Capitolo 16

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Erano passate circa due settimane dall'accaduto e Mitsuya sarebbe potuto ritornare a casa.
Nel mentre, Baji e io discutevamo su ciò che pensavamo riguardo la situazione con Kisaki, anche se una soluzione vera e propria non l'avevamo trovata.

Avevo accettato di aiutare l'occhialuto, anche se non sapevo effettivamente che cosa avrei dovuto fare per lui, ma secondo Baji avevo fatto la scelta giusta–altrimenti le conseguenze sarebbero state assai disastrose.

«Non so te, ma a me questa situazione non piace affatto.» dichiarai.

«Non c'è nulla di cui preoccuparsi.» mi rispose, ma non avevo ben capito se fosse serio o meno.

«Scherzi, non è vero? Tu non capisci, io me lo sento accanto ogni secondo quel tipo. Mi vengono i brividi solo a pensarci.» gli dissi, stringendomi a me stessa come se stessi tremando.

«Esagerata.» borbottò.

«Va bene, come dici tu. Ma mi sto fidando di te, Baji, quindi dimmi che ne usciremo sani e salvi.»

«La vuoi smettere? Sii un po' più ottimista.» mi rimproverò.

Ma io davvero non riuscivo a capirlo. Non riuscivo a capire come facesse ad essere così tranquillo. Forse perché non era lui quello che stava per aiutare il nemico a fare qualcosa di incredibilmente folle.

«Ha quasi ucciso una persona!» esclamai ad alta voce.

Avrei dovuto abbassare la voce, ma mi era passato per la testa che ci trovassimo in un luogo pubblico. Riuscivo quasi a sentire gli occhi di tutti addosso e speravo svanissero il prima possibile.

«Shh! Non urlare qui!» mi disse Baji, con sguardo nervoso.

«Ti dicevo, ha cercato di uccidere Mitsuya. Sai che significa? Che abbiamo a che fare con un pazzo.» gli feci notare.

«Qui non posso darti torto, ma cos'altro pensi di fare? Ti ricordo che se non accetti di aiutarlo, se così possiamo dire, ci saranno delle conseguenze.» me lo disse come per ricordarmelo, ma io questo lo sapevo già.

«Ma perché sono stata io la prescelta? Avevo una vita bellissima. Questa situazione mi stressa.» mi lamentai talmente tanto da dovermi tenere la testa con le mani.

«Mh...posso dirti una cosa?» mi chiese Baji.

«Dimmi.»

«Ho un brutto presentimento.» ammise.

Quella frase era l'unica che non dovevo sentire quel giorno. Ero già preoccupata, adesso lo ero il doppio.

«Vuoi saperla anche tu una cosa? Ce l'ho anch'io e se io ho un brutto presentimento, c'è da preoccuparsi sul serio.» lo informai, non migliorando di certo la situazione.

Baji aveva sospirato; ero certa che neanche lui sapeva cosa fare. Non lo stava facendo per me, ma per la Toman. In quel momento ero un pericolo e a causa di una mia mossa sbagliata, probabilmente all'interno della Toman sarebbe successo un disastro. E lui voleva evitare questo.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora