I Capitolo

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L'autostrada correva, Alice riusciva a stento a distinguere le forme e i paesaggi che vedeva fuori dal finestrino e, ancora di più, a capire tutti gli appuntamenti settimanali che Paul, il suo manager, elencava senza sosta da chissà quanto ormai. Nelle ultime due settimane era stata in tre paesi diversi, partecipando a programmi televisivi e radiofonici, facendo concerti e incontrando centinaia di fans. Erano ormai due anni che aveva realizzato il suo sogno, esattamente dal giorno in cui Paul Johnson, allora ancora un imprenditore di poco rilievo, entrò nel "Rocky Bar", un localino nel quale Alice cantava i suoi quattro inediti una volta alla settimana; quella sera, la sera del 5 giugno del 2013, il signor Johnson decise di investire nel talento di quella ragazza un po' timida ed impacciata, che vestiva la sua vita di musica. E, a quanto pare, fu la decisione migliore che potesse prendere: nel giro di qualche mese "Heart On Fire", il primo inedito ufficiale di Alice, ebbe un successo incredibile in tutti gli Stati Uniti e in breve tempo conquistò anche gran parte dell'Europa, spianando una strada sicura per "First", il primo album. Nel giro di due anni, il numero di fan e di vendite era aumentato in maniera notevole e Alice aveva avuto l'opportunità di far uscire due CD e di fare un tour mondiale.
La macchina svoltò a destra, interrompendo i pensieri della ragazza, e dopo pochi metri si fermò davanti al Forum di Los Angeles, luogo nel quale quella sera ci sarebbero stati gli AMA's e Alice avrebbe dovuto esibirsi con una performance psichedelica della durata di 15 minuti.
Scese dalla macchina, e si avviò verso quello "spaventoso" tempio della musica; appena entrata sentì una stretta allo stomaco e, ancora una volta, non riuscì più a stare dietro ai discorsi di Paul: un breve ritornello, un po' ripetitivo ma parecchio orecchiabile, le riportò alla mente le emozioni che non aveva mai dimenticato, ma solo accantonato per fare spazio ai suoi impegni; si girò di scatto e in meno di un secondo si ritrovò a sorridere e a cantare quel motivetto ("eeeeh eh eh, eeeeh eh eh...), non poteva crederci, erano davanti a lei e nel giro di qualche minuto avrebbe realizzato, per la seconda volta, il suo più grande sogno.

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