20° Capitolo

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Il mattino seguente, corsi verso l'entrata senza guardarmi in giro e cercando di raggiungere il più in fretta possibile la mia classe. Non aspettai neanche Erminia, come facevo di solito. Le porte erano ancora tutte aperte e nel corridoio camminava soltanto qualche studente con la faccia assonnata. Da lontano vidi Giovanni parlare con una ragazza che avevo già visto nella classe accanto e che sorrideva per qualcosa che quell'imbecille stava dicendo. La mia solita fortuna. Li superai concentrandomi su di un punto fisso del corridoio pur di non guardarli ed entrai di fretta in classe. Mi misi seduta comodamente sulla sedia e nascosi la testa fra le braccia. Avevo sonno e volevo approfittarne dei dieci minuti di silenzio prima del suono della campanella e dell'ingresso degli altri miei compagni di classe. Chiusi gli occhi ma poco dopo sentii dei fruscii nelle vicinanze, anche se, troppo stanca, non ci diedi peso. Quando mi sentii tirare una ciocca di capelli da dietro la testa borbottai:"Ermi non rompere, ho sonno" e mossi la testa per nasconderla di più. Mi sentii soffiare vicino l'orecchio e grugnii infastidita alzando un braccio di lato per colpirla. Un verso di lamento fu tutta la sua risposta quindi mi girai per guardarla in faccia. "Lo sai che-" mi bloccai appena vidi la faccia di Giovanni. Aggrottai la fronte e sbuffai ancora più infastidita. "Ben ti sta" esclamai e mi rigirai. "La smetti di fare l'acida?" mi chiese, tirandomi di nuovo i capelli. "La smetti di rompermi?" contraccambiai, "No" rispose e mi tirò un'altra ciocca. Mi alzai stizzita,facendo stridere la sedia sul pavimento per dirigermi verso la porta "Grazie eh" esclamai inviperita, ma non riuscii a fare un passo che mi aveva tirata quasi addosso a lui. "Cosa ti ho fatto stavolta?" mi chiese  con un tono infastidito. "Niente" risposi, indietreggiando di qualche passo. "La cosa che abbiamo pattuito dev'essere un momento per rilassarci e divertirci e non per litigare ancora di più" mi disse guardandomi negli occhi. "Ieri non volevo farti incazzare o almeno non in quel modo" continuò. "Non so neanche cosa ho fatto" disse con una voce incredula. Lo guardai male e girai la testa cercando di non ridere della voce che aveva fatto. "Perchè sei così testarda?" disse e sorrise tirandomi un'altra ciocca di capelli. Allora per dispetto, mi avvicinai e con facilità -anche perchè ero  una delle poche che gli arrivava più o meno alla sua altezza- gli tirai il ciuffo che ero sicura avesse aggiustato con molta cura. Urlò e mi tirò a se per impedirmi di tirargli ancora di più il ciuffo, cercando di bloccarmi il braccio. Si sbilanciò e menomale si appoggiò al banco di dietro trascinandomi con sè. Lo lasciai solo dopo avergli dato un'altra strattonata e sorrisi furbescamente, cercando di sbloccarmi dalla morsa in cui mi aveva rinchiusa. "Giovan-" sentimmo entrambi e ci immobilizzammo. Mi fece quasi cadere per come mi spinse quando vide chi c'era vicino la porta. Se i miei occhi potevano uccidere, l'avrebbero già imbalsamato,fortuna per lui era già concentrato sulla figura snella della ragazza che avevo visto quella mattina in corridoio. Non mi girai neanche quando lui le si avvicinò e andai vicino la finestra facendo finta di controllare qualche messaggio al cellulare. Dopo poco, suonò la campanella e la maggior parte dei miei compagni, compresa Ermi, entrò in classe. Giovanni era sicuramente andato fuori a parlare con la sua amichetta ed io mi sedetti nuovamente sulla mia sedia.
Quando rientrò,per le successive due ore mi guardò male, ma decisi ugualmente di ignorarlo prendendo appunti e guardando la lavagna ininterrottamente. Al suono della campanella che segnalava la ricreazione, la classe si stava svuotando ed Ermi mi chiese di raggiungere la classe di Giangi, ma rifiutai, decidendo di lasciarli da soli. Nel frattempo presi il pacco di taralli che ero solita portare a scuola e decisi di giocare  al cellulare per perdere tempo. Mentre ero intenta a risolvere un livello, una spinta sulla spalla mi fece cadere il tarallo che stavo per mangiare. Lasciai il cellulare e mi girai verso l'essere che non pensavo stesse ancora in classe e lo fulminai con lo sguardo. "Te lo meriti" mi disse ed io emisi un verso tra il divertito e lo sbalordito. Questo è fuori di testa! "Ma se non ti sto calcolando proprio" risposi. "Per colpa tua la ragazza di prima ha disdetto il nostro appuntamento" mi incolpò e risi di gusto. "Appuntamento? Da quando vai agli appuntamenti?" continuai a ridere incredula. "E non ti è venuto in mente che possa essere stata colpa tua?" "No, ti ha vista addosso a me e ha frainteso" mi rispose. Ovvio, di chi può essere la colpa se non la mia? "Beh, non è colpa mia, io di certo non ti sarei saltata addosso senza motivo e potevi benissimo dirle la verità!" risposi. "Guarda che gliel'ho detta ma non ci ha creduto!" esclamò.
"Mi vuoi far credere che sei serio con questa ragazza?" alzai le sopracciglia incredula. Annuì serio e continuò a fissarmi. Rimasi a guardarlo per un po' confusa, ma vedendo la sua faccia inespressiva, mi decisi e mi alzai per andare a cercare quella ragazza e per spiegale la situazione. "Okay, allora ci vado a parlare" esclamai e uscii dalla classe proprio mentre Giovanni mi chiamava.
Andare a parlare con una ragazza che mi era antipatica per me era uno sforzo enorme, quindi, quando la vidi all'angolo della sua classe feci una grande fatica nel raggiungerla e ancora di più a sorriderle quando lei mi guardò disgustata. "Che vuoi?" mi chiese prima ancora di farmi spiegare, allora presi un respiro profondo e le dissi:" Senti, hai frainteso tutto oggi, io e Giovanni stavamo solo litigando perché non gli avevo suggerito durante l'interrogazione di storia, quindi potresti-" "Gli sei saltata addosso, e comunque gli ho detto di no solo per tenerlo sulle spine" mi rispose alzando le sopracciglia. Stronza!Mi sta dando della poco di buono per caso?!  "So che è una cosa seria fra di voi e lui-" "Ma se ci siamo incontrati solo stamattina, che scuse ti stai inventando?" mi interruppe nuovamente "Ed è stato lui a saltarmi addosso, al contrario tuo" continuò guardandomi schifata dall'alto verso il basso. Ma seriamente Giovanni mi ha detto una bugia solo per una scopata? Che. schifo. Strinsi i pugni. "In realtà è lui che mi ha trascinata addosso stamattina, mi dispiace dirtelo, ma mi ha confessato poco fa che ti trovava carina ma solo per una sveltina. Alla fine torna sempre da me." le confessai, sforzandomi di essere il più seria possibile mentre dentro stavo per esplodere dalla rabbia. "Ma..Ma come ti permett-" la sua voce fu interrotta dal suono della campanella così mi girai e tornai nuovamente in classe. Sull'uscio c'era Giovanni in attesa, che con quella faccia da schiaffi ebbe pure il coraggio di parlarmi. "Allora? Ti ha creduto?" mi chiese con una voce irritante. Riuscii solo ad annuire e a dire "Ti aspetta in classe adesso". Si entusiasmò all'istante e si diresse verso la classe di quella ragazza perfida e adatta a lui.
Nel frattempo la classe si stava di nuovo riempendo e anche la professoressa di inglese si stava preparando alla lezione. "Ardito dov'è?Ancora in giro per la scuola?" chiese, notando l'unico banco vuoto. "Professoressa, in realtà mi ha detto che si sentiva poco bene..-mi bloccai per un secondo perché vidi la porta spalancarsi- aveva un forte mal di pancia ed è corso in bagno, sarà stato il panino all'uovo che ha mangiato poco fa" continuai. "Rosalin!" sentii il mio nome dalla voce che mi aspettavo. "Prof ho bisogno che Rosalin esca urgentemente!"esclamò avvicinandosi al mio banco e prendendomi il braccio. "Sei riuscito ad andare in bagno?" gli chiesi in maniera innocente e in classe qualcuno iniziò a ridere seguito da Ermi che era al mio fianco. Per un attimo mi guardò confuso poi mi tirò dal braccio per farmi alzare. "No, devi uscire" mi disse e poi chiese alla professoressa, che acconsentì trattenendo un sorriso. In quell'istante mi trascinò letteralmente fuori dall'aula e non si fermò fino a quando non arrivammo in un angolo di muro che non avevo mai visto,ma che forse lui conosceva fin troppo bene. "Il bagno è dall'altro lato" gli dissi, quando cercò di farmi arretrare verso il muro. Stavo giocando col fuoco, ma ero arrabbiata e se lo meritava. "Sei una stronza e giuro che stavolta non te la perdono!" sussurrò minacciandomi con lo sguardo. "Okay" scrollai le spalle, e in quel momento sapevo di avere una faccia da schiaffi. Mi girai per tornare indietro ma mi tirò dal braccio guardandomi male. "Cosa diavolo le hai detto tanto da meritarmi uno schiaffo sulla guancia?" esclamò, "Solo?Oh, nulla di cui tu non pensa-" "Cosa?!" mi interruppe. "Una cosa simile al fatto che ' pensavi fosse carina solo per una  sveltina'" risposi e lui tirò un pugno sulla parete, tanto forte da farmi sobbalzare. "Tu..-" mi si avvicinò, ma fu interrotto dalla voce di una professoressa nel corridoio. "Cos'è stato? C'è qualcuno qui?" chiese e Giovanni mi si schiacciò letteralmente addosso. Sentimmo qualche passo vicino alla parete dove eravamo nascosti e trattenni il respiro, stringendomi anch'io a Giovanni nonostante lo volessi solo spingere via. Fortunatamente i passi si allontanarono, ma rimanemmo comunque immobili. Continuava a guardarmi male anche da vicino ed io ricambiai. "Sei uno stronzo!" sussurrai "Io?!" mi rispose, schiacciandomi maggiormente alla parete. Annuii e cercai di spintonarlo, fallendo miseramente. "Mi hai detto che era una cosa seria, in realtà l'avevi incontrata solo stamattina! In più, sai che sforzo ho fatto per andarle a parlare? E lei mi guardava pure con una faccia schifata! Ho fatto bene a dirle che alla fine torni sempre da me" mi bloccai subito dopo aver pronunciato quella frase. Maledizione! "Cosa? Da te?" mi chiese. "No, hai capito male" risposi subito. "Le hai fatto credere che c'è qualcosa tra di noi?!" mi chiese corrugando la fronte. "Non era mia intenzione ma lei mi stava dando della poco di buono che ti salta addosso e quindi ho dovuto smontarla" mi giustificai, alzando i palmi delle mani. "Tu sei fuori! Le hai detto che penso sia una poco di buono- " "E' la verità,lo pensi" lo interruppi. "E in più hai detto che sono il tuo cagnolino in poche parole" esclamò. "Non esattamente" sussurrai. "Ma tu non stai bene! Non tornerei mai da te! Tu! Non sei assolutamente il mio tipo, così..-" Lo interruppi prima che dicesse altre cattiverie, spingendolo con tutta la mia forza, lontano da me. "Non accetto alcun insulto gratuito sul mio viso,sul mio fisico o sul mio carattere! E parli tu, che fai di tutto solo per una misera scopata!Cos'è, ti manca solo lei da aggiungere alla lista?" gli dissi, spingendolo ulteriormente vicino il muro e guardandolo fisso negli occhi. Il sorriso cattivo riaffiorò."Vorresti essere al suo posto? E' questo il problema? Sei gelosa?" "Ma neanche se qualcuno dovesse costringermi! Non mi farei toccare mai da te! " lo fulminai con lo sguardo. "Sei troppo pura?" disse con una voce irritante da finto stupido,alzai gli occhi al cielo, sempre la solita battuta. "Oh, piccolo angioletto, sai come nascono i bambini? O credi ancora alla favola della cicogna?" continuò con una voce canzonatoria facendomi comparire un sorriso finto. "Stai tranquillo per me, tu invece sai come si soffre se qualcuno ti tira un calcio nelle palle? Immagino di sì.. Quindi se continui, sappi che te lo farò ricordare" "Avresti bisogno di farti una scopata, ecco tutta questa acidità" Caricai la gamba per sferrargli un calcio, ma lui intercettò il colpo e me la afferrò. "Devo fare due chiacchiere con il tuo fidanzatino" sussurrò tirandomi la gamba e facendomi avvicinare. Scoppiai a ridere perché immaginai la scena surreale. "No grazie" e cercai di allontanarmi, dato che adesso ero appoggiata al muro. "Come fa a sopportati?" assottigliò lo sguardo. "Ti sposti?" me ne uscii perché piano piano mi stava schiacciando. "Cosa c'è? È geloso?" "Non esiste! Sono io che non voglio che ti avvicini!" "Quindi non sei fidanzata!.. Immaginavo" Risi amaramente e sgusciai via di lato. "Torno in classe. La professoressa sarà già incazzata e qui mi sto annoiando,ciao" uscii dal 'nascondiglio', ma venni nuovamente bloccata dalle braccia di Giovanni. "Mi devi ancora delle scuse" mi aveva bloccata e mi stava trascinando indietro. "Sì certo, aspetta e spera" tentai di liberarmi ma sembrava fossi incatenata. In più mi aveva praticamente trascinata fino al muro, che guardavo disperata mentre lui era alle mie spalle. "Ti rendi conto che per colpa tua stasera sono a corto?" scoppiai a ridere per la serietà con cui lo disse. "Oh povero cucciolo,come farai a sopravvivere e a ragionare normalmente senza che ti ricarichi?" alzai gli occhi al cielo iniziando a ridere. Lui mi strinse ancora più forte e mi diede una testata. "Dai su, prendi il cellulare e chiama una delle tante amiche che hai. Sono sicura che ti accontenteranno" dissi, mentre tentavo di girarmi per guardarlo in faccia. "No,poi pretendono troppo" rispose. "Oddio sembra proprio una frase da stronzo" nel momento in cui lo dissi lo vidi assottigliare gli occhi. Mi fece girare e mi guardò negli occhi. "Non sono uno stronzo, sono realista. Non pretendete che dopo una scopata ci siano le coccole, le parole dolci, le uscite e i gesti eclatanti..o sbaglio?" "Beh, sinceramente da te io non mi aspetterei nulla di tutto ciò, ma vedendo le ragazze con cui esci, posso capire" annuii. "Mi stai dicendo che non ti piacciono tutte quelle cose da fidanzatini innamorati?" "Non ho detto questo, ho detto che da te non mi aspetterei quello. E poi le frasi sdolcinate mi fanno rabbrividire" rise alla vista della mia faccia schifata. Feci un verso di disgusto quando iniziò a dirne qualcuna. "Che donna insensibile! Frantumerai in mille pezzi i cuoricini dei ragazzini" ridemmo insieme mentre gli tiravo una pacca sul braccio.
"Coomunque, ho avuto un'idea! Dato che mi hai rovinato questo appuntamento, paghi penitenza e stasera vieni da me e ci vediamo un film" Iniziai a  scuotere la testa già dalla prima parola. "Non ti ho rovinato un bel niente, sei tu che stamattina mi stavi dando fastidio. E non verrò a letto con te se questa è la tua intenzione..ti ho già detto di chiamare le altre" "Guarda che ho detto di vedere un film, mica di venire a letto con me! Sei tu la maliziosa!" lo guardai male. "Ci mangiamo anche una pizza" aggiunse e rise vedendo i miei occhi illuminarsi. Poi non mi lasciò parlare e disse:"Okay, per le sette e mezza a casa mia. Mi raccomando, vestiti sexy" poi mi liberò dalla presa ridendo per evitare lo schiaffo che gli avrei tirato.
Mentre tornavamo in classe, gli raccontai che avevo detto alla prof che stava male perché aveva mangiato un panino all'uovo e mi rincorse fino alla porta della classe inveendo su di me mentre me la ridevo. Entrai in tempo in classe e fortunatamente la professoressa non disse nulla, anzi, si preoccupò di chiedere a Giovanni come andava con i dolori alla pancia e lui, da vero attore, si finse ancora un po' dolorante mentre mi tirava un calcio sullo zaino e mi mimava minacce di morte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2019 ⏰

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