Calcoli malriusciti ad Einstein

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Aelita

Esco dalla camera insonnolita, sbadigliando come sono solita fare ogni mattina, per andare in classe.
Percorro i corridoi con gli occhi mezzi chiusi dal sonno, distinguendo a stento le persone che mi sfilano davanti.
Ad un tratto, vengo buttata a terra da qualcuno che corre, ruzzolando e finendo quasi sull' orlo di una scalinata.
- Ehi, tu! - dico, alzando la testa per vedere chi sia - Vuoi stare un po' piú...

Mi blocco appena identifico il responsabile: davanti a me c'è una bambina.
Potrà avere dieci anni, non di piú, e si guarda attorno, confusa e spaesata. Capisco che questa deve essere la prima volta che vede il Kadic. Ha i capelli raccolti in due treccine corte, di un biondo scuro, e porta un paio di piccoli occhialetti ellittici davanti agli occhi verde chiaro.
Corro da lei e mi scuso:
- Oh, mi spiace se ho alzato la voce, credevo fossi uno dei miei compagni. È che non ne posso piú di scontrarmi in corridoio con loro - mi giustifico.

- Non... non fa niente! - risponde incerta, e cerca di fare un sorriso.

- Come ti chiami?

- Mi chiamo Therese, e tu?

- Molto piacere, Therese. Io sono Aelita! Sei nuova? - Annuisce. - Mi dici qual è la tua classe, allora?

-Ecco, io non...
In quel momento veniamo interrotte dal preside e da una donna che non conosco, che potrà essere sulla quarantina. Ha i capelli neri raccolti in una crocchia e lineamenti abbastanza gentili. Sembra una di quelle persone che a me danno l'aria di farti sentire a casa anche se ora, nonostante l'aspetto abbastanza sollevato, si vede che la preoccupazione fino a poco fa la assaliva.

- Oh, santo cielo, Therese, ti ho trovata! Ma dov'eri? - chiede. Evidentemente è la madre della piccola. Poi, accorgendosi di me, mi rivolge la parola:
- Sei stata tu a trovare mia figlia?

- Sí, signora.

- Beh - mi fa un gran sorriso. - Ti ringrazio molto... il tuo nome? - chiede cordiale.

- Mi chiamo Aelita, signora.
La donna si porta la mano alla bocca per tossire, prima di riprendere a parlare.

- Davvero molte grazie, Aelita, e ti prego, non chiamarmi "signora". Dopotutto, sono solo la custode della scuola.

- Come? E... Jim? - chiedo stupefatta al preside, nel frattempo rimasto in silenzio.

-Non si preoccupi, signorina Stones. Jim è ancora qui, ma dato che quest'anno le grandi iscrizioni hanno richiesto la formazione di una nuova classe, per fare in modo che possa continuare a insegnare senza troppi altri impegni lo abbiamo esonerato dal ruolo di custode del collegio. Al suo posto ci sarà la signorina... mi perdoni, ma il suo nome è un po' difficile- scherza con lei, che sorride come poco fa con me.

- Neatah (pronuncia "Nita"), Neatah Amingway, signor Delmas, e non si preoccupi, lo so che ho un nome un po' strano. Beh, ora sarà meglio che andiamo, la prima ora di Therese è alle dieci, ma dobbiamo ancora sistemare qualcosa! Arrivederci, signor preside, e ciao anche a te Aelita, ti ringrazio ancora per aver trovato mia figlia!
La piccola Therese sventola la manina e dice:

- Ciao! - strappando un sorrisetto anche al preside, che però si ricompone subito:

- Ehm... signorina Stones, se non mi sbaglio ha lezione ora, che ci fa ancora qui? Avanti fili in classe!
Non me lo faccio ripetere e raggiungo la mia aula, prendendo posto vicino a Jeremy. Miracolosamente, la professoressa non è ancora arrivata, quindi posso tirare un sospiro di sollievo e smettere di temere un richiamo.

- Ehi! - mi dice lui - Che hai? Di solito non sei in ritardo!

- Mi sono scontrata con una bambina in corridoio, si era persa.

Code Lyoko: The Phoenix's Ashes (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora