Capitolo 8: La storia

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Finneas continua a camminare nervosamente avanti e indietro per l'ufficio, molti occhi sono su di lui, alcuni curiosi, alcuni sdegnati, altri ricolmi di stima, quel che è certo è che l'agente non può passare inosservato dopo i danni avvenuti.

In realtà dai più Batchelor è stato visto come un eroe, un uomo che ha dato il tutto per tutto mettendo a repentaglio la propria vita per la sua missione, cercando di tenere al sicuro i suoi colleghi, d'altro canto la sua gestione della situazione si è comunque rivelata fallimentare e alcuni si chiedono se comportandosi diversamente le cose sarebbero potute finire in un altro modo.

Batchelor si lascia scivolare addosso questi sguardi, non sono i pensieri di chi gli sta intorno a preoccuparlo ma le immagini dei suoi colleghi defunti che porta sulla propria coscienza, assecondando alcuni di quei pensieri, nonché l'idea che quella pista si sia presto rivelata completamente inutile, riportandolo al punto di partenza.

L'incarico che gli è stato affidato è il più importante in assoluto, non può permettere che la giovane vita della figlia del presidente venga stroncata come tutte le altre, questo non è in alcun modo ammissibile, deve lottare con le unghie e con i denti per stanare il criminale che l'ha rapita e riportarla a casa sana e salva. Una ragazza così piccola, non può vivere tutto questo...

Un collega si avvicina "Hey, Finn, il capo vuole vederti".

Il ragazzo si avvia a passo deciso verso l'ufficio del suo superiore, aprendo la porta e sentendosi pervadere da un'ondata d'aria piacevolmente fresca, richiude la porta dietro di sé "Voleva vedermi?".

L'uomo seduto alla scrivania di fronte annuisce e gli fa cenno di accomodarsi prima di iniziare a parlare.

"Da quando sei arrivato qui solo qualche giorno fa ti ho sempre visto lavorare con grande dedizione, è facile notare che hai una vera e propria passione per il tuo lavoro e un senso della giustizia che va molto oltre quello di qualsiasi altro poliziotto qui..." afferma con tono serio, ricomponendosi dalla posizione scorretta tenuta fino a quel momento sulla sedia girevole, posizionando i gomiti sulla scrivania e congiungendo le mani davanti al proprio volto "Ma questo non ti autorizza ad agire di testa tua in ogni situazione, quello che è successo al palazzo demolito è la diretta conseguenza delle tue azioni e non posso accettarlo, degli agenti hanno perso la vita e gli abitanti del quartiere con i quali già non avevamo buoni rapporti sono ancora più restii all'idea che la polizia circoli per le loro strade a far saltare in aria palazzi".

Batchelor si sistema il cappello in testa "Con tutto il rispetto, l'incarico che mi è stato assegnato prevede che io possa prendere decisioni anche nei confronti dei miei colleghi, i quali ho cercato di proteggere fin dal principio, se fossero saliti con me all'interno del palazzo ora ci sarebbero molti più morti da piangere...".

Il capo della centrale abbassa le mani fino a toccare il tavolo, scuotendo la testa nel mentre "Una squadra con te avrebbe potuto evitare che l'esplosivo venisse detonato in principio e ora forse non staremmo piangendo proprio nessuno e non avremmo dato così tanto nell'occhio per un'indagine che io ti ricordo deve rimanere col profilo più basso possibile".

Finneas sbatte una mano aperta sulla scrivania, indicando il suo interlocutore con l'altra "Quell'uomo era ricoperto di esplosivo, non aveva alcuna paura di morire, se avessi portato una squadra con me sarebbe stato solo più contento di premere quel pulsante!" esclama a gran voce inclinandosi in avanti dalla sedia come pronto a rialzarsi in piedi.

L'altro mantiene la sua faccia delusa "Come ti ho detto sei un ragazzo molto leale e intraprendente ma sei anche giovane e inesperto e non hai idea di quante situazioni possono essere salvate dall'aiuto dei tuoi colleghi nei quali riponi fin troppo poca fiducia, non importa se hai sempre avuto il punteggio migliore, non importa se è stato il presidente stesso a sceglierti per riportargli sua figlia, sei comunque un ragazzo in un quartiere che non conosce abbastanza, pieno di sofferenza e odio verso quelli come noi, forse fino a ora la tua vita è stata troppo facile per farti cogliere tutto ciò". Finneas sbatte ora entrambe le mani a pugno chiuso sulla scrivania, alzandosi in piedi e rispondendo con tono adirato "Lei pensa che la mia vita sia stata tutta rose e fiori solo perché sono nato in una famiglia benestante di un quartiere ricco e tranquillo? Lei non ha idea della determinazione che mi spinge nella mia missione e di certo non starò qui a sentirmi rimproverare per aver dato il tutto per tutto per salvare quella ragazza e dirò di più, se la notizia non fosse passata alla radio io sarei andato solo e non ci sarebbe stata vittima alcuna!".

Come ratti in trappolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora