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Anche quel primo martedì di Marzo, esattamente come tutte le altre mattine in quei quattro anni, Mattia scese alla fermata della metro Lincoln Centre Plaza e salì i pochi gradini che lo dividevano dalla strada col suo immancabile Vanilla Latte in una mano e una sacca nera sulla spalla, prima che il debole sole colpisse il suo viso. Raggiunse le strisce pedonali, sorseggiando la bevanda calda e scrutando distrattamente le vie sempre in fermento di Manhattan dietro le lenti scure dei suoi Ray-Ban. Una volta scattato il verde del semaforo per i pedoni, raggiunse con passo fiero e testa alta l'ingresso sulla 65th strada della Juilliard, una delle più prestigiose scuole di arti, musica e spettacolo al mondo. Sollevò appena l'angolo destro della bocca in un sorrisino altezzoso nel notare, come ogni mattina, gli sguardi di adorazione che gli studenti più giovani gli riservavano al suo passaggio e i mormorii di apprezzamento in sottofondo. Già, perché tutti conoscevano Mattia Zenzola, il ballerino di danza classica più promettente della Juilliard, nonché il ragazzo più bello della scuola ammirato da maschi e femmine in ugual misura. Tutte quelle attenzioni non facevano altro che aumentare il suo ego, ma quello che più gli interessava era venire apprezzato per le sue qualità di ballerino. Il suo aspetto fisico era un surplus.

Aprì la porta dello spogliatoio, posando la borsa sulla panca di legno e iniziando a spogliarsi. La sua lezione di danza sarebbe cominciata all'incirca tra tre quarti d'ora, ma lui era solito presentarsi in anticipo per scaldarsi e prepararsi al meglio senza essere disturbato da nessuno. Infilò la calzamaglia nera, abbinata ad un'aderente canotta dello stesso colore, recuperò le mezze punte nere e poi entrò in sala. Sistemò le scarpette ai piedi, legando i capelli in un bun alto mentre si avvicinava alla vaschetta contenente la pece situata nell'angolo della stanza. Vi premette le punte, ruotandole un paio di volte e accertandosi che il piede non scivolasse sul parquet prima di prendere posto alla sbarra. Distese i muscoli del collo, poi raddrizzò la schiena – spalle indietro e petto in fuori – piedi in prima posizione e mano sinistra saldamente ancorata alla sbarra di legno. Cominciò con qualche plié eseguito in prima, seconda, terza, quarta e quinta posizione. Ripeté l'esercizio fermandosi nella seconda posizione ed effettuando un grand-plié sollevando da terra anche i talloni per raggiungere maggiore profondità. Strisciò poi il piede destro in avanti, la gamba rigorosamente tesa, compiendo un battement tendu e ripetendolo sia di lato che indietro. Piegò poi la gamba sinistra, strisciando nuovamente in avanti la punta del piede destro e formando un semicerchio prima di stendere nuovamente entrambe le gambe ritrovando la prima posizione e completando così il primo dei cinque rond de jambe. L'ultimo passo che decise di svolgere fu il grand battement eseguito come un tendu, ma staccando anche la punta da terra per sollevare la gamba e formare un angolo di 90 gradi in avanti e di nuovo anche di lato e indietro. Ripeté poi gli stessi esercizi voltandosi e attaccandosi alla sbarra con la mano destra per riscaldare la gamba sinistra.

Finì giusto in tempo per l'arrivo dell'insegnante, il signor Todaro, che subito lo salutò. «Buongiorno, Mattia. Il primo, come sempre» constatò, avvicinandosi alla sua cattedra e posandovi sopra i fogli che teneva tra le mani. «Buongiorno a lei. Lo sa che ogni mattina non vedo l'ora di infilarmi le scarpette ed entrare in sala da ballo». «Lo so, lo so. A momenti bisognerà aprire la scuola un'ora prima solo per lasciar entrare te» gli rispose, facendolo sorridere.

Approfittò dei cinque minuti mancanti all'inizio della lezione per bere un po' d'acqua fresca dalla sua bottiglietta, mentre anche i suoi compagni cominciavano a riempire la stanza, e poi si mise in ascolto del maestro.

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Le due ore col signor Todaro gli sembravano sempre volare. Era il suo insegnante preferito, lo reputava molto valido: rigoroso, esigente ma anche disponibile a dare i giusti consigli per migliorare. Amava la danza e sapeva trasmettere quella passione anche ai suoi allievi.

in every moment of my life, i will always be ready for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora