Yuriko Hori ha sempre ammirato Mikey, considerato 'invincibile'. Crede così di poter diventare come lui e si è messa in testa di buttarsi in mezzo ai conflitti senza pensare alle conseguenze e ai pericoli. Mitsuya le starà sempre accanto per ogni in...
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Avevo sentito parlare tanto dell'amore a prima vista, di un fascio di luce che ti passa davanti agli occhi, di una scossa elettrizzante e di una scintilla che vedi quando hai davanti la persona che tanto vuoi. Non avevo mai pensato di crederci, ma mi era apparso quel giorno di sentire una forte connessione tra di noi o di vederla quella scintilla, ma era svanita, ero certa che lo fosse, avrei giurato con tutto il cuore che fosse così...ma più stavo accanto a Mitsuya, più mi sembrava di rivederla.
Era strano e nel complesso la situazione mi faceva un po'ridere. Insomma, non avevo mai pensato all'amore generalmente, per questo motivo ero a dir poco disagiata a pensare che proprio io potessi provare in quel momento dei sentimenti per un ragazzo. Eppure ero lì, sdraiata sul mio letto a pensare a tutto ciò che era successo il giorno prima con lui.
*
«Una è la cosa. O ti sposti tu, o mi sposto io.» gli avevo detto, poiché nessuno di noi due voleva dormire sullo stesso letto quella sera
«Ti sposti tu.» mi rispose, sdraiandosi sul letto come se non gliene importasse nulla di me.
«Hah? Ma che dici? Sei tu che dovresti andartene.»
«Perché dovrei? È la mia stanza e il mio letto, sei tu l'intrusa qui.» mi disse.
«Sei tu l'uomo, io sono una donna, quindi fai il gentiluomo e lasciami dormire qui.»
«Te lo scordi. Ti stai approfittando troppo della mia gentilezza.» mi fece notare.
«Hah? Io?»
«Si, proprio tu.» sospirò.
«Allora non è di certo colpa mia. Sii meno gentile e vedrai come miglioreranno le cose.» gli risposi semplicemente, andando le spalle.
«Poi ti deprimi.» mi disse secco.
«Ridicolo.»
«Non dire che non ti avevo avvertito.»
«Quindi vuoi seguire quella mia sorta di consiglio?» domandai perplessa.
«Certo che no, ti stavo prendendo in giro. Sai che non ci riuscirei mai, a meno che tu non mi faccia davvero arrabbiare.» mi spiegò.
«Oggi ti ho fatto arrabbiare però, anche se non so ancora il motivo.» gli ricordai, sperando mi desse una valida spiegazione.
«E io sto avendo l'atteggiamento giusto con te, non vedi? Tu mi fai arrabbiare, io ti tratto diversamente.» mi rispose.
Quel dialogo era sensato, ma era incompleto. Io volevo ancora sapere perché se la fosse presa così tanto con me all'improvviso e più continuava a fare il misterioso, più mi ponevo domande e diventavo paranoica. Volevo saperlo a tutti i costi prima che potessi iniziare a sentirmi in colpa senza motivo.
