IV

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L'occasione per parlare con Sergio arrivò proprio il pomeriggio seguente, quando Mattia si trovava a casa sua. Avevano pranzato insieme come ogni domenica e ora il fidanzato era sdraiato sul divano intento a seguire la partita di football degli Yankees.

L'inizio dell'intervallo segnava per Mattia il momento di congedarsi, perciò si alzò dal divano «Sarà meglio che vada adesso o mi verrà troppo tardi». «Perché non ti puoi fermare di più?» sbuffò Sergio, lasciando cadere la testa sopra lo schienale. «Lo sai che devo fare i miei esercizi. Non dovresti anche tu fare qualcosa per il tuo progetto? Non mi hai detto che dovevi rivedere il pezzo che avevi composto?» Il ragazzo gli lanciò uno sguardo traverso «È domenica, è sacra Mattia. Sai che per me in questo giorno non esiste altro tranne il football. A meno che gli esercizi da fare non siano con te» ammiccò «Al resto penserò lunedì». Mattia si passò una mano fra i capelli, sospirando esasperato «Sai, non ti sei mai interessato a cosa io stia preparando con Christian. Non sei curioso?» provò a chiedergli. «Perché so che sei bravissimo, piccolo, e sono certo che sarà sicuramente qualcosa di bello. Anche se non mi fido molto di Stefanelli». Doveva sempre ribadire la sua poca convinzione nelle capacità artistiche di Christian. Ma in quel momento Mattia stava parlando di sé, non di altri. «Magari potresti darmi dei consigli, invece, in modo che io li possa suggerire a Christian dato che la musica non è il mio campo». «A parte che non ho nessuna intenzione di aiutare Stefanelli, ma comunque non ti ho mai sentito lamentare quindi vuol dire che sei soddisfatto di ciò che state facendo» Sergio trovò il modo di liquidare anche quella richiesta. «Aiuteresti me, Sergio, non Christian. Ci sono anche io in quel progetto. Dovresti essere interessato al mio futuro». «Ascolta, Mattia, devo già pensare al mio, ci manca solo debba farmi carico anche di quello degli altri» lo guardò stressato. Mattia scosse il capo, recuperando le sue cose e dirigendosi verso la porta «Ho capito, non te ne frega niente». Sergio gli fu subito dietro notando il tono risentito del suo ragazzo «Non ho detto questo. Ma se permetti il mio futuro viene prima». «Se un domani dovessi venir preso in qualche compagnia che non sia qui a New York dove tu ambisci di lavorare, cosa faresti?» gli domandò, voltandosi di nuovo a guardarlo «Come la prenderesti, Sergio?»

Aveva passato l'intera nottata a chiederselo dopo tutte le parole di Luca. Si era tormentato, rispondendosi infine che certamente Sergio lo avrebbe incitato. Ma tutto crollò quando Sergio allargò le braccia con fare ovvio «Il problema non me lo pongo nemmeno. Voglio dire, sei tu che dovrai seguire me. Quindi se io non lavorerò in quella stessa città, dovrai trovare altro». Dovrai seguire me. Non gli dava nemmeno la possibilità di scelta. Era un obbligo, un'imposizione.

Ritrasse bruscamente il braccio quando Sergio fece per stringerlo. «Come puoi dire una cosa del genere? Dovresti essere felice per me, spronarmi nelle scelte non impormele. Io con te non lo farei mai, ti spingerei a cercare sempre di meglio e allo stesso tempo cercherei un modo per poter continuare la nostra relazione» lo guardò incredulo «Siamo artisti e la possibilità di finire a lavorare in due Paesi diversi è concreta, ma ciò non significa che due persone non possano portare avanti lo stesso una relazione». «Io non la penso in questo modo. Ti voglio con me sempre, Mattia, ogni giorno. Non una volta al mese o quando sarà possibile». «Anche se questo andrebbe a discapito dei miei sogni? Saresti disposto a privarmi del futuro che vorrei solo perché non sei capace a fare del sacrificio?» gli chiese ancora. «Per me sarebbe un sacrificio inutile dal momento che potresti fare qui quello che faresti da qualsiasi altra parte». Mattia scosse il capo «Non è vero. Non sarebbe lo stesso, lo sai bene anche tu» puntualizzò. Sergio si sfregò il volto con le mani «Mi stai facendo venire il mal di testa, Mattia, lo sai che odio discutere e ripetermi. Le cose stanno così, fattene una ragione prima che finisca l'anno così ti puoi mettere il cuore in pace» poi tornò a sedersi sul divano a guardare la partita.

Del fatto che Mattia lasciò il suo appartamento con un nodo in gola, gli occhi lucidi e un dolore al petto non se ne curò minimamente.

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in every moment of my life, i will always be ready for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora