16° Capitolo

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"Buongiorno ragazzi!" Esclama la professoressa mentre appoggia la sua ventiquattrore sulla cattedra e si sbottona il giubbotto. "Buongiorno" Rispondo in coro insieme agli altri alunni. "Ciao amichetta!" Sento una voce alle mie spalle, la sua voce. E due braccia mi circondano il collo da dietro. "Allontanati immediatamente da me!" Lo rimprovero, mentre pizzico un braccio che mi circonda la spalla. Sghignazza fregandosene ed io arrossisco osservando tutti gli occhi puntati su di noi, compresi quelli di Ermi che ci guarda confusa e quelli della professoressa che cerca di non sorridere e richiama i nostri cognomi peggiorando la situazione. "Sparks e Ardito, capisco che si è amici, ma non voglio vedere effusioni in classe" afferma e ci invita a sederci nei propri posti. "Se non la smetti di fare lo stupido giuro che ti uccido" dico a bassa voce a Giovanni che finalmente si stacca da me, dirigendosi verso il suo banco, non prima di mandarmi un bacio volante. "Ucciditi" gli mimo con la bocca mentre lo intimo a stare zitto. Sorride ancora mentre continua a guardarmi. Stupido babbuino! Da quando l'ho abbracciato non fa altro che rinfacciarmelo. Una volta, una sola maledetta volta l'ho fatto! Mi concentro ad osservare la lavagna, facendo finta di non avere ventiquattro paia di occhi puntati addosso e scrivendo di tanto in tanto due numeretti sul quaderno. Una gomitata,però, mi fa voltate verso la mia migliore amica che continua a guardarmi in quello strano modo. "Che c'è?" Sussurro spazientita, alzando un sopracciglio."Cosa succede tra te e quell'idiota?" Mi domanda indicando dietro le mie spalle dove Giovanni è seduto. "Assolutamente niente, mi abbraccia di proposito, per mettermi in imbarazzo" Le spiego, alzando gli occhi al cielo. Annuisce, continuando a guardarmi. Per caso non mi crede? Riporto la mia attenzione alla professoressa che continua a spiegare le figure geometriche e si diverte a disegnare cerchi di diverse misure sulla lavagna, ma non riesco a capire ciò che sta spiegando quindi abbasso lo sguardo sul quaderno e fingo di prendere appunti.

Finalmente, dopo 60 estenuanti minuti, la campanella suona annunciando la fine della prima ora e l'inizio della seconda. Inglese.
Di male in peggio. Annuisco mentre la professoressa parla di non so quale argomento in inglese e fingo interesse non distogliendo lo sguardo dal suo viso, concentrandomi ed osservando ogni minimo dettaglio. Dalle rughe che si accentuano quando alza le sopracciglia, al rossetto leggermente sbavato che ricopre le sue labbra. Non so per quale motivo, ma un'immagine invade la mia mente, facendomi ricordare di quando solo qualche misero centimetro divideva il viso di Giovanni dal mio ed immediatamente scuoto la testa e strizzo gli occhi, mentre sento il suono della campanella rimbombare nei corridoi e annunciare la ricreazione. Mi alzo, stiracchiando le gambe e appoggio i libri in cartella, mentre afferro il panino che mamma mi ha preparato. Ermi apre il pacco di taralli che ha in mano e si alza anche lei, avvicinandosi a me e guardando il panino come se fosse la cosa più buona del mondo. Le cedo un pezzo e continuo a mordicchiare la pagnotta stracolma di salame. Una mano si poggia sulla mia spalla, richiedendo la mia attenzione, ma fingo di non aver sentito niente e continuo a mangiare. La presa si fa più stretta e un'altra mano si poggia sull'altra mia spalla,facendomi ingoiare con fatica. "Buono il panino?" Sento vicino il mio orecchio e cerco di fare l'indifferente mentre Ermi mi fissa cercando spiegazioni. "Che vuoi?" Domando a Giovanni, sapendo che se non gli rispondo peggioro la situazione. "Niente, sono annoiato e non mi va di uscire fuori dalla classe, quindi mi sono domandato 'perché non parlare con una buona amica?'" Ghigna, mentre osserva la faccia di Ermi che corruga la fronte. "Esatto! Siamo amici" continua, indicando prima me e poi lui e dando una risposta ad Ermi, che non volendo fa cadere un tarallo per terra. Sbuffo rumorosamente e mi volto di scatto verso la sua direzione, scrollandomi le sue mani di dosso e guardandolo male. "Smettila" lo rimprovero. Ma non ascolta affatto i miei richiami e mi abbraccia avvicinandomi a lui. Stringo il panino tra le mani e cerco di staccarmi, inutilmente.

"Mollami!" Esclamo, cercando di divincolarmi dalle braccia muscolose di Giovanni. "Che tenera che sei! Fatti abbracciare più forte" afferma, stringendo più forte il mio corpo al suo e appoggiando la testa sulla mia spalla. "Giovanni! Questa me la paghi" protesto ancora, sentendo il mio corpo incollato al suo ed il mio povero panino schiacciato tra i nostri petti. Mi scocca un bacio sulla guancia e allenta la presa fino a farmi staccare completamente da lui. "Brutto stronzo!" Lo insulto, cerca di riprendermi per riabbracciarmi, ma scappo via dalle sue grinfie. "Prova ad avvicinarti e giuro che ti faccio male" lo minaccio, mentre sento la risata di Ermi espandersi per tutta l'aula. Ridacchio anche io, affiancandola e osservo il corpo di Giovanni che esce dall'aula e richiude la porta alle sue spalle con violenza.

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