Capitolo 2
Vicino al finestrino della macchina sento una voce che mi chiede se mi sono fatta male scendo dalla macchina mi sento un po' stonata sarà stesso la piccola botta che ho avuto in testa. Un uomo sulla settantina non fa altro che chiedere scusa che non mi ha vista, mi vuole portare in ospedale e in preda al panico non sa più cosa dirmi, lo assicuro che sto bene voglio solo vedere i danni che ha riportato la mia nuova Audi A3, guardo che si è solo rotta la luce degli stop e assicuro il signore che va tutto bene, lui mi rimbomba nella testa che mi vuole pagare i danni mai io voglio solo tornare a casa. Dopo circa una mezz'ora riesco ad assicurare il signore che va tutto bene e ci salutiamo con una stretta di mano. Entro nell'appartamento e la prima cosa che faccio mi guardo allo specchio per vedere la mia fronte che per qualche giorno porterà un piccolo segno come ricordo. Mi faccio una doccia, metto qualcosa di comodo e mi godo la cena che Emma mi ha preparato con tanto amore. Emma è la governante che sta in casa mia da più di dieci anni, per me è la mia ancora di salvezza non so proprio come farei senza di lei. Ci siamo conosciute per caso, io mi trovavo per lavoro in un albergo di Amalfi, il proprietario doveva ristruttura e metteva in pausa i suoi dipendenti, lei lo implorava che doveva lavorare per forza perché dopo la perdita del marito era lei che si occupava del figlio. Non ho mai visto una persona supplicare il suo datore per il proprio lavoro, mi si è spezzato il cuore lui gli diceva che appena sarebbero finiti i lavori ritornava a lavorare ma non voleva sentire ragioni. In quel periodo la mia governante mi aveva lasciata e io ne stavo cercando una, sarebbe stata una buona idea se lei era disposta con suo figlio a venire in città da me. Gli faccio questa proposta un po' azzardata, lei mi dice che vuole parlare con suo figlio non è facile lasciare tutto e trasferirsi da un giorno all'altro,il tempo di pensarci giusto gli altri due giorni che rimango ad Amalfi poi devo rientrare, gli ho detto che non c'erano problemi per la casa potevano stare in un mio piccolo appartamento che avevo comprato prima di trasferirmi nel meraviglioso attico e per quanto riguarda il figlio per il suo lavoro non c'erano problemi gli avrei trovato subito qualcosa, ho tanti amici che avrebbero provveduto. Ritorno a Napoli con questa persona meravigliosa la signora Emma che si occuperà molto presto di me e della mia casa, e questo ragazzo appena ventenne che mi vuole uccidere perché per colpa mia ha dovuto lasciare la sua vita ed è venuto con la mamma in città, non potrò mai dimenticare il modo in cui mi guardava, sprigionava odio da tutti i pori. Ed è proprio in quel momento che mi ritorna in mente la mia macchina tamponata, ecco ho trovato da chi farla riparare. Sento la sveglia è già ora di alzarmi devo fare presto perché ho un impegno importante, chiamo un taxi lascio le chiavi della mia macchina in cucina più tardi farò una telefonata ad Emma per spiegargli quello che è successo alla macchina e se suo figlio Andrea può provvedere a farmela riparare. Arrivo in ufficio, Adriana come al solito è già pronta a ricordarmi tutto quello che ho da fare oggi, e mi ricorda soprattutto che a pranzo ho appuntamento con il signor De Panicis un mio caro amico, ma anche uno degli albergatori molto noti della Campania. È già ora di pranzo e non ancora ho chiamato Emma per quando riguarda la macchina, compongo il numero e come al solito la sua voce graziata mi risponde in modo gentile gli spiego un po' cosa è successo ieri sera, di avergli lasciato le chiavi e di chiedere a suo figlio se può provvedere, lei con una voce spaventata mi chiede se sto bene e se mi sono fatta male, io l'assicuro che ho solo un piccolo livido sulla fronte niente di serio così chiudiamo la conversazione, anche perché Emma è molto premurosa nei miei confronti forse in qualche modo si sente in debito con me. L'incontro con il mio vecchio amico si conclude dopo aver mangiato e chiacchierato di affari, si trovava a Napoli per dei tessuti e mi voleva invitare alla festa che farà per metà aprile a sua moglie per i suoi sessant'anni, vuole che ci vada magari con un'accompagnatore. Questa idea mi fa ridere gli ho promesso che ci penserò, io ci sarò di sicuro anche perché è un buon motivo per andare via qualche giorno poi manco un po' a Positano. Passano alcuni giorni di pieno lavoro che ho quasi dimenticato la macchina, faccio una chiamata ad Emma per chiedere qualche informazione sono due giorni che non riesco ad incontrarla a casa di solito ci salutiamo,qualche chiacchiera, gli do le disposizioni per la giornata e vado via .Il telefono squilla e appena vede il numero" buongiorno Carlotta" abbiamo tolto signora Carlotta da un po' mi dava fastidio questo distanza che aveva messo fra di noi "volevo qualche informazione sulla macchina visto che non abbiamo avuto modo di vederci di recente ""Si Andrea proprio stamattina mi ha detto che aveva avuto qualche piccolo problema, ma stasera avrebbe provveduto lui personalmente a portartela fino a casa." Non vedevo Andrea da dieci anni, non ricordo più il suo viso l'unico ricordo che ho di lui sono i suoi sguardi di odio verso di me. Emma mi racconta che è diventato un bel ragazzo e delle ragazze che si porta a casa e di quanto lei lo vorrebbe sposato con dei bambini e lui non fa altro che avere solo storie ma niente di serio. Sembra la mia vita,io per i miei impegni non ho dato spazio mai a nessuno di entrare nella mia vita non volevo fare promesse che poi alla fine sapevo già che non potevo mantenere. Torno a casa come al solito già tardi vado in cucina per vedere che mi ha preparato Emma di buono quando all'improvviso bussano alla porta, mi chiedo con sorpresa chi possa essere visto che non ricevo visite da un po', mi sono appena tolta i tacchi indosso un abitino nero che mette in risalto il mio fisico, ma sopratutto il mio seno che mi sono rifatta da sei mesi una giacca di pelle rossa e ho appena legato i miei capelli con uno chignon. Mi avvio verso la porta per vedere chi è ma la persona che sta fuori non la riconosco. Appena apro la porta mi ritrovo questa "meravigliosa creatura" di fronte a me, porta dei jeans strappati bassa vita ,una camicia a quadri grandi rossa e nera una barba rasata che gli sta d'incanto e i capelli un po' lunghi ma spettinati, di sicuro avrà sbagliato a bussare, lo guardo per una frazione di secondi senza dire una parola.Lui mi guarda rendendosi conto di non averlo riconosciuto, "ciao Carlotta come stai tutto bene sono Andrea il figlio di Emma" non so bene quale sia stata la mia reazione ma di sicuro stavo per svenire a quella visione celestiale mi schiarisco la voce per non fare la figura della stupida e gli dico che davvero non l'avevo riconosciuto lo invito ad entrare anche per chiedere informazioni sulla macchina, lui molto cortesemente mi spiega tutto quello che ha sostituito ma niente di che, ha perso qualche giorno in più perché gli doveva arrivare un pezzo da fuori. Saranno passati circa dieci minuti quando ha finito di darmi tutte le spiegazioni, mi passa le chiavi e mi allunga la mano per salutarmi a quel punto volevo saldare il conto ma in nessun modo ha voluto i soldi l'ho accompagnato alla porta e salutandoci con la mano mi ha detto "Carlotta sei debitrice di una birra qualche sera appena sei libera" mi fa l'occhiolino "usciamo così potrai saldare il tuo debito " io lo guardo dicendogli con piacere .Richiudo la porta appoggiandomi vicino,penso che sono passati dieci anni da quando ho visto l'ultima volta Andrea e quella "meravigliosa creatura "era proprio lui ,il ragazzo che mi odiava tanto per averlo strappato dai suoi amici dalla sua vita .Mi metto a letto, in tutti modi vorrei dormire ma l'unico mio pensiero è Andrea ,passo la maggior parte del tempo in un dormiveglia così quando suona la sveglia non la sento l'unica cosa che sento è la voce di Emma che mi chiama .Sbalzo dal letto e mi rendo conto che per stare Emma a casa sono passate le nove sento bussare alla mia camera e la sua voce "Carlotta posso entrare " "certo Emma vieni pure sto in bagno a prepararmi" mi chiede se va tutto bene come mai sto ancora a casa gli rispondo che non ho sentito la sveglia e corro via perché è tardi "ci sentiamo dopo per telefono"uscendo la sento dire "è venuto Andrea a portarti la macchina? Hai visto è diventato un uomo"