwen, Silena e Afrodite esclamarono in coro.
Percy sorrise. "Ho pensato di non dirtelo. Volevo evitare...questo."
"E di essere costretta a pettinarti." Dedusse Leo e Percy annuì. "Si, anche."
"Decise di non dirlo a Silena, per paura di farle venire un infarto. Sembrava simpatica."
Silena sorrise, ancora sconvolta da non averlo notato. "Si, probabilmente mi avrebbe davvero sconvolta."
"Si, non serve ringraziarmi."
" "No, non l'ho portata qui per un restyle, Silena. Mi serve il tuo ragazzo."
"Non ho un ragazzo." Silena era arrossita e aveva guardato verso l'interno della cabina. "
"Certo." Annuì Travis e Connor concordò. "Nessun ragazzo, no no. Tu? E chi?"
" "Ceerto. Dove si trova il bel Beckendorf?" "
Chirone alzò un sopracciglio. "Non avresti dovuto trovarlo lì, però. Esiste una regola che serve a impedire questo."
Percy sorrise e Connor rise. "Sembra che qualcuno sia nei guai." Canticchiò Travis.
"Un ragazzo corpulento e della stessa età di Silena probabilmente apparve. "Clarisse?"
"Questa è pulce, pulce, questo è Beckendorf."
"Pulce?"
"Mi chiamo Percy, piacere di conoscerti?"
"Charles Beckendorf, figlio di Efesto. Come posso aiutarti?" "
Charles scosse la testa divertito e Rachel guardò Clarisse. "L'hai davvero presentata come pulce?"
"Lo era."
"Offensivo."
"Taci."
"Clarisse parlò. "Pulce qui ha un incredibile talento, sai? Con i pugnali ha fatto miracoli. Non trova una spada adatta a lei nel magazzino. Fagliene una."
Charles guardò Percy. "Gliene servirá un'altra quando cresce di più. Adesso è davvero bassa." "
Leo scosse la testa. "Non lo devi dire davanti a noi. Ci offendi!"
Percy scrollò le spalle. "Ero diversamente alta."
"E probabilmente malnutrita." Disse Apollo, guardando la ragazza con occhio critico.
Percy annuì. "Anche. Quando scappi dai mostri non hai molto con te."
Hermes sospirò. "Comprensibilmente. Deve essere stato difficile."
Percy si strinse nelle spalle.
"Percy storse il naso. Non era bassa, era diversamente alta. Il minimo che i giganti potevano fare era non strofinarglielo in faccia."
Clarisse e Charles scoppiarono a ridere e Silena disse. "Non ti dispiaceva che Luke fosse più alto di te."
"Luke mi tirava su e faceva girare per farmi ridere. Loro due non lo facevano."
Percy abbassò lo sguardo dopo averlo detto e Poseidone la strinse forte.
Afrodite le diede uno sguardo dolce e Tritone, uno degli dei presenti insieme alla madre, strinse gli occhi rendendosi conto che la ragazza aveva amato il traditore come un fratello e probabilmente lo faceva anche in quel momento.
Non era giusto che la prima figlia mezzosangue di suo padre amasse un altro come un fratello piuttosto che lui.
" "Però, va bene. Posso fargliene una. Percy, vieni con me."
La bambina guardò dubbiosa il corpulento ragazzo. Doveva avere la stessa età di Luke, ma a differenza di Luke era decisamente muscoloso. E molto alto. Troppo alto.
Se fosse stato necessario, Percy non era sicura di riuscire a scappare da lui.
Era forte e sembrava essere anche veloce."
Charles sembrava malato. "Non volevo farti avere paura di me!"
"Ehy, brutte esperienze con uomini e ragazzi per la strada. Niente contro di te, Charles."
Poseidone strinse dolorosamente la figlia che storse la bocca. "Troppo forte, papà."
"Scusa."
Poseidone rilassò la presa, molto teso.
Guardò Artemide che però scosse la testa.
"Poi sorrise dolcemente verso di lei e Percy capí che non le voleva fare del male. Non poteva essere sicura della stessa cosa da parte di Silena, che le stava guardando i capelli come se fossero una tortura. Doveva essersi resa conto dei due anni lontana da un pettine.
Preferiva Charles."
Charles e Silena risero e la tensione sorta precedentemente al commento di Percy sparì in delle risate
"Priorità Percy."
"Erano molto dritte." Annuì Percy e Grover scosse divertito la testa.
"Seguí il ragazzo fino a un'altra cabina, e il semidio la fece entrare in quella che era un'officina.
"Allora, Percy questo è Fabrizio."
Un ragazzo le stava sorridendo. Doveva avere sui diciassette anni.
"È il capocabina della nostra cabina, anche lui un figlio di Efesto, quindi. A Percy serve una spada."
Fabrizio la guardò. Aveva degli occhi simili al cioccolato, decise Percy. Le piaceva il cioccolato.
Il ragazzo annuí. "Okay, le armi del magazzino?"
"Non sono bilanciate per lei. È stata aiutata da Chirone e dai ragazzi di Ares. Niente."
Gli occhi di Fabrizio iniziarono a brillare. "Vieni con me. Nessuna adatta?" "
"Perché era contento?" Chiese Rachel confusa e Charles spiegò. "Fabbrichiamo noi le armi. Fabrizio era contento della sfida."
Efesto grugnì in approvazione.
Era il suo stesso pensiero. Amava fabbricare macchine che richiedevano impegno da parte sua.
"Percy scosse la testa, iniziando a chiedersi se sembrare un cucciolo di cane aveva l'effetto collaterale di essere trattata come un cane. Era la terza persona a ordinarle di seguirla in giro."
Charles arrossì e disse. "Scusa."
"Ehy, nessun problema."
" "Lo posso riparare, vieni con me."
Percy lo seguí, spalancando la bocca quando vide il gran numero di armi sparse in giro per la stanza.
"Questo è..."
"Lo so, disordinato e confusionario. Ma è la nostra officina."
"Stavo per dire straordinario. Le fate voi?" "
Efesto sorrise alla ragazza che fece un cenno al dio.
Charles scosse la testa dolcemente. "Fabrizio ti amava decisamente dopo quel commento."
"Sono stata solo sincera."
" "Efesto è il fabbro degli dei, piccola. E i suoi figli ereditano il dono."
Percy annuí.
Poteva depennare anche Efesto."
Tutti la guardarono. "Come mai?"
Percy sorrise. "Sensazione viscerale?"
Grover rise, prima di leggere.
"Una volta aveva provato a costruire un'arma migliore. Era andato tutto bene fino a che non aveva preso a fuoco anche il rifugio. Forse usare fuoco in un rifugio di legno non era stata un'idea brillante."
Tutti risero e Annabeth disse. "Non sorprende che tu non te ne sia resa conto."
"Scusa, a sei anni hai provato a fabbricarti una spada? Per difenderti in mezzo alla strada?"
Annabeth arrossì e Percy sorrise. "Zitta, quindi."
Leo le sorrise.
Non aveva avuto gli stessi problemi di Percy.
Ma avevano avuto esperienze simili.
Crescere per strada, anche se Leo ci finiva per scelta mentre Percy non ne aveva avuta.
"A Percy piaceva incolpare l'avere sei anni.
Quanti a sei anni provavano a farsi una bella spada? Nessuno. Ergo, nessuna presa in giro.
Peccato che non avrebbe mai detto niente a nessuno. Sarebbe stata una perfetta scusa."
Clarisse rise. "Beh, l'hai appena usata."
"Lo dicevo che era perfetta."
Poseidone, Apollo e Dioniso ridacchiarono.
Zeus le diede un sorriso indulgente ed Efesto sbuffò. "Buona inventiva." "Grazie, Efesto."
"Una parte di lei pensò al casino che avrebbe fatto Talia, paragonandolo al casino che aveva fatto quando aveva visto la scena della macchina.
Deglutí quando ricordò il suo 'al Campo ne parleremo.'
Avrebbe davvero voluto sentire la sua predica."
Talia sentì un picco di senso di colpa in gola, ma nessuno commentò. Come aveva detto Percy non era affare di nessuno se non suo e di Talia.
"Fabrizio sembrava entusiasta di avere una sfida davanti. Percy ipotizzava che le armi fossero prodotte dalla cabina di Efesto e quindi che vedere qualcuno non trovare una propria corrispondenza fosse per il semidio come la notizia di un Natale anticipato.
Scrollò le spalle mentalmente. A ognuno il proprio divertimento, supponeva.
Non avrebbe mai giudicato qualcuno per i propri sogni."
Tutti i semidei sorrisero a Percy per quello.
Era conoscenza comune al Campo.
In caso di problemi, vai da Percy.
" "Okay, quindi... Cosa devo fare?"
"Rimani lí ferma, piccola. Adesso, vedo cosa ho qui e cosa si adatta alle tue misure."
Fabrizio la fece salire su un piedistallo e poi prese a spiegare a Charles i passaggi in quel caso.
Mentre il maggiore era sparito in una stanza secondaria, forse alla ricerca dei materiali per l'elsa, Percy guardò Charles, in attesa.
"Fabrizio è il nostro capo cabina. Ma pensa di essere troppo anziano per continuare. Sta prendendo accordi per restare sempre nel mondo mortale, quindi mi sta allenando a prendere il suo posto."
Percy annuí. Aveva senso che Clarisse l'avesse portata da Charles e che Charles da Fabrizio.
Poi pensò che se diciassette era troppo anziano, lei doveva essere nella fascia di adolescenti.
Aveva senso i due giorni di lutto. Usavano gli anni dei cani."
Tutti la guardarono e lei scrollò le spalle. "Avevo ragione."
"Beh, più che altro, moriamo giovani." Disse Jason e Percy lo guardò. "Quindi tutto deve essere condensato?"
"Si."
" "Okay, ha senso. Dove è andato?"
Fabrizio tornò con una spada non troppo lunga ma abbastanza affusolata e sottile.
Era di bronzo, e quando Percy la prese provò uno degli affondi che le erano stati mostrati.
La spada era perfetta.
"È un misto tra uno xiphos e un modello spartano. Il metallo è bronzo celeste, come i tuoi tre pugnali. Tieni tutte e quattro le armi su di te e continua ad esercitarti. Non sottovalutare il tuo nemico e spera di essere sottovalutato." "
Percy e Clarisse annuirono, prima che entrambe dicessero. "E colpisci dove fa più male."
Tutti le guardarono e loro sorrisero.
Leo rabbrividì. "Chiunque abbia definito le ragazze il sesso debole, non deve avervi viste."
"Grazie, Leo."
"Percy annuì, chiedendosi da dove venisse quella frase.
Fabrizio la guardò divertito, prima di passarle un libro.
"Arte della guerra. Leggilo, ti insegnerà molto."
Percy prese imbarazzata il libro, titubante."
Efesto la guardò. "Perché?"
"Non sa leggere inglese." Disse subito Annabeth e gli dei guardarono la ragazza. "Non sono andata a scuola, quindi non ho mai imparato a leggerlo o scriverlo."
Apollo annuì e Dioniso rise. "Ma sa portare avanti una conversazione in greco antico perfetto."
Gli dei la guardarono colpiti e lei si strinse nelle spalle. "Anche in latino. Anche se il greco è più facile."
Apollo sbattè le palpebre. "Questo è quello che succede a non essere contaminati dalla cultura attuale? Retrocedete alla Greca o Romana?"
Percy guardò Jason che annuì. "Sono molto bravo in latino, ma al Campo Giove viene insegnato a leggere in inglese, quindi ho subito anche io delle contaminazioni."
Reyna disse. "Meno di noi, però, quindi è il più bravo in latino."
Apollo sembrava stupito. "È stupefacente!"
"Fabrizio se ne era andato e Charles aveva portato fuori la bambina. "Vai da Clarisse e falle vedere cosa sai fare con quelle armi, Percy."
Percy annuí, salutando Charles e andando verso l'arena.
Come aveva indovinato, Clarisse era lí.
"Pulce, sei tornata. Quindi, hai la tua arma?"
Percy mostrò la spada e Clarisse approvò. "Xiphos e modello spartano? Bella scelta, ottimo. Bene, andiamo."
Poi lo sguardo della ragazza cadde sul libro. "Arte della guerra? Fabrizio ha sempre amato dare il libro. Leggilo, pulce. Ti insegnerà molto di questo mondo."
Percy si mosse imbarazzata e Clarisse notò il movimento. "Beh?"
"Non so leggere."
"Come mai?"
"Sono scappata a cinque anni e poi ero in fuga. Non so leggere."
Clarisse scosse la testa.
"Bene. Facciamo un po' di allenamento e poi ti porto a una delle figlie di Atena. Lascio a loro la tua erudizione."
Percy fece una smorfia.
"Lo so, sono dei nerd. Adesso, voglio vedere cosa sai fare con una spada bilanciata."
Le due iniziarono ad allenarsi e alla fine di due ore di allenamento, Clarisse annuì. "Non te la cavi male, pulce."
Poi si salutarono, e il giorno dopo Percy avrebbe dovuto rincontrarla.
"Certo, a domani, Clarisse." "
Grover sorrise. "Chi legge?"
Silena prese il libro. "Penso che tocchi a me."
Grover glielo passò e Silena lo aprì alla pagina corretta, prima di iniziare a leggere.Angolo autrice
Cosa ne pensate fino ad adesso?
Alla prossima
By rowhiteblack
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The family bond ~ Lettura Percy Jackson
Fiksi PenggemarPerseus Adelaide Jackson aveva cinque anni quando il suo patrigno aveva sconvolto la sua vita. Fece l'unica cosa che poteva fare: se ne creò una nuova. Gli dei e i semidei leggono la vita della semidea più forte di tutti i tempi.