Capitolo 7

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Ero tornata a casa dopo la chiacchierata con Baji e le paranoie avevano deciso di rovinarmi la giornata. C'era qualcosa che non andava, era come se a momenti il mondo mi sarebbe crollato addosso. Solitamente non ero una persona che pensava fin troppo, ma quel giorno non riuscivo proprio a fermare i miei pensieri.
Avevo pensato di parlarne con Mitsuya, ero certa che potessi dirgli ogni cosa. Mi avrebbe capita e aiutata, e mi avrebbe dato una risposta utile; ne ero più che sicura.

"Yuriko...non dire niente a nessuno di quello di cui abbiamo parlato oggi.
Neanche a mitsuya."

Ma ci avevo subito ripensato quando mi tornarono in mente le parole di Baji. Se avessi detto qualcosa a qualcuno, avrei tradito la sua fiducia e io non volevo assolutamente che accadesse.
In più, non ero neanche tanto brava a tenere i segreti per me–e Baji lo sapeva bene–ma confidava in me, altrimenti non mi avrebbe mai detto nulla, quindi avrei dovuto impegnarmi.

*

Il sole stava tramontando quando io decisi di uscire di casa. Era un giorno strano per me quello, non mi era mai capitato di pensare così a fondo. Avere una sensazione di ansia nello stomaco non faceva parte di me, così come stare a pensare alle conseguenze di un'azione.

Avevo sempre agito di mia spontanea volontà, senza mai pensare a quello che sarebbe potuto accadere dopo; era così che mi divertivo, era per questo motivo che Mitsuya mi rimproverava spesso.
Ma adesso mi ero chiusa in una stanza a me estranea, con delle pareti strette e non ci sarei uscita facilmente. Mi chiedevo quali sarebbe state le conseguenze del non aver detto niente a nessuno di Baji o di quello che stava accadendo in generale.

«Ma chi voglio prendere in giro?» mormorai tra me e me.

La verità è che avevo paura della situazione in cui mi trovavo.
Mi trovavo a dondolare lentamente sull'altalena mentre questi pensieri facevano il giro della mia testa. Il sole era quasi tramontato e la notte stava calando. A momenti si sarebbe fatto buio e io avrei fatto meglio a tornare a casa; forse così sarei stata più al sicuro, ma non avevo proprio voglia di alzarmi da lì.

All'improvviso, però, udii qualcosa che mi fece raddrizzare le orecchie. Dei passi alle mie spalle e dopodiché, con la coda dell'occhio, vidi qualcuno sedersi sull'altalena accanto a me. Non era una faccia nuova, tutt'altro; era lo stesso ragazzo con cui mi ero scontrata qualche ora prima. Mi chiedevo se fosse una coincidenza il fatto che anche lui fosse lì, ma non mi andava a genio.

«Questo posto è sempre così vuoto.» disse soltanto.

Se era una risposta che voleva, allora non gliel'avrei data, e se era un'amicizia che voleva da me, allora poteva dimenticarsi anche quella. L'avevo già detto, non mi interessava parlare con gli altri; avevo già i miei amici e mi bastavano. Per di più, questo tipo non mi convinceva affatto, quindi non si sarebbe mai guadagnato la mia fiducia.

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀 𝐋𝐎𝐎𝐊 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora