Capitolo 23

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Sbattei la mano sul tavolo provocando un forte rumore, ma non mi importava. Non mi importava degli sguardi perplessi che le persone mi stavano rivolgendo in quel momento.
Kisaki, seduto davanti a me, prese il suo bicchiere d'acqua e se lo tenne in mano, giocandoci, poi si guardò un po' intorno e solo alla fine si rivolse a me.

«Sta calma. Non mi piace attirare l'attenzione.» mi disse.

Difficile mantenere la calma quando davanti avevo proprio lui. Non credevo che avrei avuto così tanta difficoltà nel guardarlo in faccia; riportava in me ricordi a dir poco spiacevoli.
Per di più, adesso che sapevo di cosa voleva parlarmi mi stavo arrabbiando maggiormente; era così patetico.

«Pretendi davvero che, dopo tutto quello che mi hai fatto, io stia dalla tua parte!?» gli chiesi irritata.

Chiedermi di collaborare era stata una pessima idea. Pessima.
Mi chiedevo se avesse davvero pensato che avrei accettato subito, senza esitare. Come sperava che mi unissi a lui dopo tutto ciò che avevo passato a causa sua?
Non era stupido, però; aveva qualcosa in mente che avrebbe fatto andare tutto secondo i suoi piani.

«Non essere ridicolo, per favore. Che cos'hai in mente adesso, hm? Farmi diventare la cattiva della situazione? Mi basta essere considerata una traditrice del cazzo.» aggiunsi poi, bofonchiando l'ultima parte.

«Voglio solo farti aprire gli occhi.» mi rispose.

«Grazie, ma sono già aperti e riesco a vedere perfettamente davanti a me un miserabile.» ammisi.

«Non riuscirai a fare niente combattendo da sola. Lo sai, vero?» mi chiese, continuando a mantenere un forte contatto coi miei occhi.

«Mai dire mai. Se non ci provo non posso dire nulla del genere.» dichiarai quindi.

Kisaki si mise seduto comodo, chiuse per un momento gli occhi e tirò un sospiro, probabilmente pensando a qualcosa.

«Avevano buttato fuori anche me. Te l'avevo già detto, ricordi? E tutto per un misero capriccio.»

Me lo disse in maniera irritata, come se solo al pensiero di ciò che gli era successo gli venisse l'impulso di distruggere tutto.

«Perciò cerco vendetta da allora e adesso sono diventato così. Hai visto, Hori? È questo che fa la Toman.» aggiunse.

«Avevi sicuramente fatto qualcosa di sbagliato. Non l'avrebbero mai fatto altrimenti.» difesi la Roman, certa di quello che stavo dicendo.

Kisaki mi guardò con la punta dell'occhio e poi prese parola.

«E tu cos'hai fatto di sbagliato? Eppure guarda, hanno cacciato anche te.»

Quelle parole mi fecero venni mille dubbi e stavo iniziando a non pensare lucido.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora