Capitolo 2: L'assedio

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Flynt cammina a passi decisi verso l'uscita dall'edificio.

Tra le sue braccia, la bambina è ancora priva di sensi, i suoi boccoli dorati riescono a risplendere anche con la pochissima luce che c'è dentro quel palazzo.

Gli stivali di lui calpestano il pavimento sporco e annerito, ora anche macchiato dal sangue umano che ricorda le pozzanghere che la pioggia si lascia alle spalle.

Flynt sale le scale gentilmente, ritrovandosi al piano terra, una volta lì inizia però a udire dei suoni.

Tutto intorno al palazzo si sentono delle voci, dei passi rapidi, rumore di metallo, armi.

Una delle guardie deve aver fatto in tempo a chiamare i soccorsi, o forse la sicurezza è sempre stata più intensa del previsto, a ogni modo, l'uscita dal palazzo sembra essere negata.

Subito Flynt riscende le scale e si precipita dentro uno stanzino buio, chiudendo la porta e poggiando la bambina a terra, sa che nessuno entrerà finché con sé ha la ragazza, ma sa anche che non potrà rimanere lì bloccato per sempre.

Durante l'attesa, il ragazzo riflette su un piano d'azione: la fuga dall'edificio deve avvenire in modo furtivo, senza destate l'attenzione di alcuna guardia, dai rumori sentiti queste sembrano in gran numero e pronte al fuoco al primo segnale. L'unica uscita sembrerebbe trovarsi al piano terra, proprio il livello completamente circondato dagli uomini del presidente, non vi è ancora prova di ciò ma potrebbero essere presenti anche degli elicotteri in cielo a sorvegliare i tetti, non sarebbe insolito in una situazione di questo tipo, anzi, è abbastanza certo. I piani sotterranei sono quelli più sicuri ma anche una trappola per topi, non vi è via d'uscita dalle buie profondità del palazzo, restare qui significherebbe solo una morte lenta e straziante.

Nel bel mezzo di questi pensieri, Flynt posa il suo sguardo ancora una volta sulla bambina a pochi metri da lui, gli appare ancora così innaturale vedere una persona senza alcun impianto, non sembra essere presente neanche l'hardware di download dei token.

Il tempo inizia a trascorrere in modo irregolare, sembra dilatarsi e comprimersi più e più volte, tenere conto delle ore trascorse sarebbe impossibile senza un timer, finché un evento in particolare non scandisce l'inizio di qualcosa di diverso.

La bambina inizia lentamente ad aprire gli occhi, emettendo qualche verso di fastidio dalla bocca, mentre le sue braccia e le sue gambe iniziano a contrarsi. Le palpebre si sollevano del tutto e un'immagine si mette a fuoco, è la maschera dai grandi occhi tondi di Flynt, le sue luci abbagliano la piccola rendendole difficile osservare il resto dell'ambiente.

"D-dove... dove mi trovo? Fa freddo...".

Flynt rimane in silenzio, seduto a terra con le ginocchia piegate, poggia i gomiti su di esse e lascia le mani penzolare.

Le pupille della bambina iniziano a stringersi quanto basta per non provare più fastidio con quella luce puntata addosso, è ora in grado di osservare il ragazzo davanti a lei per intero.

"Chi... chi sei tu?" la bambina prova ad alzarsi "Ahi... la schiena... mi fa male tutto...".

Nessuna risposta dall'uomo dietro la maschera, che continua a osservare la scena immobile.

"Mi avete guarito? Ora sto bene?" chiede la bimba ancora una volta, non comprendendo che l'altro non sembra avere la stessa voglia di parlare.

Flynt si alza in piedi e sporge la testa dalla porta, guarda in direzione delle scale e fa attenzione ai rumori che provengono dal piano di sopra, la situazione sembra la medesima di prima.

Il ragazzo chiude nuovamente la porta e rivolge il suo sguardo alla ragazzina.

Anche lei lo osserva "Papà quando mi passa a prendere?" chiede ingenuamente alzandosi in piedi anche lei, così facendo si avvicina a Flynt, afferrando la sua giacca.

Come ratti in trappolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora