12. Everithing

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⟪What do I, do I really want In this stormy life?

What choices do I really have

With this heart of mine?⟫

-Nothing, Niall Horan


LOUIS


Passano tre giorni, 72 ore di pura sofferenza. Non ho il coraggio di lasciare Harry e nostra figlia, che non hanno ancora aperto gli occhi.

Liam e Niall e le nostre famiglie hanno badato William, che a volte viene a trovarmi , ma non gli ho mai permesso di vedere il bambino o Harry, so che gli spezzerebbe il cuoricino.

I medici sono stati così gentili da lasciarmi dormire accanto a Harry in una brandina per genitori. Ma non è abbastanza, non credo di aver mangiato o dormito veramente da allora.

"Harry, è passata quasi una settimana, per favore svegliati" dico nel cuore della notte tenendogli la mano. I suoi occhi sono ancora chiusi, il suo corpo è ancora debole.

"Ti prego, abbiamo bisogno di te, io ho bisogno di te, devi vedere la nostra bambina perché è perfetta e potrebbe non esserci molto tempo per vederla" dico, quasi singhiozzando.

Niente. Nemmeno una stretta alla mia mano.

Resto seduto sulla sedia accanto al suo letto e inizio a scrivere di Harry e nostra figlia. Le loro condizioni, quello che i medici continuano a dirmi. Scrivo i miei sentimenti, scrivo i ricordi di quanto eravamo felici prima che accadesse tutto questo.

Alla fine convinco un'infermiera a farmi vedere nostra figlia, sento che non riuscirò mai a stare abbastanza con lei.

"È cambiato qualcosa?" Le chiedo.

"Temo di no, vorrei avere notizie migliori. Vi lascio soli"

È sempre la stessa, sempre minuscola, sempre addormentata. Vedo una vita che dovrò sopportare senza di lei, e una vita che lei non potrà avere. Il pensiero che mi attanaglia in fondo alla testa è: se tutto finirà così, che senso ha? Perché siamo qui? Che cosa ci guadagno, se non una sofferenza costante?

"Louis, vieni, presto!" L'infermiera dice, io la inseguo per il corridoio e vedo il corpo di Harry fare movimenti rapidi, senza fermarsi e senza controllo.

"Ha iniziato a muoversi, forse si sta svegliando" dice il tirocinante di turno. Gli afferro la mano e le sue sopracciglia si aggrottano mentre gli occhi si aprono. Poi inizia a farsi prendere dal panico e a soffocare.

"Dobbiamo rimuovere il respiratore, per favore esca" esclama il medico.

Mi allontano lentamente e assisto alla rimozione del tubo dalla gola, il suo petto si muove su e giù e i medici mi fanno cenno di rientrare nella stanza.

Per una volta provo un briciolo di felicità nel vederlo vivo e respirante, solo per essere rapidamente spazzata via dalle sue parole "Dov'è il bambino?"

Lo guardo con un'espressione vuota e resto accanto al suo letto, prendo le sue mani tra le mie e inspiro profondamente, cercando di trovare le parole. Una volta trovate, e una volta che gli ho detto tutto, mi guarda, con le lacrime pronte a cadere dai suoi occhi.

"Quindi, qualsiasi scelta facciamo, finisce per essere quella sbagliata" mi dice.

"In che senso?"

"Se la teniamo attaccata al supporto vitale, rimane così com'è, non crescerà né si svilupperà, sarà il guscio della bambina che avrebbe dovuto essere, ma se scegliamo di consentire la morte naturale, probabilmente resteremo svegli a pensare a tutti i modi in cui avremmo potuto ampliare le cure estreme, è tutto sbagliato"

"Nessuno dovrebbe prendere questa decisione"

"Ma noi dobbiamo farlo" grida Harry. Cerca di riprendersi per un attimo "Allora, cosa c'è? Che cosa vuoi fare?"

"Credo che possiamo vederla da entrambi i punti di vista: possiamo lasciarla attaccata al supporto vitale e sperare in un miracolo che ha la minima possibilità di accadere. Oppure possiamo lasciarla morire e convivere con il fatto che potrebbe essere la scelta sbagliata" gli dico, asciugandogli le lacrime con la manica.

"Non credo che ci sia una scelta giusta o sbagliata, dobbiamo solo farne una"

Un medico di interrompe per controllare Harry e spiegargli tutto nei dettagli. Il mio petto è in subbuglio e ho provato un po' di sollievo in questa piccola tregua dalla nostra discussione. Quando il medico se ne va, salgo sul letto con lui, lo prendo tra le mie braccia con cautela e restiamo in silenzio per qualche istante, fissando il muro e la finestra.

"Catharina" dice Harry, molto equino.

"Cosa?"

"Prima di sapere che William fosse un maschio, prima ancora di parlarti di lui, ho dato un'occhiata ai nomi dei bambini e con Catharina ho subito avuto un legame speciale, era sulla mia lista come nome che avrei voluto per una bambina. Significa innocente"

"Innocente"

"Sì, ha avuto la peggio in questa situazione, non ha avuto il tempo di sbagliare, e ora è... significa innocente"

"Mi piace"

Tornammo a fissare il muro e poi entrarono due agenti di polizia.

"Salve, Harold, Louis, siamo detective e abbiamo bisogno di parlarvi un momento"

"Certo"

"Abbiamo bisogno di una sua dichiarazione e di farle qualche domanda"

"Ok"

"Quando il sospetto è entrato nella stanza, sapeva chi fosse?"

"Era il marito di una paziente. Lei aveva firmato dei documenti in cui dichiarava di non volere cure critiche in caso di emergenza, quindi legalmente non avremmo potuto tenerla attaccata alle macchine per sostenere la vita dopo che il suo intervento aveva preso una brutta piega"

"Quindi crede che volesse colpirla di proposito?"

"L'ho staccata io dai macchinari, certo che voleva colpirmi. L'ho capito appena l'ho visto e poi ricordo il sangue e l'impossibilità di respirare"

"E Louis, lei e l'infermiera nella stanza, avete aiutato Harry?"

"Sì, abbiamo fatto nascere la nostra bambina, e beh, non sta bene, sta morendo"

"Ci dispiace, beh, non vogliamo interferire più di cosi, quindi vi lasciamo soli, ci faremo sentire più avanti"

"Voglio vederla" mi dice Harry. Anche se i medici e le infermiere si oppongono per qualche minuto, alla fine cedono e lo aiutano a salire su una sedia a rotelle.


HARRY


Il mio cuore, i miei polmoni, il mio intero nucleo è compromesso, non sono mai stato così impreparato per qualcosa in tutta la mia vita, ma allo stesso tempo voglio vederla, indipendentemente da ciò che le accadrà, ho avuto una bambina e sono ancora suo padre, in salute e in malattia, nel bene e nel male.

L'ho già visto in passato, un bambino attaccato a tubi e fili con poche o nessuna speranza di sopravvivenza, m questa volta è diverso, non è a causa di un peso ridotto o di una nascita troppo precoce, è solo un guscio, e io non riesco a sopportarlo. È insopportabile.

"Non possiamo lasciarla così" dico a Louis, piangendo. Louis mi stringe la mano e si appoggia a me.

"Lo dirò a qualcuno"

Qualche ora dopo, dopo aver firmato diversi documenti e certificati, ci portano in una stanza e la portano dentro accanto al mio letto. Ci chiedono ancora una volta se siamo sicuri, e rispondiamo entrambi di sì.

Un'infermiera inizia a staccare i fili e a togliere i tubi, la avvolge in un fascio di coperte e me la porge, il suo petto si muove, respira e poi tutto si ferma, saranno passati meno di 20 minuti.

Non riesco a trattenermi e inizio a piangere, tenendola stretta e pregando per un miracolo. Non voglio lasciarla andare, voglio restare seduto e restare nel mio mondo, dove lei è ancora con me.

Oggi ho perso tutto.

Meet Me in Halfway | LARRY MPREG | Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora