Dal capitolo precedente.
"ROSAAALIIIN!" un urlo da fuori mi fa sobbalzare, ma appena riconosco la voce una risatina fuoriesce dalla mia bocca. "ESCI FUORI!" Urla ancora la voce al di fuori della tenda.
"Sono impegnata adesso, passa più tardi!" Gli rispondo trattenendo una risata e guardando Ermi che con lo sguardo cerca spiegazioni. "Dopo ti spiego" le sussurro all'orecchio. Alza il pollice in accordo e apre la zip della tenda. "Giovanni(?)" Dice stupefatta dalla presenza difronte la nostra tenda. "Digli alla tua amica di uscire qui fuori, o giuro che.." afferma incazzato, non completando la frase. Mi nascondo meglio dietro le coperte e cerco di non fare rumore. Era solo uno scherzo, cavolo! "Non può proprio" risponde Ermi tenendomi il gioco e posando la mano sulla cerniera dell'apertura, per chiuderla. Una risata maligna proviene da fuori seguita dalla voce acuta di Giovanni:"non ci siamo capiti, o esce adesso o finisce male! Veramente!" Mi sta percaso minacciando? "Sentiamo, cosa vuoi?" Dico, presa dall'ira mentre mi affaccio dalla tenda. "Esci, devo parlarti in privato" risponde serio, spostandosi un po' per farmi uscire. Lo seguo fin quando non arriviamo in uno spiazzale circondato da alberi e cespugli. Si ferma e lo copio,fermandomi dietro di lui. Si gira, mi guarda, uno sguardo gelido, quasi mi spaventa, e di solito Giovanni non mi spaventa per niente! "Dunque" incomincia a parlare "ti sei divertita?" Mi chiede, sprezzante. Ovvio che mi sono divertita, adesso però non proprio. Non rispondo, continuo ad osservarlo, ha la mascella contratta ed è proprio arrabbiato. "Adesso stai zitta?" Continua. "No" rispondo, con la solita sfacciataggine che uso con lui. Veramente sta cercando di farmi paura? Adesso vede. "Ah, menomale. Perché adesso mi spiegherai che cazzo hai in quella testa che ti ritrovi, che ti ha spinto ad inviare quei messaggi a Roberta!" Urla. "Non c'è bisogno che urli, ti sento bene." Affermo, infastidita dal tono alto della sua voce. "Era solo uno scherzo, comunque!" Continuo e spiego. "Uno scherzo di merda direi" mi risponde, alzando un sopracciglio "e totalmente falso" continua. "Allora perché ti incazzi così tanto, se sai già che non è vero?" Rispondo, alzando a mia volta un sopracciglio. "Perché è da bambini fare questi scherzi, da veri neonati!" Afferma. "Oh, parla il re degli scherzi di merda!" Ribatto, incrociando le braccia al petto. Ride,"I miei scherzi sono i migliori! E di certo non sono bambinate come queste" parla e gesticola, muovendo il suo cellulare per aria. "Mi stai dando della bambina?" Domando freddamente. "Sì, lo sei!" Sorride. "Fantastico, adesso sono passata dalla troia rifiutata da un coglione, oh scusa,volevo dire popolare, all'essere una bambina" rispondo, picchiettando il piede sinistro sul terriccio, per il nervosismo. "Ah, e non dimentichiamoci che sono stata io a far spargere una voce falsa per tutta la scuola, eh! Hai ragione sono proprio una bambina!" Continuo a parlare. "Sai che ti dico? Vaffanculo!" Alzo il tono della voce e faccio qualche passo per avviarmi verso le tende,"oh scusa, non dovrei dire le parolacce" mi giro nuovamente e lo guardo male. "Aspetta!" Lo sento dire, ma continuo imperterrita a camminare verso le tende. "Aspetta, ho detto!" Sento ancora, prima di essere bloccata per un braccio. "Adesso cosa vuoi?" Gli domando, osservando la stretta ferma della mano di Giovanni intorno al mio braccio. "Abbiamo sviato il discorso" afferma guardandomi. "Tu hai voluto sviare il discorso! "Lo incolpo e cerco di tirare il braccio dalla presa. "Okay, ti ho detto che sei una bambina, forse non lo sei, ma il punto è che non dovevi fare quello scherzo!" Dice. "Ma l'ho fatto e ho scritto ciò che penso ad un'altra ragazza."affermo e alzo le spalle, sorridendogli. Ovvio che non la penso così. Dopotutto è un ragazzo attraente, molto direi e ovunque si trova ha una ragazza che gli gironzola intorno. "Smettila di provocarmi!" Mi avverte, avvicinandosi pericolosamente alla mia guancia. "Sai di cosa sono capace" continua sussurrandomelo all'orecchio. "Con me non funzionano queste cose" gli dico. "Stronzo" sussurro e mi allontano velocemente camminando verso le tende, sbirciando di tanto in tanto con la coda dell'occhio e beccandolo sorridere e scuotere la testa.