Giovanni's POV
Mentre camminavo per tornare a casa, una voce stridula e femminile richiamò il mio nome ripetute volte da lontano tanto da farmi voltare e intravedere l'andatura sensuale di Roberta e la sua figura magra e aggraziata che avanzava e mi sorrideva. "Cosa fai di bello oggi pomeriggio?" Mi domandò, una volta giunta difronte a me, invadendo come sempre la mia privacy. "Nulla" rispondsi, sorridendole. "Verrai al locale alle 7?"mi chiese sapendo già che avrei accettato. "Sì, voi sarete già lì?" Le chiesi. "Certo, ti aspetto!" Cinguettò e se ne andò, non prima di avermi abbracciato, attaccandosi come una ventosa.
Quando arrivai a casa, salutai distrattamente mia madre e andai direttamente nel bagno per farmi una doccia rinfrescante e prepararmi. Quando l'acqua diventò finalmente calda mi immersi sotto il getto e il solo tocco con il mio corpo mi fece rilassare tutti i muscoli che erano in tensione dopo tre estenuanti ore di allenamento. Incominciai a pensare a tutto ciò che avevo fatto la mattina e sorrisi ricordando la faccia schifata di Rosalin quando l'avevo quasi alzata in aria prendendola dalle gambe e che sicuramente rischiava di cadere per terra. Ormai il nostro rapporto non riesco a capirlo più, ci conosciamo da tanto e ogni volta che cerco di abbracciarla o anche un minimo tocco lei si sposta. Okay, non è proprio un rapporto tra rose e fiori, ma io conosco quasi tutto di lei, come si imbarazza quando la chiami a squarciagola in un luogo pubblico, come si arrabbia quando fai qualcosa che le da fastidio e incomincia ad insultarti a bassa voce o a tirarti pizzicotti sul braccio, come annuisce distrattamente quando non gli interessa niente di cui si parla, come sorride quando casca nei miei scherzi oppure quando incomincia a ridere con la sua risata un po' strana, come alza le spalle per farmi innervosire e molte altre cose.
Credo di essere una delle poche persone con cui ha confidenza, ma come ho già detto, la nostra è tutta strana, ricordo che tutto è nato dal primo giorno di scuola, ero ancora un bambino e lei era la più carina tra le altre. Ovviamente mi avvicinai per parlarle, ma lei neanche si girò quando la chiamai, chiacchierava con Erminia, non ricordo di cosa, ma quando le toccai la spalla e si accorse di me diventò rossa come un pomodoro ed io non riuscendo a trattenermi le scoppiai a ridere in faccia. Da lì è cominciato tutto, lei iniziava ad evitarmi ed io facevo di tutto pur di farmi notare. Il nostro rapporto è rimasto identico,fuori scuola eravamo due estranei dentro, invece, tutt'altro.
Un rumore mi fece sobbalzare e mi affrettai a chiudere il getto dell'acqua e ad asciugarmi.
"Vuoi sprecare tutta l'acqua di casa?" Urlò mia madre dall'altra parte della porta. "Ho finito!" Esclamai spazientito dell'imminente distrazione che aveva fatto arrestare i miei pensieri sulla mia ormai amica.
Verso le 7,stavo già girovagando per le vie del piccolo paesino, camminando ed osservando le varie persone che si presentavano davanti e salutando le belle ragazze che mi circondavano. Scansai le persone sul marciapiede e controllai di tanto in tanto l'orario sul cellulare, una risata, però mi fece destare dai miei pensieri e alzai di scatto la testa. Dov'è? La cercai tra le varie chiome di capelli e quando individuai una chioma castana davanti il panificio, affrettai il passo. La guardai mentre parlava animamente al cellulare e quando sbirciò con la punta dell'occhio alle sue spalle mi individuò. Si irrigidì e poi alzò lentamente il cappuccio del giubbotto in testa, tentando di camuffare la sua presenza. Spostò la testa dal lato opposto al mio ed io, quasi giunto alle sue spalle, la sorpassai, spiandola con la coda dell'occhio e quando udii un lieve sospiro, proprio in quel momento mi girai di scatto e in due falcate le fui difronte, sovrastandola e ammirando lo sguardo spaventato ma anche infastidito che le si presentava sul volto. Continuava a parlare con l'interlocutore che l'aveva chiamata e fingeva indifferenza osservando di tanto in tanto ai lati del suo corpo e mai soffermandosi sulla mia figura. Sorrisi mentre mi avvicinai lentamente a lei e le toccai una spalla. Mi rivolse un'occhiata gelida e mi intimò di non disturbarla, indicandomi il cellulare e schiffeggiando la mia mano. "Spegni la chiamata" sussurrai per non farmi sentire dagli altri. Scosse la testa ripetute volte e ruotò la testa dall'altra parte. Mi guardai intorno per assicurarmi di non essere osservato da sguardi indiscreti e quando finalmente un gruppo di ragazze svoltò l'angolo della strada, avvolsi un braccio attorno alle spalle di Rosalin e la strinsi più vicina a me. "..devo chiudere. Sta arrivando il coglione. Sì lui." Attaccò. Riuscii a sentire un pezzo di conversazione e poco dopo, finalmente, mi guardò. "Come mai da queste parti?" Le chiesi, non volendo litigare. "Devo prendere il pane" mi rispose, indicando il panificio difronte a noi. Annuii, constatando che non mi aveva ancora cacciato via e che non si era spostata dalla mia presa. "Oh, pure io devo entrare" la informai, inventando all'istante una scusa e trascinandola con me nel piccolo locale. Quando entrammo un profumo di pane e focaccia appena sfornati mi riempirono i polmoni e osservai le varie prelibatezze esposte. "Mezzo chilo di pane affettato" sentii la voce di Rosalin mentre indicava il pane che desiderava e sgusciava via da me per estrarre le monete dal portafoglio. Mi affrettai ad indicare due piccole focaccine all'altra commessa che mi guardava e afferrai la busta che mi porse quando le diedi i soldi. Uscii velocemente dal negozio quando notai l'assenza di Rosalin nel panificio e la chiamai ad alta voce pur sapendo il fastidio che le provocava. "Rosalin!" Esclamai. Si girò di scatto guardandomi male e velocizzai il passo per raggiungerla. "Non mi saluti?" Le chiesi inarcando un sopracciglio. "Perché dovrei?" Mi domandò a sua volta. "Perché siamo amici" risposi e sorrisi perché sapevo che lei non lo avrebbe accettato mai. "Sì, certo. Andavo di fretta." Affermò e continuò a guardarsi alle spalle. "Suvvia, per domani non ci sono compiti, vieni" le afferrai una mano per portarla insieme a me, anche se non sapevo neanche io dove andare. "Scordatelo!" Ritrasse immediatamente la mano e la infilò nella tasca del giubbotto. "Ovviamente non ci vedrà nessuno, dai, andiamo a farci un giro" la assicurai. "Okay, ma solo per poco, devo tornare a casa" acconsentii e camminò verso la fine del marciapiede e si intrufolò in una stradina inosservata. La seguii in silenzio e mi fermai quando si girò nella mia direzione. "Sediamoci lì -le indicai le scale di una casa all'ombra- non ci sta nessuno" "Sei sicuro di non volermi uccidere? Mi sembra eccessivo" affermò guardandomi male. "Hai sempre da ridire! Voglio solo che non ci veda nessuno" risposi e raggiunsi la scalinata, sedendomi sul secondo scalino. "Oh, allora scusa!" Esclamò, alzando entrambe le sopracciglia e sedendosi sullo scalino opposto al mio. Un silenzio soffocante riempì il piccolo spazio tra di noi e scartai la carta che avvolgeva le due focaccine addentandone una e notando come Rosalin distolse lo sguardo per posarlo sull'altra focaccina sulle mie gambe e spostarlo nuovamente sui fiori oscurati dall'ombra che circondavano la casa. Sorrisi consapevole di aver fatto la mossa giusta e continuai a gustare la focaccina. "Vuoi l'altra?" Le chiesi mentre le si illuminavano gli occhi. "No" mi rispose. Inarcai un sopracciglio e insistetti "Io non la voglio, so che la vuoi, prendila" "Non puoi farmi questo! Se la prendo non mi chiederai nulla in cambio, vero?" Si lamentò ed io annuii porgendogliela. La guardò titubante ma poi la afferrò e la morse. La osservai mentre addentava con piccoli morsi la focaccina mentre io avevo già finito la mia. Mi avvicinai lentamente a lei, e quando le fui quasi addosso poggiai un mio braccio sul cappuccio del suo giubbotto e neanche un secondo, la sua testa scattò come una molla sul mio viso, guardandomi come sempre male, ma non dicendo niente.
"Dunque, raccontami un po' cosa hai fatto oggi?" Le domandai mentre si puliva le mani dall'olio della focaccia. "Allora, questa mattina sono andata a scuola e come sempre un compagno di classe stupido mi ha disturbato per tutte e cinque le ore, quando sono tornata a casa ho mangiato e poi quando sono andata a prendere il pane, indovina chi ho incontrato nuovamente?" Ridacchiava su ciò che aveva detto e mi guardava aspettando una mia risposta. "Un bel ragazzo" le risposi, indicandomi. "Che ti fa ridere e divertire sia la mattina che il pomeriggio" continuai ed alzai un sopracciglio. "Oh no, ti sbagli. Ho incontrato un animale, devo dire che è stato gentile e mi ha offerto una focaccina" sorrise. "Su, non vergognarti, puoi dirmi tranquillamente che hai incontrato un bel ragazzo, ti posso capire" affermai. "Ah-ah! Sapevo che potevi capirmi! Sapevo che ti piacevano i ragazzi! "Esclamò e si alzò velocemente dal posto affianco al mio, ridendo e incominciando a scappare. "Come ti permetti! Adesso vedi! " ringhiai dietro di lei, inseguendola e sorridendo al fatto che abitualmente mi istigava ad acchiapparla e dimostrarle la mia indole mascolina. Si girava ogni tanto per controllare la distanza tra di noi, che ormai era ridotta a pochi centimetri. Afferrai malamente il suo cappuccio e la tirai vicino a me, facendola sbattere contro il mio corpo. "Cosa hai osato dire?" Le sibilai in un orecchio, tenendola ferma e stringendola. "Che sei un bravissimo ragazzo! " dichiarò, sorridendo e girandosi nella mia stretta verso di me. "Ah, per fortuna, avrò sentito male" le dissi, guardandola e abbracciandola ancora più forte. "Sei dolcissima, mi hai appena detto che sono un bravo ragazzo, meriti proprio un bacio" e non sulla guancia, aggiunsi mentalmente, ma mi avvicinai alla morbida pelle della sua guancia e la baciai delicatamente. "Ogni tanto potresti anche ricambiare l'abbraccio eh" le feci notare, constatando la sua posizione da pesce lesso tra le mie braccia.
Ridacchiò e mi guardò alzando un po' la testa soffermandosi sui miei occhi, che la scrutavano curiosi. Avvicinati un altro po'; pensai. "Perché sei così? " mi chiese, invece. Rimanendo a una certa distanza. "Così come?" Le risposi con un'altra domanda, non capendo. "Sei strano. Un attimo prima mi insulti, mi ignori e mi dai fastidio e l'attimo dopo sei sempre attaccato a me" si spiegò, continuando ad osservare il mio volto a pochi centimetri dal suo. "Ammettilo, il nostro rapporto è sempre stato così. Dal primo giorno che ti ho incontrata. " le dissi. "Da quando ho incominciato ad evitarti? Ricordi quando mi schifavo di tutto ciò che toccavi? " affermò e rise. "È un po' come adesso, sfuggi sempre dal mio tocco, per quale motivo?" Dichiarai, aspettando da tempo la risposta a questa domanda. "Perché sono così. Ormai dovresti saperlo, mi conosci meglio di chiunque altro. " mi rispose. "Ma solo con me ti comporti così. Scusa se te lo dico, ma sei una stronza quasi il 99% delle volte che ti incontro." Ammisi. "Lo so, in realtà. Ma ormai, dopo quasi tre anni con un rapporto di 'migliori nemici', non posso cambiare drasticamente e abbracciare il ragazzo che me ne ha combinate di tutti i colori." Mi disse, continuando a guardarmi. "Perché no? Se non incominciamo, il nostro rapporto non cambierà mai. Ed io, mi costa dover ammetterlo, vorrei che il nostro rapporto si evolva e non rimanga tale. Mi fa più che comodo farti infuriare, ma ogni tanto un abbraccio o un semplice aiuto, ci sta." Dichiarai, sentendomi in imbarazzo, stranamente, per quello che avevo detto. "Potrebbe farmi comodo in realtà. Ma ci sono troppe differenze di mezzo." Affermò. "Frequentiamo diverse persone, diversi luoghi e tu non puoi farti vedere con me, come io non posso farmi vedere con te. Già ci sono stati diversi problemi ultimamente." Continuò, ed aveva ragione. "In effetti è vero, ma potremmo incontrarci in posti in cui non ci vede nessuno, come questo e continuare a comportarci allo stesso modo a scuola e davanti agli altri." Proposi, rendendomi conto che era una proposta un po' strana e ambigua. "Mi sento onorata che tu voglia essere mio amico e ammetto che uscire un po' il pomeriggio non mi dispiacerebbe affatto. Potrebbe essere una buona idea" Acconsentì lei. "So che anche tu vuoi essere mia amica, quindi taci." Scherzai e le pizzicai un fianco. Saltò sul posto e mi schiaffeggiò la spalla destra. "Certo, ma adesso dovrei andare, si è fatto tardi." Mi avvisò, osservando l'orario sul cellulare. "Oh, certo. Vai, ancora la mammina si arrabbia." La derisi, imitando una voce femminile e stridula. "Se magari ti stacchi, potrei andare. Sai, non vorrei far pensare alle persone che passano per questa via che ci stiamo baciando come due fidanzatini." Mi derise anche lei, assumendo una faccia disgustata. "Piccola Rose, non fare quella faccia. So che vorresti limonare con me tutto il tempo. Sono disponibile, comunque." Le dissi e la liberai dall'abbraccio, ridendo e facendole l'occhiolino, mentre lei scappava via. Questa ragazza è impossibile. Sbuffai mentre afferravo il cellulare sepolto nella tasca dei jeans. Dannazione! Sono le 8 e mezza! Pensai, mentre scorrevo le varie chiamate e i vari messaggi persi dei miei compagni, passandomi freneticamente le mani sul volto.
Merda!#SpazioAutrice
Ciao miei cari/e.♡
Okay, sapete cosa sto per dirvi quindi..scusatemi. Sono andata in vacanza e non avevo il wifi per aggiornare, so che non è una scusa plausibile e giustificabile e infatti so che molti di voi lettori si è stancato di aspettare ed ha eliminato la storia dalla biblioteca, ma -se c'è ancora qualcuno a seguirmi- spero che mi perdoniate. Ultimamente ho scritto un nuovo capitolo che devo terminare ma sono a buon punto. Non lo pubblicherò subito dopo di questo anche se lo vorrei, ma ne scriverò ancora un altro in modo da aggiornare almeno una volta a settimana. La pagina di instagram, inoltre, è ancora attiva, un po' di meno, ma ci sto. Pubblicherò altre foto e se volete inviarmi messaggi o foto o disegni io ci sono e lo apprezzo. :) Dedico questo nuovo capitolo all'inizio della scuola e a chi ancora mi segue. Grazie di tutto.
A presto.
-Boston♡Ps. Inoltre volevo pubblicizzare delle storie che ovviamente vi consiglio di leggere e sono:
1.'Innamorata dei suoi occhi' di solo_delusioni
2.'Solo te' di solote2015
3.'Vivere e sentirsi liberi' di uwontknowwhoiam
4.'Un amore inaspettato' -Cendrillon-
Non so come funziona wattpad ultimamente, ma tutte le ragazze che mi avevano chiesto di pubblicizzare la propria storia prima di agosto non posso accontentarle perché i messaggi -a quanto pare- si cancellano da soli.:(Pps. Se ci sono errori, ma so già che ce ne saranno molti, vi chiederei di segnalarmeli preferibilmente in chat, se no qui. Fatemi sapere se vi è piaciuto. :*