Capitolo 4: Pesce grosso, pesce piccolo

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"Choker?" chiede Flynt sorpreso "Sei sicura che vuoi che questo sia il tuo nome per le strade?".

La bambina lo guarda sorridente e annuisce "Sì!", lui inclina la testa di lato "Allora va bene, d'ora in poi ti chiameremo così".

Il ragazzo si volta verso di Lemon e fa per salutarla "Ti ringrazio del tuo aiuto, ora dobbiamo andare" ma la piccola lo afferra per la giacca "Aspetta! Ti ho preso anche io una cosa!" e aprendo il pugno mostra un laccetto per capelli.

"E questo come lo hai pagato?" chiede subito Flynt, "L'ho rubato" ridacchia Choker, Lemon si trattiene una risata.

Assecondando i cenni della bimba, Flynt piega le ginocchia abbassandosi, lei va alle sue spalle e inizia a far scorrere quei crespi capelli neri tra le dita, poi prende il laccetto e fa passare quei fili neri al suo interno, girando più volte il laccio su sé stesso finché non è sufficientemente stretto.

"Ecco!" esclama lei "Ora sei molto più bello anche tu!".

Flynt si afferra il codino con una mano, facendola scorrere su di essa fino a lasciarlo "Grazie" dice alla bambina mentre Lemon si porta i pugni chiusi davanti alla bocca impazzendo dalla tenerezza della scena.

I due in fine ripartono davvero, addentrandosi per i vicoli del ghetto con il loro nuovo look, purtroppo non avranno modo di sfoggiarlo in quanto dovranno muoversi cautamente e senza dare nell'occhio.

Dei gruppetti di bambini giocano per le strade, scalciando una vecchia palla mal ridotta contro un muro, Choker li osserva, spensierati, li invidia, vorrebbe unirsi a loro, Flynt nota il suo sguardo ma non può far altro che continuare a camminare in silenzio.

Le mura grigie di BeaconCity sono solo un lontano ricordo nel distretto di Graffitown, dove ogni muro è completamente ricoperto di colore e disegni negli stili più disparati.

Flynt si ferma di colpo davanti a uno di essi e inizia a fissarlo, Choker lo guarda incuriosita, non comprendendo il motivo della loro improvvisa sosta.

Lo sguardo del ragazzo rimane fisso sulla parete, nel frattempo la sua compagna di viaggio inizia a notare dei pezzettini di cemento staccarsi e cadere giù, accompagnati dallo stesso rumore della sabbia in una clessidra.

Choker continua a fissare il muro e le sembra di vederlo tremare lievemente, fin quando di colpo esso non esplode completamente in mille pezzi, i quali vengono lanciati lontano in aria.

Da dietro la parete emerge una figura gigantesca, delle mani nere afferrano Flynt sulle sue spalle per poi scaraventarlo via, sbattendo la sua schiena contro l'edificio dall'altro lato della strada.

Choker rimane paralizzata vedendo una sagoma delinearsi dalla nube di polvere sollevatasi.

È un uomo, dalle dimensioni colossali, le sue spalle sono estremamente larghe, è interamente ricoperto di una tuta nera, anche in volto, sul quale appare impossibile da non notare una gigantesca mascella d'acciaio che termina in una aguzza fila di denti.

L'uomo allunga le sue mani verso la ragazzina, ma in quel momento la lama di Flynt si scaglia contro di esse per tenerle lontano.

Lui recupera la bambina, iniziando a correre velocemente tenendola tra le braccia.

Nonostante la sua stazza, anche il loro avversario inizia a correre per stargli dietro, andando decisamente più veloce di quanto ci si potrebbe aspettare da qualcuno di così massiccio. L'uomo è tuttavia abbastanza goffo e continua a impattare contro ogni parete quando il vicolo svolta bruscamente in un'altra direzione, distruggendo numerosi graffiti colorati, rivelando il grigio cemento al di sotto di essi.

Come ratti in trappolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora