Capitolo 5

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Driin.
Quella musichetta squillante mi ruppe i timpani. Avevo la netta sensazione che se la sveglia avesse continuato a suonare, io avrei deciso di buttarmi dal balcone; anche se, a dir la verità, la casa di Mitsuya non aveva un piano superiore. Questa era la prova che non riuscivo minimamente a ragionare di prima mattina.

«Mitsuya spegni quella sveglia o la butto in mare.» borbottai.

E poi, ad un tratto non la sentii più; significava che lui l'aveva spenta e io avrei potuto continuare a dormire. Per Mitsuya era normale alzarsi a quell'ora, erano certamente le sette di mattina; era suo compito accompagnare Luna e Mana a scuola, perciò doveva sforzarsi maggiormente. Era questa la sua quotidianità.

Ad un certo punto, il breve rumore delle molle del letto attirò la mia attenzione. Avevo capito che Mitsuya stava per alzarsi, e probabilmente lasciarmi lì a letto mentre lui si occupava di altro.

«Ma dove vai?» gli chiesi, così assonnata che a momenti mi sarei ri-addormentata.

Sapevo bene dove stesse andando, eppure in quel momento non riuscivo a capire niente. Avevo la testa altrove, e molto probabilmente stavo ancora sognando.

«Lo sai, Luna e Mana.» mi rispose infatti.

«E che problema c'è? Lasciale stare.»

Mi avvicinai di più col busto e credetti di avergli preso il braccio; ero così stupida da essere così sicura che in questo modo non l'avrei fatto andare via. Ma tutto quello che stavo facendo non era tenerlo stretto, bensì tenere la mia mano sopra la sua. Avrei giurato di averlo sentito ridere per un secondo; sembravo ridicola forse, ma non avevo la minima forza di alzarmi o addirittura aprire gli occhi.

E i miei muscoli si rilassarono di più quando sentii il dolce calore della sua mano sulla mia guancia, e una piccola carezza col pollice. Se fossi stata un gatto, probabilmente mi sarei messa a fare le fusa. Con una semplice carezza mi ero sciolta, cosa che neanche un ghiacciolo in estate avrebbe fatto. Mi stavo lasciando andare così tanto che il sonno si stava sopraffando di me, ma qualcosa cambiò i piani.

Aprii immediatamente gli occhi quando Mitsuya mi diede un pizzicotto proprio in quella guancia, come per dispetto. Forse sperava che mi alzassi anch'io, così per fargli compagnia, e per farlo avrebbe dovuto farmi spalancare gli occhi, ma non era di certi da lui; mi avrebbe lasciato dormire come un angioletto, ma a volte si prendeva così tanta confidenza da farmi dei dispetti. Ma nel profondo non mi dava fastidio; vederlo sorridente faceva sorridere anche me.

«Torna a dormire se vuoi.» mi disse con voce bassa, alzandosi dal letto.

«Mh...»

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora